che fu conservato quasi per un secolo nel palazzo Imperiale. Vedi Plin. (Hist. nat. VIII. 3) e le giudiziose osservazioni di Freret (Mem. de l'Acad. Tom. VII. p. 321).
130
La favola de' pimmei è antica quanto Omero (Iliad. III. 6). I pimmei dell'India e dell'Etiopia erano (trispithami) alti ventisette pollici. Nella primavera marciava la lor cavalleria (sopra capre e montoni) in militare ordinanza per distrugger le ova delle grue: aliter (dice Plin.) futuris gregibus non resisti. Le loro case erano formate di terra, di foglie e di gusci di conchiglie. Vedi Plin. VI. 35. VII 2., e Strabone l. II. p. 121.
131
I Volumi III e IV della stimabile Storia dei viaggi descrivono lo stato presente de' Neri. Le nazioni delle coste marittime si sono incivilite pel commercio Europeo; e quelle dell'interno del paese sono state migliorate dalle colonie Moresche.
132
Hist. Philos. e Polit. Tom. IV. p. 192.
133
È originale e decisiva la testimonianza d'Ammiano (XXVII 12). Si son consultati Mosè di Corene (l. III. c. 17. p. 249 e c. 24. p. 169), e Procopio (De Bell. Pers. l. I. c. 5. p. 17. Ed. Louvr.), ma bisogna far uso con diffidenza e cautela di quest'istorici, che confondono i fatti fra loro distinti, ripetono i medesimi avvenimenti, e v'inseriscono stravaganti racconti.
134
Forse Artagera o Ardis, sotto le mura di cui restò ferito Cajo nipote d'Augusto. Questa fortezza era situata sopra Amida, vicino ad una delle sorgenti del Tigri. Vedi Danville Geogr. anc. Tom. II. p. 106.
135
Il Tillemont (Hist. des Emper. Tom. V. pag. 701) prova colla cronologia, che Olimpia deve essere stata madre di Para.
136
Ammiano (XXVII. 12. XXIX. 1. XXX. 1. 2), ha descritto gli avvenimenti della guerra Persiana, senza le date. Mosè di Corene (Hist. Armen. l. III. c. 28. p. 261. c. 31. p. 266. c. 33. p. 271) somministra altri fatti; ma è sommamente difficile il distinguere il vero dal favoloso.
137
Artaserse fu successore e fratello (cugino germano) del gran Sapore, e custode del suo figlio Sapore III (Agat. l. IV. p. 136. Edit. Louvr.) Vedi l'Istor. Univers. Vol. XI. p. 86, 162. Gli autori di quell'opera disuguale hanno compilato i fatti della dinastia Sassania con erudizione e diligenza; ma è male inteso il metodo di dividere in due distinte storie le narrazioni Romane e le Orientali.
138
Pacat. in Paneg. Vet. XII. 22. ed Oros. lib. VII. c. 34. Ictumque tum foedus est, quo universus Oriens usque ad nunc (an. 416) tranquillissime fruitur.
139
Vedi ap. Ammiano (XXX. 1.) le avventure di Para. Mosè di Corene lo chiama Tiridate; e racconta una lunga e non improbabile storia di Gnelo suo figlio, che in seguito divenne popolare nell'Armenia, e provocò la gelosia del Re allora regnante (l. III. c. 21, ec. p. 253).
140
Sembra che il breve racconto del regno e delle conquiste d'Ermanrico sia uno dei più stimabili frammenti, che Giornande abbia preso (c. 28) dalle Gotiche storie d'Ablavio o di Cassiodoro.
141
Il Buat (Hist. des Peuples de l'Eur. Tom. VI. p. 311, 329) va investigando, con maggiore industria che effetto, le nazioni domate dalle armi d'Ermanrico. Ei nega l'esistenza dei Vasinobronci, per causa dell'eccessiva lunghezza del loro nome. Eppure l'Inviato Francese a Ratisbona o a Dresda deve aver traversato il paese dei Mediomatrici.
142
L'edizione di Grozio (Jornandes p. 642) porta il nome di Aestri. Ma la ragione ed il MS. Ambrosiano hanno restituito quello di Aestii, i costumi e la situazione dei quali si rappresentano dal pennello di Tacito (Germ. c. 45).
143
Ammiano (XXXI. 3) osserva in termini generali: Ermenrichi… nobilissimi Regis, et per multa fortiter facta, vicinis gentibus formidati, ec.
