Gerardo D'Orrico

Dillo Tu Te Stesso


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s’era staccata la cornetta dal telefono e il perché non funzionava la festa o le feste, oppure sarà colpa dei tedeschi ancora vivi oggi.

      La musica americana, i film americani, le persone americane, i rapporti tra le unità non robotizzate, la possibilità di correggere i propri errori, le copie della nostra vita, tra l’altro come si cambia un bene, le nostre culture per quel poco di forza che ci rimane, oggi isolati dal resto del mondo, le nostre auto distruzioni, odi al vero latte, dal vero a chi ci procura il male, chi produce vive troppo nel profondo. Altre persone dentro di noi, dov’è il nostro impavido sogno che ci libera, serve parlare per scarcerarsi, liberarsi da uno Stato che non c’è. Ogni persona sarà viva, non credi? Chi ha perso è stato ucciso, esiste una strada per arrivare dove vuoi andare, errando tra le solite cose e un morto vivente da evitare, come le stesse cose pagate di un altro anno tutto pagato, invece per l’anno prossimo tutte le bollette e le assicurazioni, com’è domani la nostra cecità mi vien da ridere, il tempo non cambia per sé stesso.

      Il Sole del nostro piano rialzato, ricordi balbetti ancora mentre parli… la tua cecità sarà la mia morte, sembra un onesto ma disinteressato mondo, chi vuole non far vedere oggi mentre arriva, non si credeva essere un ignorante o la meta del male. Peccatori nell’ombra vivono nella notte il giorno, un fondo esiste come in un bicchiere per forza, quelle saranno idee o realtà oggettive non composte, non fabbricate come se mi chiami mi parli, se non mi hai chiamato no. Esiste una macchina in ultimo per funzionare, serve solo saperla usare non steccare, non deve arrivare esiste, è accesa siamo noi distratti, ignoranti.

      Ciao tutto ‘l Sole che i bambini piangono, tutto quello che si vuole in casa nostra sarà già da un’altra parte ma anche qui, alcune cose non si possono tenere a casa, non sono nostre, da solo lo vedrai che bel male hai intorno casa. Avevi, poi avere il nostro futuro sembra troppo adesso o… non sarà mai più, un treno passa o non ci sono più le stazioni, ci saranno troppi pochi giovani vivi da sempre ormai, un ricordo il tuo taglio preferito. Vedrai ch’è un nerd in più, un uguale male ciò di cui nessuno si occupa per mancanza d’efficienza statale o per il malfunzionamento. Appariamo troppo grandi o siamo tutto per noi e per gli altri, un tempo bastava presentarsi e vedere cos’era la realtà, non si dovrebbe vivere nel male, nel male si resta immobili. Oggi sei vivo esiste sempre un giusto peso agli oggetti o alle persone, non si può andare dal panettiere per comprare un caffè, mi sembra molto in più cosa si pensa, le persone non si toccano, non si offendono, non si parlano anche se qualcuna la vedi tra le parole del discorso che ti taglia… resta già fatto come se uno sarà o non sarà qualcosa, qualcuno.

      La verità del dolore non resta il nulla, il dolore per trovare le persone, le medicine o le filosofie a cui rivolgersi, già… qui nessuno rimane solo noi o qualche sgobbone e male, magari falso fascista invertito e infame, una piccola inzuppata di muco non vede cosa diventa la vera assenza di Stato, la fiamma che incendia oggi libera le arti anche per i prossimi due anni o per andare a mangiare, in montagna assieme alla natura… cosa dire veramente, solo chi s’interessa alla tua linea di prodotti, poverino si era fatto male davvero, dove finisce quella linea scura per entrare nei codici, una verità per tutti al centro del colore, della vita. Liberati siamo in un carcere immaginario, originalmente falso e mediocre, diventa tortuosa la vita per andare oltre dove dobbiamo superare, qui non si esce ora ci arrangiamo senza qualcuno, che parla da un tumolo d’idee morte o umani vivi in altro posto impossibile… non toccarli sono zombi, falsa spazzatura imbellettati per assomigliare al male che lì governa. Uno Stato d’aria lambisce le sue realtà come se non esistessero, la matematica verità estranea a chi l’ha creata, nella speranza a dopo, all’altezza di un massimo umano e uno specchio davanti a tutto ‘l corpo, dall’altra il paradiso o l’amante, le corna o uno stato di sopruso, questa è solo una sopraffazione, un’ingiustizia se non un reato non rendersi conto, di quanto si vive in basso. Stop, topo.

