Amy Blankenship

Una Luce Nel Cuore Dell'Oscurità


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occhi rossi guardavano fuori dalla finestra di un attico con vista sulla città. Lunghe onde di capelli neri e setosi ricadevano lungo una schiena nuda, in contrasto con la pelle pallida come la luna. Il suo viso angelico era sorprendente, con lineamenti ben definiti, e il suo corpo era asciutto e scolpito come quello del mitico dio Adone.

      Brillava al chiaro di luna e i muscoli sembravano danzare ad ogni movimento. Era bello per chiunque lo guardasse, eppure la sua anima oscura era malvagia e letale. Un sorriso apparve sulle sue labbra perfette mentre i suoi pensieri si rivolgevano agli eventi della sera prima.

      Voltandosi, iniziò a prepararsi per la serata. Il suo sguardo si posò sulla sedia della regina Anna accanto al fuoco, e sulla giovane studentessa universitaria che vi sedeva senza vita. Hyakuhei sogghignò mentre pensava al sangue fresco che aveva bevuto la sera prima.

      “Peccato, era così bella.” si disse. Si leccò le labbra, ricordando il piacere mentre prendeva la ragazza e si nutriva di lei. Non si sarebbe mai stancato delle giovani donne che attirava e prendeva per sé.

      Quella sera sarebbe andato in un famoso locale notturno per cacciare la sua preda e doveva essere sicuro che i suoi “figli” fossero nutriti. Le “serate al femminile” davano sempre buoni frutti, per le creature della notte erano come un buffet di carne senza fine.

      Lui era un potente signore dei vampiri e nessuno osava ostacolarlo o mettere in discussione la sua forza. Il piacere era stato il suo unico desiderio per oltre mille anni, ma adesso voleva di più. Voleva ciò che era suo di diritto. Si accigliò mentre meditava sull’oggetto che era diventato la sua ossessione mentre aspettava che rinascesse nel mondo. Il leggendario Cuore di Cristallo Protettore.

      Il cristallo sacro era un gioiello che si diceva fosse in grado di dare a un vampiro la capacità di camminare alla luce del giorno. Secondo la leggenda, una ragazza con il sangue non contaminato e il cuore di una bambina possiede il gioiello nel proprio corpo. Sarebbe una sacerdotessa di altissimo livello e con un potere enorme, la protettrice e la custode del cristallo.

      Riportò il suo sguardo oscuro verso il cielo notturno, dove una luna rosso sangue incombeva dall’alto. «Ti ho perso una volta, mia cara sacerdotessa, ma non commetterò errori, ti ritroverò.». Restrinse lo sguardo e promise: «Questa volta avrò sia te che il cristallo…».

*****

      Lo scorso fine settimana Suki aveva fatto shopping con Kyoko proprio per questa serata, ma non l’aveva detto alla sua amica. Anche lei aveva comprato un vestito. Tirandolo fuori dall’armadio, se lo infilò con trepidazione. Era un abito tutto nero e molto attillato, se n’era innamorata appena l’aveva visto.

      “Meno male che Shinbe non c’è.” pensò con un sorrisetto mentre si guardava allo specchio. Era molto corto ma non lasciava intravedere granché… solo quel tanto che bastava per stuzzicare l’immaginazione. Si legò i capelli con un elastico nero, si truccò e, dopo aver preso le chiavi, si diresse verso l’appartamento di Kyoko.

      Kyoko uscì dalla sua camera sperando di avere il tempo per fare uno spuntino prima di uscire ma, prima ancora di arrivare in cucina, qualcuno bussò alla porta.

      “Oddio, speriamo che non sia Toya.” pensò, chiedendosi se avrebbe dovuto rispondere o no. Mancavano ancora venti minuti all’appuntamento con Suki, perciò decise di ignorare i colpi alla porta per il momento, intimorita da chi poteva essere.

      È incredibile come la paura ci faccia sentire bambini. Kyoko alzò un sopracciglio e trattenne il respiro.

      I colpi divennero un po’ più forti ma, questa volta, furono seguiti da una voce: «Avanti, Kyoko, lo so che ci sei. Non farmi sfondare questa porta!».

      Kyoko alzò gli occhi al cielo per il tono di Suki. Aprì la porta e si sentì trascinare fuori all’istante. «Forza, sbrighiamoci. Ho la brutta sensazione che, se non ce ne andiamo subito, Shinbe tornerà qui o chissà cosa.». Kyoko ebbe a malapena il tempo di chiudere a chiave la porta prima che Suki la tirasse fuori.

