e musicale. Le "r" raschianti, le "s" sibilanti e le "d" dentali erano infatti tipiche del modo di parlare degli abitanti di Rio. La domanda colse alla sprovvista la biondina che se la cavò con un sorriso e un «não» detto a mezza bocca.
«Quando sono molto stanca mi capita di russare. Non ci posso fare niente. ma mi scoccia» insistette la bruna «e siccome passeremo la notte in viaggio e penso che dormirò tutto il tempo, svegliami pure se do fastidio.»
Beatriz era combattuta: da una parte avrebbe chiacchierato volentieri con quella ragazza carina che sembrava tutt'altro che stupida, solo un po' esuberante, dall'altra aveva paura che se le avesse dato corda sarebbe diventata invadente. Il viaggio era lungo e non se la sentiva di passare il tempo a parlare, magari di moda o di banalità .
Estela sembrava aver letto nel pensiero di Beatriz, perché prese una rivista e si mise a leggere. Per un po' le due donne si ignorarono, ognuna presa dai propri pensieri. Il ghiaccio fu rotto definitivamente al momento degli aperitivi. Estela si fece servire un vino verde portoghese, imitata da Beatriz. Federico si sarebbe fatta volentieri una bella caipirinha, ma si dovette accontentare di una birra. A questo punto fu proprio lui, che fino a quel momento era stato ignorato dalle due brasilane ad attaccare discorso.
«Vi disturbo se apro l'aria?» chiese in portoghese, perché pensava che le due ragazze fossero dirette a Lisbona e non parlassero italiano «Fa piuttosto caldo non trovate?»
Beatriz si limitò a dire che non le importava, invece Estela, sentendo l'accento italiano si esibì nella lingua che a Milano era riuscita ad imparare in meno di un anno e chiese a sua volta: «anche tu vai a Milano?»
Federico si sentì spiazzato. Non che pensasse di passare per un brasiliano, anche se il suo accento non era poi così orribile, ma lo stupì piacevolmente la disinvoltura della ragazza, che evidentemente aveva capito subito che era italiano e non temeva di passare per sfacciata. Esuberanza brasiliana - pensò - ricordando che in Brasile si dava il tu o meglio il você con molta più facilità che in italiano e la ragazza aveva tradotto dal brasiliano. Non si sentì affatto offeso per l'uso del "tu", si era accorto di stare invecchiando quando i giovani, che spesso frequentava per lavoro, cominciavano a dargli del lei. Un tempo la cosa lo infastidiva, ora non più, ci aveva fatto l'abitudine.
Beatriz ascoltava restando in silenzio, ritenendosi fortunata per aver trovato due compagni di viaggio apparentemente "normali". Pensava quasi di ceder il suo posto alla bruna, visto che si trovava nel sedile di mezzo e si sentiva accerchiata, ma le scocciava chiedere e preferì starsene tranquilla in attesa della cena.
Forse grazie all'alcol o all'atmosfera che comunque era gioviale e rilassata, dopo un po' anche Beatriz si tranquillizzò finalmente e pensò di unirsi alla conversazione. Federico aveva scoperto che la bruna faceva la modella a Milano e quando disse di fare il fotografo sia nel campo della moda che della pubblicità si sentì fare un elenco di persone che avrebbe dovuto senz'altro conoscere. Tra queste c'era anche il suo amico Teo, art director in un'agenzia di pubblicità , ma si guardò bene dal dire che lo conosceva. Estela aggiunse che le sembrava di aver già fatto delle foto con Federico e questi rispose che era possibile, ci avrebbe riflettuto sopra, cercando di ricordare.
Beatriz si sentiva un po' tagliata fuori, quindi cercò di cambiare discorso chiedendo se avevano saputo della neve a Malpensa.
