rapidamente. Si stava in realtà riferendo ai preparativi emotivi di cui solitamente aveva bisogno prima di passare del tempo con la sua famiglia, ma certo non serviva che loro lo sapessero. “Dove vi metto? Ho solo una camera in più!”
“Cavolo,” disse Naomi, distogliendo lo sguardo dallo scaffale pieno di statuine che stava oziosamente scrutando. “Possiamo prendere un hotel, se serve. Sul serio, pensavo che saresti stata più felice di vederci.”
“Sono felice,” disse Lacey velocemente, anche se il suo tono carico di stress non suonava per niente convincente. “Sono solo stata presa alla sprovvista. È difficile farsi una ragione del fatto che siete tutti improvvisamente qui. Cinque minuti fa mi stavi mandando messaggi sul tempo e sulle montagne, e…”
Si fermò vedendo sua sorella che sorrideva e ammiccava con le sopracciglia. Alla fine Lacey capì a cosa si stava realmente riferendo la sorella in quei messaggi. Stava alludendo al loro imminente arrivo! Ma lei era troppo concentrata sulla situazione con Chester in quel momento, e non se n’era per niente accorta.
Lacey scoppiò a ridere e la bonarietà della situazione la aiutò finalmente a superare lo shock. Si avvicinò a sua madre e sua sorella e le abbracciò entrambe.
“Benvenute!” esclamò, con l’ospitalità che probabilità si aspettavano da lei fin dall’inizio.
“Questo è Chester?” chiese Frankie. Si era accucciato accanto a Boudicca e la stava accarezzando.
“Chester è dal veterinario,” spiegò Lacey. “Quella è la cagnolina di Gina, Boudicca.”
“Boudicca?” esclamò Frankie entusiasta, guardando Gina. “Come la regina guerriera celtica?”
“Ma sì! Giusto!” esclamò Gina guardando il ragazzino con occhi stupiti. “Come fai a saperlo?”
Frankie indicò i suoi ricci rossi e sorrise.
“È ossessionato da chiunque abbia i capelli rossi,” spiegò Naomi, con il tono di una madre che è arrivata al limite della propria pazienza con le fissazioni del figlio. “Ha deciso di studiare e scoprire di più su qualsiasi personaggio storico con i capelli rossi.”
“Ne conosco anche un sacco di britannici,” si vantò Frankie. “La regina Elisabetta I. Re Enrico VIII. Ron Weasley.”
Lacey ridacchiò. “Non sono sicura che si possa contare Ron Weasley come personaggio storico,” iniziò a dire, ma il suono del campanello sopra alla porta richiamò la loro attenzione.
Per un breve momento, Lacey fu felice della tregua fornitale da un cliente. Un paio di minuti di normalità le sarebbero stati utili per ricalibrare il cervello e digerire quella strana nuova realtà.
Ma quando vide chi era stato annunciato dal tintinnio, il suo stomaco le sprofondò sotto ai piedi.
Tom.
Cosa ci fa qui?! pensò disperatamente Lacey, ancora una volta pervasa dal panico. Non era pronta a presentarlo a sua madre!
Di questi giorni Tom era troppo occupato per passare a trovarla al lavoro. La stagione estiva portava tantissimi turisti a Wilfordshire, e dopo che la sua precedente assistente Lucia si era licenziata per lavorare al Lodge B&B, Tom sembrava non avere mai un secondo libero. Ma ora, nel peggiore dei momenti, era venuto a trovarla!
“Giorno,” disse Tom entrando, tutto occhi luccicanti e sorriso malizioso.
“Oooh,” disse Naomi sottovoce. L’espressione nei suoi occhi si era improvvisamente trasformata in quella di un predatore che punta lo sguardo sulla sua preda. “Salve, signor Meraviglia.”
Ovviamente quella mangiatrice di uomini di sua sorella non poteva lasciarsi sfuggire una bellezza come Tom.
Lui andò dritto verso Lacey e le schioccò un bacio sulla guancia. Lacey rimase impietrita, come a volersi preparare per un impatto.
Naomi sgranò gli occhi. Shirley li socchiuse. Frankie fece una smorfia disgustata.
