Dawn Brower

Mai Sfidare Una Volpina


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rispose Billie, alzando il mento con aria di sfida. Non si era ridotta a sposare quel vecchio per niente! Sfoderò ogni grammo del suo coraggio. "Sono la duchessa vedova e ho dei diritti su questa proprietà."

      "Sapevo che lo avreste detto!” esclamò Zachary. Scosse la testa con disgusto e guardò il gruppo di donne con odio. “Non siete che una piccola arrampicatrice sociale che si vende al miglior offerente. Ma avete giocato male le vostre carte, signora. Non siete più che una vedova…e soggetta al mio buon cuore.”

      Lei lo guardò furente. Come osava trattarla a quel modo? “Pensate di me ciò che volete. Ciò che conta è che io sono legittimamente la vedova del defunto duca. E nessuno, men che mai voi, mi manderà via da qui.” Almeno…lo sperava. Confidava che il duca le avesse lasciato delle proprietà, delle finanze su cui fare affidamento. Avrebbe potuto ingaggiare un legale e difendersi.

      "Evidentemente non siete stata ben informata…signora duchessa. - sibilò Zachary con disprezzo, calcando bene quel duchessa - Secondo le ultima volontà del mio defunto nonno voi non possedete un bel nulla e siete assolutamente soggetta ai miei voleri…e ai miei desideri. Forse avete il diritto di alloggiare qui…ma se fossi in voi non ci conterei troppo. Non avete certo il mio potere, ed è risaputo che questo ducato non ha mai tenuto in gran conto le sue duchesse. Se rimarrete qui sarà solo per mio assoluta concessione…e non per altro.”

      Meglio di niente. Povera com’era, Billie sapeva di non poter contare che sulla generosità del nuovo duca. Era stato terribile , dopo la morte dei genitori, vedere smantellata la propria casa dai creditori, e ancora di più trovarsi in mezzo alla strada con quattro fratelli piccoli da mantenere. Non voleva soffrire di nuovo, e in modo così orrendo. Non sapeva ancora come, ma avrebbe trovato il modo per restare al castello e ad assicurare ai suoi fratelli e a se stessa un dignitoso futuro. Aveva solo bisogno di un po’ di tempo. “Se le cose stanno così, duca, allora non potrò che confidare nel vostro buon cuore. - disse, inchinandosi all’uomo - Ma sono più che sicura che avrete considerazione per la vedova di vostro nonno e le sue sorelle.” Aveva sposato un vecchio, diamine, poteva tenere testa a un giovane prepotente! E comunque…non aveva altra scelta.

      Zachary inclinò la testa di lato e la studiò attentamente. C'era qualcosa in lei, che lo attraeva e lo turbava…una strana espressione sul suo viso, che lo lasciava interdetto. Sembrava sincera…eppure i fatti e le circostanze dicevano il contrario. Scosse la testa, perplesso. “Attenta, signora. Potrebbero non piacervi le mie condizioni.” la ammonì.

      Quel nuovo duca sperava di farle paura. Ma si sarebbe accorto presto di che pasta era fatta lei…e la sua famiglia!

      "Comunque sia, per oggi potete restare. Ma vi avverto signora: detterò delle condizioni che vi faranno rimpiangere di non essere fuggita di qui.” Fece per andarsene ma, arrivato alla porta del salone, si voltò di nuovo e si rivolse al gruppo di donne, fisso su di lui. “Buona giornata, signore. Ma vi esorto a non rilassarvi troppo. Domani potrei aver già cambiato idea.” Ciò detto, l’uomo alzò il capo con arroganza e uscì, senza che nessuna delle ragazze avesse aperto bocca. Era questo che lo sconcertava: quel lungo silenzio, che non era affatto di terrore bensì di…di cosa? Aveva la brutta sensazione che se fosse riuscito a interpretarla nel giusto modo, la cosa non gli sarebbe piaciuta affatto…

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