Eva Forte

Due


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con molta disinvoltura. In men che non si dica mi sento avvolta nel suo abbraccio fortissimo e i suoi capelli biondi e lunghissimi mi finiscono sulla faccia. Sono imprigionata dalla sua gioia e per un attimo mi sento come se stessi vivendo io stessa la sua felicità. Quando mi lascia libera dal suo abbraccio, vedo che non sta più nella pelle, gli occhi le brillano come non mai e per un istante mi sento come se la stessi perdendo. Scaccio via i miei tristi pensieri e ritrovo la mia solita allegria, tanto che l'afferro per la mano e mi dirigo veloce verso il bar: “Mi devi raccontare tutto!!!”. La serata della mia amica si è svolta come da manuale. Lui è andato a prenderla a casa con la sua moto spumeggiante, lei si è lasciata trascinare dall'euforia di correre verso il lido laziale per una serata in riva al mare, in un piccolo ristorantino di pesce che rimane aperto anche d'inverno. Decisamente romantico, avrebbe fatto cadere qualsiasi donna... Così, via il casco, bicchiere di vino insieme a varie prelibatezze di pesce mano nella mano per tutta la sera e durante la passeggiata in riva al mare, finalmente si è deciso a darle il tanto atteso bacio. Così ora è come fossero insieme da sempre, il giorno dopo lo hanno passato a raccontarsi l'una dell'altro e stasera si rivedranno di nuovo, avvolti nel magico momento delle prime uscite insieme. Rimane però tutto per noi, l'appuntamento del mercoledì per il nostro cinema e io mi sento più sollevata. Mentre mi rilasso al pensiero di non aver perso la mia amica di avventure, eccolo che arriva più sportivo del solito, mi guarda e mi sorride per poi dirigersi velocemente al bancone del bar a scambiare le solite chiacchiere con gli avventori della prima mattina. Come al solito c'è il simpatico nonno che ha appena lasciato i nipoti a scuola, pronto a passare la mattinata libero dagli impegni in giro per la città. Poco dopo arriva la coppia vestita sempre di tutto punto, per consumare il caffè prima di ripartire di tutta fretta verso l'auto parcheggiata li nei pressi. Non manca la ragazza che studia all'Università e che deve andare a prendere la metropolitana prima di arrivare a seguire le sue lezioni, insieme al fidanzato che lavora al supermercato qui dietro. E poi ci siamo noi, sempre sedute al solito tavolo che sembra sempre aspettarci ogni mattina per sentire le nostre nuove storie in pillole da raccontare in quindici minuti, prima di ripartire per la nostra vita. Sentire raccontare della nuova relazione di Camilla mi ha fatto ripensare a quanto abbia sofferto per la mia ultima storia con Carlo. Siamo stati insieme per dieci lunghi anni senza poi arrivare ad altro che noia e lontananza anche stando sempre insieme. La botta finale per il nostro rapporto è stato andare a vivere insieme, e dopo due noiosissimi anni ci siamo lasciati scoprendo che stavamo molto meglio insieme come amici che non come amanti. E così infatti ci vediamo spesso e il tempo che passiamo insieme è sicuramente più divertente di quanto avvenisse prima. Ci siamo liberati dalla pesantezza di un rapporto che non andava bene addosso a nessuno dei due, per riscoprirci sotto un altro punto di vista più adatto a noi due insieme. La prima cosa che mi viene in mente è proprio che devo chiamarlo appena arrivo in ufficio per raccontargli di Camilla e della sua nuova fiamma. Fortunatamente siamo stati abbastanza intelligenti da non farci trasportare dagli eventi, sapendo fermarci in tempo. Avevamo anche pensato di sposarci, arrivando fino alla scelta della Chiesa, per ritrovarci poi dentro alla navata principale, nel silenzio di questa piccola ma imponente casa di Dio, con il profumo dell'incenso che ti entra fin nelle ossa, con al fianco uno sconosciuto, sensazione che abbiamo avuto tutti e due. Dieci anni insieme per scoprirci sconosciuti dentro a una Chiesa, capendo finalmente che stavamo andando avanti solo per abitudine e per semplificarci la vita. Ci è bastato guardarci negli occhi per scoppiare a ridere e poi a piangere insieme come due bambini e a concludere la nostra storia dicendoci addio sulla scalinata dove normalmente si preferisce ricevere il riso sui vestiti della festa che non un abbraccio che scioglie tutto, definitivamente. La prima notte, in una casa ormai vuota, non è stato facile e per la prima volta non dormire per me ha avuto un significato diverso dal solito. Come dico sempre, dormire ruba tempo alla vita, ma in quella nottata rimanere sveglia senza chiudere occhio neanche un minuto è servito solo a fare i conti con me stessa, ritrovandomi nuovamente sola ma più forte di prima. Ho fatto i conti con una donna più matura di dieci anni, un bagaglio sulle spalle fatto di cose belle ma anche di tanti momenti vuoti e sprecati, ritrovandomi poi con poca sabbia nelle mani che pian piano stava svanendo completamente tra le dita socchiuse.