“Bleah!” esclamò. “La zia Lacey ha un fidanzato.”
Tom la guardò accigliandosi. “Zia?” Poi sgranò gli occhi, comprendendo la situazione. “Lacey, questa è la tua famiglia?”
Prima che lei potesse rispondere, Naomi passò avanti e gli tese la mano.
“Sono Naomi, la sorella più giovane e simpatica. E tu devi essere Tom.” Disse il tutto con una voce sensuale che la faceva sembrare un gatto che fa le fusa.
Gli occhi di Tom scattarono di lato verso Lacey, come se fosse terrorizzato. Prese la mano di Naomi. “Bene,” disse con aria incerta. “Piacere di conoscerti.”
Naomi strinse la mano di Tom in una sorta di carezza. “Non mi avevi mai detto che era così bello,” disse a Lacey.
“Non ne ho mai avuto l’occasione,” rispose lei. “Eri troppo occupata a dare di matto dicendomi che era un santone serial killer.”
Tom ridacchiò nervosamente, lo sguardo che si spostava ansioso tra le due sorelle.
“Non essere sciocca,” esclamò Noemi. “Non ho mai detto niente del genere.”
Lacey ruotò gli occhi al cielo.
Tom cercò di liberare la mano dalla stretta di Naomi. “Lacey non mi aveva detto che sareste venuti a trovarla,” disse.
“Lacey non lo sapeva,” spiegò Naomi. “Volevamo farle una sorpresa.
“E ci siete riusciti benissimo,” commentò le sarcasticamente. Poi, rendendosi conto che il povero Tom era ancora prigioniero, disse con tono severo a sua sorella: “Puoi lasciarlo andare adesso.”
Non appena Tom si fu liberato dalla morsa della mano di Naomi, Shirley avanzò verso di lui. Era come guardare dei lupi che accerchiano un cucciolo di cerbiatto, pensò Lacey, trovando l’immagine in parte divertente.
Tom doveva essersi accorto dell’avvicinarsi di Shirley, perché sgranò ancora gli occhi. La donna teneva lo sguardo fisso su di lui, come se lo stesse curiosamente giudicando. Teneva ancora la braccia stretta attorno alla sua borsa a motivo floreale, come se fosse una sorta di scudo protettivo.
“Questa è mia mamma Shirley,” disse Lacey nervosamente, indicandogliela. La sua pazienza si stava lentamente esaurendo.
Tom parve stupefatto, proprio come era stata Lacey pochi minuti prima. Lei poteva non essere pronta a presentarlo a sua madre, ma a quanto pareva non era per niente pronto neppure lui.
“È un immenso piacere conoscerla,” disse Tom con tono gentile che mascherava lo shock sottostante.
Fece un passo avanti come a volerla salutare con un bacio, ma il fagotto che la donna teneva in mano gli impedì di avvicinarsi troppo, quindi rifece un passo indietro e le porse la mano. Shirley cercò di sistemare la borsa in modo da liberare un braccio, ma non ci riuscì, quindi Tom riportò la propria mano lungo il fianco e rimase fermo, con un sorriso timido e insicuro in volto.
Lacey non poteva che trovare divertente tutta quella scena. Almeno stava ripagando Tom con la sua stessa moneta! Magari ora capiva perché lei si fosse sentita così impacciata quando lui l’aveva presentata a sua madre, Heidi, mentre si era trovata alla stazione di polizia, sospettata per omicidio!
Shirley sorrise. “È un piacere anche per me,” disse, anche se Lacey era piuttosto sicura che la madre lo stesse mentalmente confrontando con il suo ex marito David, che Shirley ancora adorava, tanto da incontrarlo in diversi brunch.
In quel momento, Frankie apparve dietro alla nonna. “Io sono Frankie.”
“E tu da dove salti fuori?” esclamò Tom scherzosamente. Si guardò attorno in maniera esageratamente teatrale. “Siete tutti? C’è nessun altro che sta per saltare fuori dagli scaffali?”
Frankie ridacchiò.
“Hai un accento fantastico!” esclamò Naomi entusiasta. “Sei come l’eroe di una commedia romantica.”
Tom arrossì davanti al suo sorriso ardente. “Per quanto vi fermerete