      Sarà una guerra fredda vinta, la libertà che ci libera, siamo persone differenti, dei motivi, le intenzioni e delle decisioni di gusti, e anche nella carne un umano da seguire non solo come una macchina, non solo mal denunciare cosa le sfere, i quadrati ehm, la pelle sarà a partire dalla mattina… responsabilità allo Stato, le nostre o quelle degli altri chissà dove sono, beati saranno quelli che con i propri occhi hanno o vedono la verità. Sembra il mese cui correva l’anno e il giorno di oggi, in cui ci svegliavamo come si poteva rubare un nostro computer, un hardware, un software che si svegliava, ma così diventa ancora più difficile parlare dei giorni nostri, troppe intromissioni o superstizioni, valchirie anarchiche false e rubate, ladri di prepotenti, forsennati… in ogni modo cari anche se siete nuovi le regole sono ben installate per sempre, la legge applicata sarà associata alle arti mediche e legali ancora da sempre.

      Cosa senti sarà quel che si deve essere, dovreste essere allenati in questa palestra a quella forma di caso che tira blasfemie beh, non ci pensare succede e quello piangerà come un folle l’arrostito, dunque ne so di più io… essendo lì dove succedono delle idee di altri problemi in passato, di cosa si deve e cosa non si può ora. Il giorno da solo si presenta per andare al lavoro o, per esempio per dire chi sei e cosa ne vorresti da chi, dove si paga pensa a come si potrebbe rallentare la vita, ok… ritornando ai nostri corpi ben decisi, guardalo che ha il ferro nelle mani e comunque continua a girare, fermalo non serve ridere di chi non deve ascoltare o non sembra nemmeno un diavolo… da allora non sarà possibile tutta la quantità a casa o agglomerare diventa tutto ‘l potere che si dice un’amplificazione, un giornale o altro. Ah, resta una guerra fredda ehm, calda tutta da vincere qui invece, ci sono tutte persone che hanno perso, non s’immagina quanto e precisamente quanto eri in basso o gli altri e anche io. Il resto lo vedi… è il comune invecchiato, o altre cose che si discutono davanti alle persone con riforme, o in carcere agli addetti responsabili.

      Sarà quel che ricordi… la tua potenza, la resistenza, l’ignoranza delle persone o la tua epoca, chissà cosa si cancellerà ancora per non esistere più, serve stare attenti lo stesso molte false persone volevano loro fare noi, e noi stessi altri noi ma forse saremo già presenti e modificati per gli usi di un potere malsano, come di sicuro nessuno ci crea umani già conformati, lascialo andar via dalla tua vita quel maledetto pepe e sale, saranno sbagliate le sue idee già nel proseguire, molti problemi sono risolti mentre si parla… ti uccidi da sola mentre ti voleva far diventare lui stesso, così già si ricorda un male dunque, sembra già quel che ci hanno rubato ieri per poi portarlo loro a noi, per finire solo da te può essere vero te stesso, nessuno ti crea. Alcune specie d’umani in Calabria, anche la sera preferiscono arrivare verso di loro da soli, alcune cose si pensavano, nessuno parla con te, lascia stare pure i tuoi errori mi viene da ridere, era un gioco per persone coscienti di guerra non credere, nella principale interruzione in vita o parlare dei problemi di queste persone. In questa fine estate non si sa mai cosa succede, forse i fascisti moriranno per sempre o non se ne vedrà mai la fine, dei nostri cari e vostri globi. Una precisazione per fascisti, penso a persone che hanno bisogno d’aiuto.

      Buona fortuna popolazione terrestre dimenticata, abbandona la tua memoria e i tuoi compiti come i nostri ricordi, non le responsabilità di un mondo che da un sogno sarà realtà, o come invece è diventato una costruzione. Quanta differenza, tra ieri sera e il giorno che incomincia adesso. No, noi non ci faremo male, ora prosegue un altro.

      

      … ed è già finito qui il meglio del dolore, i soldi e la pace. Ciao, G.

      2. Guarda come muoiono i mali

      Prima è dopo, 29.09.2010

      È settembre zero dieci solo il rumore del telefono rotto, solo cose dell’impossibile… non credi un male sarà uguale dappertutto, inutile cominciare una parentesi che si può cadere, chi dice in questa casa di bene come mai parlavi del male, tu non volevi farlo e diventa sempre lo stesso imbarazzo, sono le stesse persone. Io di qua, tu di là non si sapeva ch’era solo un’appartenenza nella vita, non si era imparato che la parola vita si riferisce, alla questione principale dell’aria compresa nel corpo.

      Quel che censurato oggi? il ritorno ad esempio mi dici tu a me, e si occupando sempre lo stesso posto sulla terra dei mali arrivano, pensano che sono io te stesso più quante cose non si dicono di oggi o qualcosa di simile. Ora o dopo sentirai il futuro ch’è adesso, in altre