      

      

      Dopo un primo momento di solitudine cercata con tutte le mie energie, ecco che Camilla ha saputo riportarmi alla vita... sociale e in poco tempo ho recuperato quanto perso negli anni insieme a Carlo. Lui nel frattempo si è fidanzato e sta per sposarsi e questa sua nuova unione ci ha permesso di diventare grandi amici, abbandonando per sempre i ricordi di uno stare insieme fatto nel modo sbagliato. In questo ultimo periodo, il cambio di lavoro, le nuove amicizie hanno dato il via a una serie di cambiamenti che mi hanno fatto riscoprire come una persona e non solo come la fidanzata di Carlo, una sua appendice. Ho cambiato taglio di capelli, faccio più attenzione all'abbigliamento e cerco di essere sempre ben curata, anche per andare a fare la spesa sotto casa. Insomma, mi voglio più bene di prima, lo faccio per me e ora anche per quello sguardo mattutino che mi aspetta per cominciare la giornata insieme e separarci subito lasciando spazio al mistero di una “non relazione” così speciale. Tra me e il mio misterioso lui funziona tutto al contrario. Una volta incrociato il primo sguardo e capito l'interesse reciproco, tutto si è fermato e niente deve andare avanti. Mi sembra quasi di rivivere sempre la stessa giornata e da un lato questo mi da una grande sicurezza e serenità. So che prima o poi dovrà finire e forse svanirà anche l'interesse per un semplice sguardo che non porta a niente, ma per ora non ci voglio pensare e mi godo quel qualcosa che mi da uno scossone e mi fa arrivare fino alla sera con il sorriso stampato tra le guance.

      

      

      Oggi andiamo via dal bar cariche come non mai e domani sarà un'altra mattinata piena di racconti da ascoltare e sguardi da aspettare. Comincia così la nostra giornata anche se poi a lavoro tutto l'entusiasmo per la bella giornata di sole, finisce nella solita stanza del consultorio fredda e ammuffita che siamo riuscite ad avere con tanta fatica, per poter lavorare sui nostri computer portatili avendo almeno una sedia e un tavolo su cui poggiarci. Oggi è il giorno del corso preparto e così già alle nove la sala di ingresso è piena di donne in tenuta ginnica con un bel pancione pronunciato. Chi si accarezza la pancia e chi cerca un posto dove potersi sedere per rilassare i primi dolori alla schiena. La maggior parte di loro ha una bottiglietta d'acqua in mano e un asciugamano nell'altra. Molte si conoscono già tra di loro e così c'è un bel vociare fatto da consigli e pareri, tra chi sta vivendo più o meno gli stessi momenti che poi sfoceranno nel grande cambiamento della propria vita mettendone al mondo una nuova di zecca che le rispecchierà almeno in parte. Molte di loro hanno visto cambiare il proprio corpo, lasciandosi anche un po' andare, mentre altre sembrano pronte per una sfilata premaman con capi all'ultima moda e capelli e unghie sempre ben fatti. Attraversiamo la sala sempre con un po' di difficoltà quasi a non voler disturbare il gruppone di gestanti pronte ad ascoltare le ostetriche che sono li per loro. Finalmente nella nostra stanza, ci chiudiamo la porta alle spalle tirando un sospiro di sollievo, anche se con un po' di amarezza e di desiderio di rimanere in quella stanza anche noi prima o poi. Sarebbe bello avere dei figli in contemporanea, per affrontare tutto insieme e nello stesso momento, ce lo siamo sempre detto anche se non è sicuramente la cosa più probabile e facile al mondo.

      

      

      L'ufficio rimediato è buio e mi manca oggi quel raggio di sole che ho lasciato all'entrata. Qui ogni stagione è uguale e a parte il gran freddo d'inverno e il caldo d'estate, potremmo benissimo non capire in che periodo dell'anno ci troviamo. Quando usciamo alle sei, è bruttissimo entrare con la luce e rimettere piede fuori quando è già calato il buio. Sembra quasi di aver perso una parte della nostra vita tra scartoffie e statistiche poco utili alla nostra esistenza. Dopo un po' che siamo arrivate scende il silenzio su tutto il consultorio: non appena inizia il corso, le future mamme si immergono completamente negli esercizi di respirazione e nella ginnastica preparto nella stanza attigua all'ingresso, e si sente solo in lontananza la voce fioca di Anna, la nostra ostetrica preferita, che con la sua voce dolce e soave guida le donne nel momento più bello della loro vita. Così possiamo cominciare anche noi ad accendere i computer e a vedere di combinare qualcosa, visto che domani ci sarà la riunione con la responsabile di tutti i consultori familiari di zona che vuole avere tutti i dati di accesso alla mano, con tanto di statistiche demografiche e nominativi di chi ha prestato