lo farei.”
“Non pensi che potrei farlo?” Ero abbastanza sicura che avrei potuto. Se avessi fatto sesso con lui, il che era un grosso se, visto che era un adolescente sulla trentina destinato a mollarmi prima o poi.
“Quel tipo ti piace, anche se non corrisponde a tutti i tuoi requisiti. Anche se non corrisponde al requisito principale; è umano. Solo quello lo rende insolito. Aggiungi un esteso periodo di continuo contatto con lui, trenta giorni passati a fissare il corpo del tuo sexy istruttore di yoga e penso che ti prepari per un immenso dolore. Con un umano, Megan.”
“Ma lo è?” Perché c’era stato quel commento tagliente sul preparare un favoloso Bloody Mary, accompagnato da uno sguardo stranamente d’intesa. “Pensi… voglio dire, è un’idea folle, ma pensi che ci sia la possibilità che possa essere un vampiro senza che noi lo sappiamo?”
“No.” Il suo tono privo di emozione non lasciava spazio alla discussione.
Ma… io un po’ volevo che fosse un vampiro.
Mi rifiutavo di contemplare da vicino quel desiderio. “E se si fosse semplicemente trasferito qui?”
“L’ha fatto?”
Maledizione. La sua band. Ed era anche amico di Millie. “Non credo.”
“Allora non è un vampiro. Conosco tutti i vampiri del posto.”
Ed era vero. Era una piccola comunità, ma il modo in cui Yvette sapeva tutto di tutti era davvero inquietante. Era informata a livelli da stalker.
“Il tuo consiglio è di alzare i tacchi. Concedere la sfida, dimenticare il non-così-peloso figo peloso. Fare finta che non mi abbia mai baciata, palpeggiata o sfregata. Tutto perché tu pensi che io possa diventare completamente sdolcinata o stupida per questo tizio. Perché non pensi che possa avere una relazione puramente sessuale con lui.” Avevo fatto una pausa, poi avevo tirato fuori un pezzo di informazione vitale che fino a quel momento avevo tenuto nascosto. “Ho detto che ha un cazzo enorme?”
Se qualcuno, anche solo un giorno prima, me lo avesse chiesto, avrei detto che la dimensione del cazzo era irrilevante. A parte proprio il minimo sindacale, per me è più una questione di attenzione mirata, di mani, di lingue e di denti. E di baci. Adoro i baci. Sono il tipo di ragazza per cui conta di più saperci fare che la dimensione, e il bacio batte tutto il resto.
Ma… potevo sbagliarmi.
E se il tipo ci avesse saputo fare e fosse stato dotato?
“Cazzo,” aveva borbottato Yvette. “Farai sicuramente sesso con questo tizio.”
Le parole di commiato di Yvette, prima di chiudere la telefonata, erano state: fai attenzione. E non stava parlando di sesso sicuro.
Stava decisamente parlando del mio cuore.
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