Javier Salazar Calle

Ndura. Figlio Della Giungla


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      Ndura.

      Figlio della giungla.

      Di

      Javier Salazar Calle

      Titolo originale: Ndura. Hijo de la selva.

      Copyright © Javier Salazar Calle, 2020

      1ª Edizione

      Traduzione di

      Caterina Pittalomo

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      Dedicato a tutti coloro che, come me, vivono avventure e viaggiano senza muoversi, perché fanno si che il potere dell'immaginazione sopravviva in questo mondo.

      Dedicato specialmente al mio migliore amico, che è morto molti anni fa e a mio figlio Alex, che ha ereditato il suo nome e per il quale ho grandi sogni.

      INDICE

       GIORNO 0

       GIORNO 1

       GIORNO 2

       GIORNO 3

       GIORNO 4

       GIORNO 5

       GIORNO 6

       GIORNO 7

       GIORNO 8

       GIORNO 9

       GIORNO 10

       GIORNO 11 E 12

       GIORNO 13

       GIORNO 14

       GIORNO 15

       GIORNO 16

       GIORNO 17

       GIORNO 18

       GIORNO 19

       GIORNO 20

       GIORNO 21

       GIORNO 22

       GIORNO 23

       GIORNO 24

       GIORNO 25 E 26

       GIORNO 27

       EPILOGO

       ALLEGATO I: glossario e piante

       ALLEGATO II: glossario di parole in pigmeo

       ALLEGATO III: sopravvivenza reale nella giungla

       BIBLIOGRAFIA

       Altri libri dell’autore

       Sull’autore

      Comincia l’avventura…

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       Sono nel mezzo dell'Africa profonda. Seduto, appoggiato al tronco di un albero. Mi è salita la febbre; il mio corpo ha convulsioni e brividi sempre più frequenti; un dolore non localizzato è l'unica cosa che percepisco del mio organismo. Non riesco a smettere di tremare. Sono in cima a una collina. Dietro di me la giungla; una giungla lussureggiante, selvaggia e spietata. Davanti a me scompare come per magia; solo ceppi sparsi, resti di un disboscamento intensivo, danno un'idea di quello che c'era una volta. Sullo sfondo si distinguono le prime case di una città incipiente. Fango, foglie e mattoni mescolati. Civiltà.

       Sono a migliaia di chilometri da casa mia, dalla mia gente, dalla mia famiglia, dalla mia ragazza, dai miei amici... Mi manca persino il mio lavoro. La vita comoda, il poter bere con il semplice gesto di aprire un rubinetto e mangiare semplicemente ordinando in qualsiasi bar... e dormire in un letto, caldo, asciutto e sicuro, soprattutto sicuro. Come mi manca quella tranquillità! Quando l'unica incertezza era sapere come avrei passato il mio tempo libero nel pomeriggio quando sarei uscito dal lavoro. Quanto mi sembrano assurde, adesso, le preoccupazioni di prima: il mutuo, lo stipendio, la discussione con l'amico, il cibo che non mi piace, la partita di calcio! In particolare per il cibo...

       È chiaro che il bisogno di sopravvivenza cambia il punto di vista delle persone. Almeno a me è successo questo. Che cosa sto facendo così lontano da casa mia, morente, ai margini della giungla equatoriale dell'Africa centrale? Come sono finito in questa situazione dantesca e apparentemente irrimediabile? Qual è la genesi di questa storia?

       Ripasso mentalmente le terribili circostanze che mi hanno portato sull'orlo della morte, all'ingresso