ricche gemme un splendido monile
gli discendea dal collo in mezzo il petto;
e ne l'uno e ne l'altro già virile
braccio girava un lucido cerchietto.
Gli avea forato un fil d'oro sottile
ambe l'orecchie, in forma d'annelletto;
e due gran perle pendevano quindi,
qua' mai non ebbon gli Arabi né gl'Indi.
Umide avea l'innanellate chiome
de' più suavi odor che sieno in prezzo:
tutto ne' gesti era amoroso, come
fosse in Valenza a servir donne avezzo:
non era in lui di sano altro che 'l nome;
corrotto tutto il resto, e più che mézzo.
Così Ruggier fu ritrovato, tanto
da l'esser suo mutato per incanto.
Ne la forma d'Atlante se gli affaccia
colei, che la sembianza ne tenea,
con quella grave e venerabil faccia
che Ruggier sempre riverir solea,
con quello occhio pien d'ira e di minaccia,
che sì temuto già fanciullo avea;
dicendo: – È questo dunque il frutto ch'io
lungamente atteso ho del sudor mio?
Di medolle già d'orsi e di leoni
ti porsi io dunque li primi alimenti;
t'ho per caverne ed orridi burroni
fanciullo avezzo a strangolar serpenti,
pantere e tigri disarmar d'ungioni
ed a vivi cingial trar spesso i denti,
acciò che, dopo tanta disciplina,
tu sii l'Adone o l'Atide d'Alcina?
È questo, quel che l'osservate stelle,
le sacre fibre e gli accoppiati punti,
responsi, auguri, sogni e tutte quelle
sorti, ove ho troppo i miei studi consunti,
di te promesso sin da le mammelle
m'avean, come quest'anni fusser giunti:
ch'in arme l'opre tue così preclare
esser dovean, che sarian senza pare?
Questo è ben veramente alto principio
onde si può sperar che tu sia presto
a farti un Alessandro, un Iulio, un Scipio!
Chi potea, ohimè! di te mai creder questo,
che ti facessi d'Alcina mancipio?
E perché ognun lo veggia manifesto,
al collo ed alle braccia hai la catena
con che ella a voglia sua preso ti mena.
Se non ti muovon le tue proprie laudi,
e l'opre eccelse a chi t'ha il cielo eletto,
la tua succession perché defraudi
del ben che mille volte io t'ho predetto?
deh, perché il ventre eternamente claudi,
dove il ciel vuol che sia per te concetto
la gloriosa e soprumana prole
ch'esser de' al mondo più chiara che 'l sole?
Deh non vietar che le più nobil alme,
che sian formate ne l'eterne idee,
di tempo in tempo abbian corporee salme
dal ceppo che radice in te aver dee!
Deh non vietar mille trionfi e palme,
con che, dopo aspri danni e piaghe ree,
tuoi figli, tuoi nipoti e successori
Italia torneran nei primi onori!
Non ch'a piegarti a questo tante e tante
anime belle aver dovesson pondo,
che chiare, illustri, inclite, invitte e sante
son per fiorir da l'arbor tuo fecondo;
ma ti dovria una coppia esser bastante:
Ippolito e il fratel; che pochi il mondo
ha tali avuti ancor fin al dì d'oggi,
per tutti i gradi onde a virtù si poggi.
Io solea più di questi dui narrarti,
ch'io non facea di tutti gli altri insieme;
sì perché essi terran le maggior parti,
che gli altri tuoi, ne le virtù supreme;
sì perché al dir di lor mi vedea darti
più attenzion, che d'altri del tuo seme:
vedea goderti che sì chiari eroi
esser dovessen dei nipoti tuoi.
Che ha costei che t'hai fatto regina,
che non abbian mill'altre meretrici?
costei che di tant'altri è concubina,
ch'al fin sai ben s'ella suol far felici.
Ma perché tu conosca chi sia Alcina,
levatone le fraudi e gli artifici,
tien questo annello in dito, e torna ad ella,
ch'aveder ti potrai come sia bella. —
Ruggier si stava vergognoso e muto
mirando in terra, e mal sapea che dire;
a cui la maga nel dito minuto
pose l'annello, e lo fe' risentire.
Come Ruggiero in sé fu rivenuto,
di tanto scorno si vide assalire,
ch'esser vorria sotterra mille braccia,
ch'alcun veder non lo potesse in faccia.
Ne la sua prima forma in uno istante,
così parlando, la maga rivenne;
né bisognava più quella d'Atlante,
seguitone l'effetto per che venne.
Per dirvi quel ch'io non vi dissi inante,
costei Melissa nominata venne,
ch'or diè a Ruggier di sé notizia vera,
e dissegli a che effetto venuta era;
mandata da colei, che d'amor piena
sempre il disia, né più può starne senza,
per liberarlo da quella catena
di che lo cinse magica violenza:
e preso avea d'Atlante di Carena
la forma, per trovar meglio credenza.
Ma poi ch'a sanità l'ha ormai ridutto,
gli vuole aprire e far che veggia il tutto.
– Quella donna gentil che t'ama tanto,
quella che del tuo amor degna sarebbe,
a cui, se non ti scorda,