*****

      Kyou aprì le pesanti tende nere della finestra adesso che era arrivato il crepuscolo. I suoi lunghi capelli argentati svolazzarono come un ventaglio mentre apriva la finestra, permettendo al vento di accarezzare il suo viso angelico. Vestito di nero, sembrava un angelo caduto.

      Il denaro gli aveva dato la libertà di stabilire i propri orari e il potere gli garantiva che non sarebbe stato disturbato. Acquistando l’ultimo piano dell’hotel più costoso della città, si era assicurato la solitudine di cui aveva bisogno e la vista che desiderava. Guardando dall’altra parte della strada, vide che si era già formata una fila all’ingresso del “Club Midnight”, il club più famoso della città. Era il posto perfetto in cui le creature della notte potevano sfamarsi.

      In coda c’erano moltissime studentesse viziate, insieme ai teppistelli che le accompagnavano. Gli occhi di Kyou erano colmi di disprezzo mentre scrutare la fila, chiedendosi quale di loro avrebbe attirato l’attenzione dell’uomo cui dava la caccia. Chi sarebbe stata la prossima vittima di Hyakuhei?

      Kyou sentiva la sua presenza nella città e si chiedeva se Hyakuhei sentisse la morte che lo perseguitava. Questa volta le cose erano diverse. Kyou lo aveva trovato troppo facilmente, come se Hyakuhei gli avesse lasciato una traccia da seguire. Le morti e le sparizioni delle studentesse del college erano un palese biglietto da visita che portava solo ad una persona.

      Non gli piaceva il pensiero che Hyakuhei lo avesse condotto lì. «Non sono più sotto il tuo controllo.» ringhiò Kyou mentre gli gocciolava il sangue tra le dita serrate, e i suoi occhi divennero rosa. «Tu non hai alcun potere su di me… non più!». Placando la propria rabbia, assunse di nuovo un’espressione impassibile e nascose la propria aura. Era giunta l’ora che il predatore diventasse la preda.

      Se avesse percepito la forza vitale di Hyakuhei, avrebbe dovuto muoversi con cautela per evitare che anche lui percepisse la sua.

*****

      Kyoko era sorpresa da quanto fosse grande la discoteca. Rimase a bocca aperta quando entrarono nell’enorme parcheggio. Suki era voluta arrivare prima per evitare la fila ma, a quanto pare, c’erano già molte persone, perciò scesero di fretta dall’auto. Kyoko vide dei volti familiari del college che frequentavano e sorrise quando notò che c’era anche il suo vecchio amico Tasuki.

      Il ragazzo aveva notato Kyoko e Suki tra la folla. Si era lasciato convincere dai suoi amici, non aveva niente di meglio da fare ora che gli esami erano finiti, perciò aveva accettato volentieri. Era bello e aveva un bel fisico, con capelli castani lunghi fino alle spalle e occhi color cioccolato che facevano sciogliere il cuore a tutte le ragazze.

      Era uno dei ragazzi più popolari del campus, ma era noto soprattutto per i punteggi alti che aveva ricevuto in tutti i corsi ed era più gentile della maggior parte dei ragazzi. Era anche una delle persone più ricche dell’istituto e, sebbene non ostentasse mai nulla, la sua reputazione ne beneficiava.

      Facendosi strada tra la folla, si avvicinò a Kyoko con un sorriso. La conosceva dai tempi delle medie e aveva sempre avuto una cotta segreta per lei. Erano usciti insieme ma niente di serio… erano amici ed era anche passato molto tempo dall’ultima volta che erano usciti.

      Le avrebbe chiesto di uscire più spesso, ma quel Toya e il capo della sicurezza le ronzavano sempre intorno, ultimamente. L’ultima volta che le si era avvicinato mentre lei era con uno di loro, gli era sembrato di sentire un ringhio.

      Si guardò attorno nervosamente, sperando che fosse da sola. Non che ne avesse paura… no, mai.

      Suki notò il nervosismo di Tasuki e scoppiò a ridere. «Tranquillo, siamo venute da sole.» gli disse, poi sorrise per lo sguardo confuso di Kyoko e afferrò Tasuki per il gomito, facendolo mettere in fila con loro. Lei e gli altri che lo conoscevano sapevano che provava qualcosa per Kyoko… che era l’unica a non saperlo.

      Kyoko arrossì quando Tasuki si girò, non si era resa conto di quanto fosse diventato alto. «Ciao Tasuki, da quanto tempo. Ho sentito che anche quest’anno stai andando alla grande con i voti.». Il suo viso s’illuminò, era passato troppo tempo da quando erano usciti l’ultima volta. Si era sempre sentita al sicuro con lui… come se fossero migliori amici. Le era mancato.

      Tasuki le rivolse