> Il sole di mattino avanti varca; regna la pace in mezzo al mare… Colà si vede una corsara barca ed in orizzonte fra poco spare… Un pirata solitario piano rema; le coste lasciò indietro il dorso… Non mica sente nessuna tema, benché tiene un casuale corso… *** Per le traverse solo mi muovo, ecco ritorno col vento salente: in rive marine vengo di nuovo, come lo stesso pirata valente. Dalla città io rivenni col treno, tale tempo non ero in natura; a ladroneria non ci posi freno, pure la polizia non mi cattura. Ma qui restare non ha ragione, ben presto come eremita esco: io vivo senza patria e magione, non pianto il binario piratesco. Ne la partenza di mattino sarà, la rotta errante fra poco terrò: me ne sederò in barca corsara, nel mare aperto fuori io verrò. Senza paura in cimenti io sarò, remando verso le parti fosche; al primo porto fermata io farò, dove passerò ad opere losche. Menerò la vita contro le corna, ed i rovesci con onore porterò; forse anche a retro mai torna, però la schiena io non volterò… Ed adesso così faccio la siesta; il tramonto mi colse in sponde: sulla rena posi la stanca testa; le piante carezza fanno le onde… La canzone di rondini si sente: sotto le nuvole insieme girano; oltre va il mio sguardo silente: i lontani scurenti me ne tirano…
In selva a notte
In selva a note
In tarda notte entra la natura,
ed una pace in cerchio domina;
un fresco emette l′aria satura;
il chiaro di luna i boschi lumina…
Uno spunta dal bruno cantone,
sopra di cui blenano dei lampi:
per la selva marcia un paltone:
di recente lui evase dai campi.
Non pescarono le cagne prave:
la galera in passato è restata,
ma recarono una botta grave:
la sparata sul braccio è stata…
Non si vede il sentiero verace,
che lo porterà fuori la foresta;
tre giorni vaga il ladro tenace,
pure la forza di volontà resta.
Lui continua la sua via dumosa,
tra breve lava la ferita il fonte;
poi vi scende la nebbia fumosa,
le coltre di cui velano il monte…
Verso le caverne ecco ascende,
trova per sé un riparo placido;
esso ai rami un fuoco accende,
in terra giace col viso flaccido.
Quasi una giornata non dormì,
perfine riposa in foresta folta;
ascolta la voce dei neri stormi:
loro si librano in celeste volta…
Da tempo sparve la luna glacé,
ed un freddo severo qui venta;
non arde ormai nessuna brace,
per intero la fiamma è spenta.
Il predone già respira a stento:
perse la possa ed assai sangue;
adesso nei sonni penetra lento,
però la luce di speranza langue.
Lui sdraiato sta un gran pezzo
e forse per sempre vi resterà;
dorme la grossa in tale mezzo
e forse domani non si desterà…
In verde radura
In verde radura
Si apre una mattina di maggio,
il chiaro solare deste la natura:
ecco ci penetra il primo raggio,
colma di lume la verde radura.
Resta la pace in vicino cerchio,
ed un ruscello per ci solo versa;
noi siamo sotto il pino vecchio,
ed un uccello vola in aria tersa.
La levata ci scontra sul terreno;
sta con me la ragazza amante:
a notte ci trovammo al sereno,
sotto la falce di selene calante…
Si spense da tempo la fiamma,
ed il giorno comincia a rilente:
un pastore da lontano chiama,
ne spezzando la mane silente.
Qui la voce paesana trova l′eco,
e sul prato uno stallone si vede:
al margine boschivo lui ci recò,
però di vista fra poco si perde…
Dalla città noi costì evademmo,
di corsa vincemmo i gendarmi:
una banca noi colà invademmo,
la razzia faccemmo con le armi.
Cerca la polizia un gran pezzo,
pure non scova le nostre orme:
ci nasconde un arcano mezzo;
sono lontane le urbane torme…
La via di paltoni così tenimmo,
casa costante non si deve mica;
ed ora a caccia fuori venimmo,
per la foresta vado con l′amica…
Di nuovo siamo contra i venti,
come un paio insieme vivente;
con onore passiamo gli stenti,
non abbiamo paura da niente.
Una vita pesante noi ci tiriamo,
ma non vale ne tornare in città:
una storia di romanzo viviamo,
in dove