144
Valens… docetur relationibus Ducum, gentem Gothorum ea tempestate intactam, ideoque saevissimam, conspirantem in unum ad pervadendum parari collimitia Thraciarum. Ammiano XXVI. 6.
145
Il Buat (Hist. des Peuples de l'Europ. Tom. VI. p. 332) ha con esattezza determinato il vero numero di questi ausiliari. I tremila d'Ammiano, ed i diecimila di Zosimo non erano che le prime divisioni dell'armata Gotica.
146
Si trova descritta questa marcia e la successiva negoziazione nei Frammenti d'Eunapio (Excerpt. legat. p. 18. Edit. Louvr.). I Provinciali, che in seguito divennero famigliari coi Barbari, trovarono la loro forza più apparente che reale. Essi erano alti di statura, ma avevano le gambe grosse, e le spalle anguste.
147
Valens enim, ut consulto placuerat fratri, cujus regebatur arbitrio, arma concussit in Gothos ratione justa permotus: Ammiano (XXVII. 4.) poi continua a descrivere non già il paese dei Goti, ma la pacifica ed obbediente provincia della Tracia, che non era attaccata dalla guerra.
148
Eunap. in Excerpt. Leg. pag. 18 19. Bisogna che il Greco Sofista risguardasse come una medesima guerra tutta la serie dell'istoria Gotica, sino alle vittorie, ed alla pace di Teodosio.
149
La guerra Gotica è descritta da Ammiano, (XXVII. 5) da Zosimo (l. IV. p. 211 214) e da Temistio (Orat. X. p. 129 141). L'oratore Temistio fu invitato dal Senato di Costantinopoli a congratularsi col vittorioso Imperatore; e la sua servile eloquenza paragona Valente sul Danubio ad Achille sullo Scamandro. Giornandes ha tralasciato una guerra particolare ai Visigoti, e non gloriosa pel nome Gotico. Mascou Istor. dei Germani VII. 3.
150
Ammiano (XXIX. 6) e Zosimo (l. IV. p. 119 220) notano esattamente l'origine ed il progresso della guerra dei Quadi e de' Sarmati.
151
Ammiano, che (XXX. 5) confessa il merito di Petronio Probo, ne ha con giusta asprezza censurato l'oppressivo governo. Quando Girolamo tradusse e continuò la Cronica d'Eusebio an. 380 (Vedi Tillemont Mem. Eccl. Tom. XII. p. 53 626) espresse la verità o almeno la pubblica opinione del paese con queste parole; Probus P. P. Illirici iniquissimis tributorum exactionibus ante provincias, quas regebat, quam a Barbaris vastarentur, erasit: Chron. Edit. Scaliger. p. 187. Animad. p 259. Il Santo contrasse in seguito un'intima e tenera amicizia con la vedova di Probo; ed il nome del Conte Equizio, meno a proposito in vero, ma senza molta ingiustizia è stato sostituito nel testo.
152
Giuliano (Orat. VI. p. 298) descrive il suo amico Ificle come un uomo virtuoso e di merito, che erasi reso ridicolo ed infelice, adottando l'abito ed i costumi stravaganti de' Cinici.
153
Ammiano XXX. 5. Girolamo, che esagera la disgrazia di Valentiniano, gli nega sino quest'ultima consolazione della vendetta: Genitali vastato solo et inultam Patriam derelinquens: Tom. I. p. 26.
154
Vedasi quanto alla morte di Valentiniano, Ammiano (XXX. 6), Zosimo (l. IV. p. 221), Vittore (in Epitom.), Socrate (l. IV. c. 31) e Girolamo (in Chron. p. 187, e Tom. I. p. 26 ad Heliodor.). Fra loro si trova gran varietà di circostanze; ed Ammiano è tanto eloquente che scrive senza alcun senso.
155
Socrate (l. IV. c. 31) è l'unico testimone originale di questa stolta istoria, sì repugnante alle leggi ed ai costumi de' Romani, che appena merita la formale ed elaborata dissertazione del Bonamy (Mem. de l'Acad. Tom. XXX. p. 394 405). Pure io riterrei la natural circostanza del bagno, piuttosto che seguitare Zosimo, che rappresenta Giustina, come una vecchia vedova di Magnenzio.
156
Ammiano (XXVII. 6) descrive la forma di questa militar elezione ed