Gerardo D'Orrico

Siamo Già Noi Tra Dieci Minuti


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non ha sapore, persone incolori che c’interessano… dove avremo sbagliato, non siamo qui o di queste parti, già lasciamolo stare quell’affare poi non era troppo avanti, saranno solo parole e oscene faccende di sangue. Inventato anche ‘l fatto che nessuno risolve, si risale dal piano terra all’ottantesimo solo con un ascensore, ch’era stato costruito e sistemato in quel posto per quel motivo, guarda fuori casa non dobbiamo prenderci in giro se la realtà va spiegata, e le persone insomma sono quel che dicono gli altri. Fai quel che vuoi fare se per te sembra giusto o va bene, sai quante cose o anche pensieri erano vietati tempo fa, rispettando la legge per magia tutto sarà concesso, non è vero che qui è sbagliato o tutto vietato, a pensarci bene sarà l’ignoranza o il potere. Il padrone fa lì, il male.

      Cosa? Scatole, oggetti nascosti che non hanno luce d’esperienze dall’ignoranza ehm, dalla dimenticanza, dopo tutto era lo stesso questo mobile… quel che riguarda e cos’è concreto, non fermarti mai già poi finiscono le batterie, ma tanto per cosa importa da qualche parte si doveva pur finire, è assenza di Stato o di quelle meravigliose leggi che ci farebbero più belli che invece fanno continuare all’incirca così: io, tu poi tutti sono sempre di più o il contrario stop, era vietato anche un solido pensiero anni fa, dire o fare senza per colpa di chi era, come siamo contemporanei vero.

      Un gruppo sanguigno inesatto dalla storia e poi silenzi, nulla di peggio ma siamo informati sull’avvenire che non sarà più un male e siamo anche oltre già, da sempre si è saputo e qualcuno lo dice che ha confuso la strada, pure per questo esiste un cammino. Viaggiamo assieme al mondo, siamo già cose assurde in posti sbagliati, potrebbe sembrare lo Stato invece era male anche solo per farci commette errori, ti ho detto tutto mentre a ora le cose da dire si sono moltiplicate o si fanno più veloci, e ancora una volta sarà chiamata una procedura base per il ritorno in un uomo, uno per uno o un incontro dunque umano ch’è stato modificato prima. Tutto per caso cari signori o, è sto male da buttare ehm, chi non ci ha fatto cucire il nostro abito completo, serve uno studio di settori personali intesi come futuro da evitare, un software in sintesi, lo Stato o un consiglio di un amico.

      Si finisce dove sei andato a finire, nei discorsi che si fanno o faranno, in una leggerissima questione a volte solo software ma presente come degli errori o in quello che non farai, le cose nessuno vedrà, le persone che frequenti. Cosa hai fatto, cosa ti aspetti, cosa ti hanno cancellato nel programma, cosa dovevi fare che non hai realizzato. Il concetto esiste non lo puoi eliminare da solo a casa o lo vogliono far dimenticare come superfluo, forse credi che loro ti faranno dimenticare cosa devi ma, si dimentica solo l’atto che dovevi e sembra già un reato di proprietà del creatore, ricorderai invece dove la barca approderà ehm, la banca. In fondo è così che sono andate le cose, nessuno diceva niente e tutto è scomparso.

      Guardati intorno si supera il colle infuocato, si rinasce diventando di nuovo se stessi dopo un errore, su questo pianeta alla fine dell’anno zero otto di forme infinite, alcuni spingono dicendo tra un po’ si finisce che non succederà più nulla, invece si continua così ormai è questa la vita. Tu sei un bene, il tuo dovere sarà un impegno singolo, devi far com’era il bello o il tempo di una volta, quel che non hai fatto ti rimane per dopo, come le tue camere oscure. Lì dove c’è nessuno, si dovrebbe trascorre l’intera giornata, la vita intera.

      Altro, altri discorsi dopo saranno tutti erronei, sembra un vento che ci investe in modo contrario. Ritornerà quel che non hai accettato, come cosa si diceva peccando non esser vero, anche solo per far le stesse cose e poi morire, nessuno ci dice come stanno le cose si solo parla, non si può fare niente per quelle realtà mal costruite, chi sono quelli e chi è in fondo la tua grande persona, un italiano incorretto dopo una catastrofe di milioni di persone, nel silenzio.

