Ho inteso, sì! Ecco… (D'urgenza, pone la spolverina sul canapè, afferra una sedia e gliela offre.)
(siede) Benissimo. (Indi, con i gesti, gli dice di pigliare un'altra sedia e di sedere presso di lei, dirimpetto.)
(obbedisce.)
Benissimo! (Pausa. E, d'un subito, assillata da un'impellente curiosità, vivamente comincia) Sicchè… (Ma s'interrompe e si trattiene per non rivelarsi.)
Sicchè?..
Di che cosa vogliamo discorrere, cuginetto?
A vostro piacere.
Discorriamo un po'… discorriamo un po'… del signor Corrado. Eh?
Discorriamo un po' del signor Corrado.
Qui, in campagna, lo vedete spesso, voialtri?
Assai spesso lo vediamo. Egli è di casa. E poi il villino suo è attaccato alla nostra villa. I due parchi ne formano quasi uno solo. Non li divide nemmeno una siepe.
(arzigogolando per conto suo, tace.)
(per prolungare il discorso) Se non m'inganno, una volta, anche quel villino apparteneva a noi: alla famiglia Carmineti… E, una ventina d'anni fa, egli deve averlo comprato dal mio babbo, di cui era intimo amico… Perciò i due parchi…
No, vedi, di tutto questo non me ne importa niente.
(con semplicità) Discorrevo del signor Corrado per accontentarvi.
(irrequieta, bisbetica) Te ne ringrazio, ma… passiamo oltre. Basta di lui! Sì, basta, basta! Perchè non ci occupiamo di te, invece? Ne so così poco! Desidero saperne un tantino di più.
(con una certa emozione) Non ne vale la pena…
(canzonandolo graziosamente) O cielo! Com'è modesta Sua Eminenza!.. (Mutando) Ma sai che quanto più ti guardo più mi sembri diverso da tuo fratello primogenito? Siamo stati insieme, a Napoli, parecchie ore, di recente. Posso far bene il raffronto. Nessuna rassomiglianza tra voi due. Nessuna! E io preferisco te. Egli, si capisce, ha i vantaggi che gli dànno l'uniforme d'ufficiale di marina e il suo tenore di vita brillante. In complesso, intendiamoci, è un amore di giovanotto. Ma in te c'è più fondo: c'è un non so che di più intrinseco. Ho l'occhio esperto, io!.. È proprio un peccato che ti sei fatto prete!
Cioè… cioè… mi farò prete. Non lo sono ancora.
A vederti si direbbe di sì.
Ce ne vuole del tempo prima ch'io sia in grado d'ordinarmi in sacris. Per ora, sto chiuso in seminario.
Io t'ho trovato qui. Hai l'ubiquità di Sant'Antonio?!
Ho avuto una licenza per ragioni di salute.
Per ragioni di salute!.. Povero figliuolo!.. Di che sei malato?
Non saprei… Lì, in seminario, avevo dei turbamenti, dei capogiri, degl'incubi…
Oh, che brutta storia è questa!.. Ma di' a Nanetta, ragazzo: in sostanza, te la senti o non te la senti la vocazione?
Quale?
Dio benedetto, la vocazione del sacerdote!
Me la sento, me la sento.
In coscienza?
In coscienza.
La mia impressione è che quella non sia una faccia di sacerdote.
A poco a poco, lo diventerà.
Lo diventerà se ti truccherai, come fanno gli attori. Ma, sotto la truccatura, ci resterà sempre una faccia destinata… a tutt'altro.
A che?
Auff!.. Che domanda oziosa!
Io non capisco.
Neanche approssimativamente?
(abbassando gli occhi) E come potrei capire, cugina?
(con un lieve sgarbo, alzandosi) Vai, vai!.. Vedo che in seminario ti hanno già inoculati… i semi della finzione!
(mostrando un improvviso rammarico) Non dovete, per un nonnulla, formarvi un cattivo concetto di me.
È inutile. La finzione non mi garba, non mi piace. È inconciliabile col mio temperamento. Guarda: io ero felice del nostro incontro come se avessi ritrovato, dopo una lunga lontananza, un fratellino fatto grande; e quel tuo contegno di monacella al confessionale mi guasta tutto.
(per giustificarsi) Eppure, cugina… se voi vi metteste nei miei panni…
Sarei un seminarista alquanto sospetto in seminario!
No, non scherzate su questo!.. Se vi metteste nei miei panni, intendereste voi stessa che qui dentro (accenna agli abiti che porta) si finge un po', è vero, ma si finge inconsciamente…
E, per giunta, ti ostini a darmi del voi, il che mi riesce opprimente!.. Come si fa a dare del voi a una cugina?.. E poi, è così bello il tu! È così buono! Aiuta a diventare schietti, a diventare leali…
Ma non è rispettoso e il dover mio è di rispettarvi.
Obbligatissima! Non voglio essere rispettata. Il rispetto mi accresce gli anni. Ne ho già abbastanza.
Vorrei averli io gli anni che avete voi!
Perchè tu, con gli anni che ho io, saresti per lo meno vescovo; ma io non lo sono. (Con burlesca imperiosità) Insomma, poche chiacchiere: se da oggi innanzi non mi dai del tu, ti abolisco come fratello!
(animandosi, levandosi) «Da oggi innanzi» avete detto?.. (Correggendosi e ripetendo per abituarsi:) «hai, hai detto», «hai detto».
Da oggi innanzi: precisamente.
(giubilante) Ciò significa che resterai un pezzo con noi!
Chi lo sa! (Sospirando) Io lo spero!.. Dipenderà da un affaraccio!
Da un affaraccio?!..
Purtroppo, cuginetto! Tutta la mia vita dipende, oramai, da uno di quegli affaracci che càpitano addosso, quando il diavolo ci mette la coda. Lo conosci personalmente, tu, il diavolo?
(sorridendo con riservatezza) Personalmente, no.
Io, sì. Tu vedessi che po' po' di coda!.. Ci si inciampa e non c'è più modo di trovare l'equilibrio. (Con una scherzosa aria di mistero) Sono innamorata, pretino mio!.. Accidenti all'amore e a chi lo inventò!.. Non furono mica Adamo ed Eva, sai. Quei due lì inventarono una faccenda più pratica.
(di nuovo imbarazzatissimo, riabbassa gli occhi.)
Vieni qua! Vieni qua! (Espansiva, quasi