Giacosa Giuseppe

Non dir quattro se non l'hai nel sacco: Commedia in un atto


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osa

      Non dir quattro se non l'hai nel sacco: Commedia in un atto

      INTERLOCUTORI

      La signora Laura.

      Il signor Nordi.

      Servo.

La scena succede in una villeggiatura della signora Laura

      ATTO UNICO

      SCENA I

Laura e Nordi

      Laura è seduta presso un tavolino da lavoro e sta ricamando. È una giornata d'autunno. All'aprirsi della scena le finestre mettono ancora un po' di luce.

(Nordi entra)LAURA

      Siete voi Nordi? Buonasera.

NORDI

      Buonasera, signora Laura. Ci volete lasciare gli occhi? Che cosa fate con questo buio?

LAURA

      Ricamo.

NORDI

      A memoria?

LAURA

      Che volete, sono così sola! Ad accendere i lumi mi s'allungano le serate. Fortuna che ci siete voi ad accorciarmele.

NORDI

      I vostri ospiti son tutti partiti?

LAURA

      Tutti.

NORDI

      E lo dite senza nemmeno un sospiro!

LAURA

      Quando ci lascerete voi?

NORDI

      Posdomani.

LAURA

      Digià?

NORDI

      Grazie. Posdomani, proprio.

LAURA

      La capitale vi attira.

NORDI

      Oh Dio!

LAURA

      E perchè allora?

NORDI

      Ve l'ho pur detto ch'io sono mezzo padre. Mio nipote non vuol saperne di venir qui; conviene ch'io vada a raggiungerlo dov'è, se no…

LAURA

      Se no…?

NORDI

      Voi non lo conoscete. È tomo da farmi mille follìe in un giorno.

LAURA

      È la sua età.

NORDI

      Ed è la mia di cercare d'impedirnelo.

LAURA

      Non vi fate più vecchio che non siate.

NORDI

      Oh! non c'è pericolo. Ho quasi infilato il periodo in cui si cerca di parer più giovane.

LAURA

      Quanti anni avete?

NORDI

      Trentanove, e voi?

LAURA

      Oh! oh!

NORDI

      Reciprocità: non siamo tutti eguali davanti…?

LAURA

      Davanti agli anni? No. A trentanove anni sarò una nonna, mentre voi siete in fiore.

NORDI

      In frutto almeno. E voi rimarrete qui un pezzo ancora?

LAURA

      Fino a dicembre.

NORDI

      Così sola?!

LAURA

      Perchè mi lasciate?

NORDI

      Non parlatemene. Se sapeste come ci s'avvezza presto a star bene! Non le troverò più a Roma, le vostre serate.

LAURA

      Venite a trovarle a Torino.

NORDI

      Se lo potessi!

LAURA

      Eh! non le trovereste neppur là. In città io passo tutte le mie sere in casa d'una amica, la signora Grandi.

NORDI

      Un'amica!

LAURA

      Oh già! Voi sarete come tutti gli uomini, i quali non credono che fra donne possa esistere amicizia.

NORDI

      Non dico… ma…

LAURA

      Pensate.

NORDI

      Ecco. Le donne amiche sul serio fra di loro sono come le mosche bianche e difatti non ve ne hanno che di canute.

LAURA

      Vi prego di credere che non mi tingo.

NORDI

      Ed è per questo appunto che mi permetto di mettere in dubbio…

LAURA

      La mia amicizia per tale che non conoscete.

NORDI

      Parliamo chiaro: se ne facciamo questione di parole non ci sto più. Io, alla parola amicizia, ci dò un significato più alto ed esteso che d'ordinario non si usi. Se la volete adoperare nel senso comune, questa parola, allora non discuto e v'ammetto qualunque amicizia.

LAURA

      Secondo voi, di amici veri non possono esservi che uomini.

NORDI

      Sì, perchè l'amicizia è femmina.

LAURA

      Uh! (crolla le spalle).

NORDI

      No, no, non fate uh! e non crollate le spalle, chè mi accorgo d'aver detto una cosa così vera e giusta, che non me ne credevo capace.

LAURA

      Quanta modestia!

NORDI

      La modestia fu quella che rovinò affatto la mia esistenza.

LAURA

      Convien dire che sappiate mascherarle bene quelle rovine.

NORDI

      Eppure è tale e quale, e mi spiego.

LAURA

      E la nostra digressione sull'amicizia?

NORDI

      Cicerone ne ha scritto un trattato, dove ne disse tutto il dicibile; lo avete letto?

LAURA

      No.

NORDI

      Neppur io. Lo leggeremo insieme, se vi piace.

LAURA

      L'autunno venturo… dacchè partite…

NORDI

      Ah! è vero!

LAURA

      Fatemi intanto da Cicerone intorno ai vostri ruderi.

NORDI

      Subito. Quando entrai nella vita…

LAURA

      Vi hanno messo a balia…

NORDI

      No, m'allattò mia madre; ma vi prevengo che se mi interrompete, io perdo il filo.

LAURA

      Allora aspettate un momento che si portino i lumi, chè così nessuno poi vi disturberà più. – Tirate quel cordoncino.

NORDI

      Questo? (suona).

LAURA

      Grazie. E poi attizzate un po' il fuoco e… disponete le poltrone… (Nordi eseguisce). Così.

SERVO

      La signora comanda?

LAURA

      I lumi. (Servo via).

NORDI

      Venite a seder lì… (Laura eseguisce). Che tempaccio umido. C'è fuori una nebbia così fitta, che la si potrebbe tagliare col coltello. Io non so proprio concepire come una signora bella, giovane e di spirito come voi rimanga per tanto tempo sola, in campagna.

(Il servo porta i lumi)LAURA

      Una signora bella, giovane e di spirito come son io ama sentirselo dire da un uomo di spirito come voi. – Dunque la vostra storia?

NORDI

      Eccola. E, prima di tutto, non avete mai pensato voi che ai tempi nostri si comincia a vivere troppo presto? Cominciando a professare quando non s'è anche fatta un po' di pratica, si ottiene di vivere del capitale invece che dei redditi, e si sfrutta il futuro, che potrebbe poi essere bello e soddisfacente, in pro dell'oggi, che non riesce fuorchè febbrile.

LAURA

      E voi avete fatto così?

NORDI

      Ho sciupato in erba quelle emozioni che la mia inesperienza non sapeva