      Il problema sarà all’inizio, una volta spiegate le sue entità fondamentali per questa esistenza va sempre meglio, come a volte le parole si consumano da sole, senza esser neanche dette. Se vuoi diventa tutto per noi, se si trovano dei cardini per cui le decisioni sono, dice rubalo ma cosa s’è già finita la giornata, oltre tutto e tutte le cose d’amare e da dire, c’è da fare ordine nel caos delle nostre ingiustizie, dopo tutto quel che non si è fatto in quest’anno passato non si finirà mai… invece guardi meglio o ti giri ed è già finita, come altre oggettività sono diventate oggetti tridimensionali e quanto sono importanti.

      Troppo e da troppo, si riesce da una parte sola, da dove era giusto andare prima, in fondo sarà la più efficace. Fiori che ‘l giorno fa finire dietro la sua luce, dentro una sera che non si conclude se non a Roma termini. Fine the end, dopo solo si riparte lo stesso per non tornare nel posto dove a quell’ora noi non c’eravamo, dove finisce la vita s’incomincia a creare nella storia. Siamo tutto quello che serve alla vita, ma se siamo noi a cambiare non succede niente di anormale, sembra già risolto quel che stiamo cercando, ma ansimando le persone passano sotto alla finestra di casa. A volte basta parlare, a volte è solo un po’ troppo piccante, in una città che non si può far niente poiché noi non esistiamo già, riprova a parlare con quei strani tipi dei nostri amici per vedere che ne pensano della situazione. Digli: come posso fare a dirtelo, che non ci sei più dentro i miei occhi. Ho ancora sonno respira, i consigli qui costano caro.

      

      “Da qualche parte si doveva pur cominciare, potresti iniziare così anche la destituzione di cosa non sei, cosa ti fanno capire per tuo o ti appartiene di più… il tuo profondo preso in giro.” Ciao G.

      2. L’età anziana

      31.01.2009

      Vivere o restare senza possibilità di non credere nel bene e avere la certezza di sapere quando si è stati derubati, immagino così anche la mia terza età o, un viaggio nella solitudine, un confronto tale che la vita non può tradire, molto peggio di dire un matrimonio. Di sicuro un rapporto politico interessato a una parte sociale di noi quando eravamo giovani, la fantasiosa vista del presente con i suoi sviluppi che non terminano mai, un momento della vita fatto non solo di ricordi ma, di una profonda coscienza e conoscenza intera.

      È uno specchio da sapere quel male oscuro che toglie la luce alla vera verità, che ancora sfugge alla parola, alle azioni o alle opere che tutti sogniamo essere presenti. Conosco quel posto dove vuoi che ci incontriamo ancora, dove dicevi era meglio vederci o, quanti scalini ci sono per quel al di là che sa molto di qua, com’è terrestre quel mostro che serve evitare giunti al punto, ed è ancora lì che non sa cosa vuoi, ogni problema nasce dove finisce la competenza dell’argomentare. Il fondamentale asse di spostamento verso la terza età che non sembra un problema, dato la grande quantità di persone e idee che ci portano avanti il giorno, sarebbe meglio cancellarsi la solitudine. Un universale discorso parte dal mondo ch’è cambiato, le parole che sono utili ancora più di prima o un oggetto capiente, mi sembra di essere tutti in gioco da bambini non si sa cosa è successo, non per il reale ma per il sogno che si dice interrotto, per ch’è nell’aria non negli acquedotti del nostro main city, che nessuno riesce a dire quello che per tutti sarà così. A volte diventa difficile parlare, spesso si è impediti da quelle cause temporali a cui noi non corrispondiamo, ci dissociamo dal presente o meglio dire dal passato recente.

      Mentre il secolo va noi restiamo, lo faranno gli altri il tempo e in quel modo procede o funziona, ma le prospettive future sono davvero varie, non un canone d’idee che quel partito ci vuole far credere. Il vero è caro di questi tempi… anche se una cancellazione non può durare per sempre e già si recupera questo secolo del bene, una luce del quadro sul tramonto o sull’alba risana le ferite. Il nostro recapito, i nostri ricordi, il sogno a volte appare, non si è più soli ch’è meglio… dopo si vedrà cos’era il gusto dentro, un niente al sapore della polvere da sparo, così quelli ci dicono ancora che non siamo noi o, che questo discorso va fuori dal rigo, sembra un mondo di spazzatura ma di certo non si sbaglia a parlare il nostro pensiero concreto.

      Solitudine un argomento come altri poco sociale, come essere la morte o lo spazio vuoto, a volte sono le parole a non uscire dalla bocca o non si riesce da soli a tirarle fuori, sono problemi quotidiani non parlarne. Un groviglio d’assenze e d’essenze che non costruiscono pesi di misure temporali, di cosa farai dopo, di spazio e soprattutto di età anziana, quel che sarà essere anziani. Tutto in un punto, in una miniera: il falso, il profano le cose che non sono bene, la