A Federico piaceva chiacchierare con la gente, quando fotografava qualcuno o qualcuna passava prima molto tempo a parlare. Gli piaceva capire le persone, entrare nel loro intimo, studiarle prima di iniziare a scattare. Non erano molte quelle che riuscivano a interessarlo o ancor più a stupirlo, ma adesso non stava lavorando. Si trattava di passare qualche ora senza annoiarsi e la compagnia gli sembrava gradevole. A parte i risvolti sessuali, con le donne si era sempre trovato bene, molto meglio che con i maschi. Nel caso specifico le due donne sedute vicino a lui sembravano tutt'altro che stupide. Anche Beatriz era passata all'italiano, ma usando correttamente il lei. "Forse una forma di cortesia nei riguardi di una persona più anziana" pensò Federico, che odiava quella parola, anche se ormai aveva 56 anni: dentro di sé si sentiva un quarantenne, con ancora tante curiosità e tanta gioia di vivere.
«La neve?» rispose a Beatriz «sì ho sentito che sono previste nevicate in tutto il nord Italia. Speriamo bene. Alla peggio mi fermo a Lisbona che è una città che ha per me un gran fascino, soprattutto dal punto di vista fotografico».
«Per carità » replicò la biondina «ho una riunione importante nel pomeriggio a Milano e non posso assolutamente mancare.»
Passando al portoghese e chiamando la sua vicina meu bem Estela dichiarò che a Lisbona non era mai stata, ma che aveva un'amica portoghese che l'aveva invitata un sacco di volte e magari poteva fermarsi un giorno e farle visita. Le avevano detto che si mangiava bene, soprattutto il bacalhau. «Però parlano ben strano» aggiunse «sembra che si mangino le parole, e poi sono sempre così seri!»
Effettivamente - ragionò Federico - tra i Portoghesi e i Brasiliani c'era un bella differenza. Bastava pensare alla loro musica, Fado contro Samba. Pian piano però il modo di vivere brasiliano stava affascinando i portoghesi. Le telenovelas brasiliane erano molto seguite in Portogallo. I colonizzati che diventavano colonizzatori. Era un po' come aveva studiato a scuola a proposito dei greci che, conquistati militarmente dai romani, li avevano poi a loro volta conquistati culturalmente. Si ricordava ancora la frase latina che aveva studiato a scuola: Grecia capta ferum victorem cepit. Pensava quasi di fare sfoggio della sua cultura classica per sbalordire le ragazze, ma probabilmente avrebbe solo fatto la figura del vecchietto pedante. Coi giovani bisogna cercare di usare il loro linguaggio, senza esagerare però. Pensava agli sms che gli mandava sua figlia Olga: xau per dire ciao, agr per dire ora (agora) dp per dire dopo (depois) pv per dire per te (para você). Lui si era sempre rifiutato di adeguarsi e per questo la figlia lo prendeva un po' in giro.
Dopo la fuga di Luma i suoi contatti con la figlia per un certo periodo erano stati veramente sporadici. Crescendo però Olga chiedeva sempre del padre e Luma non si era opposta al fatto che si vedessero. Per questo Federico andava spesso in Brasile e aveva invitato qualche volta la figlia a venire in Europa. Due giorni a Milano e il resto della vacanza a Mentone. Conoscendo l'amore della figlia per il mare ed il sole sapeva che a Milano si sarebbe annoiata. Ogni tanto si divertivano ad andare al mercato di Sanremo, sua città natale, dove gli era rimasto qualche amico dei tempi della scuola. D'estate andavano in giro con il suo gommone e aveva cominciato anche ad insegnarle ad andare sott'acqua con le bombole. Finalmente avevano trovato una passione in comune, e questo li aveva fatti sentire più vicini.
Infatti Federico era istruttore sub e ogni anno, con un gruppo di amici, faceva un viaggio in mari lontani. Si divertiva anche a fare foto subacquee, ma esclusivamente per il proprio piacere: non erano in vendita.
Distratto dai suoi pensieri Federico si accorse tardi che Estela gli stava ancora parlando di Lisbona e della sua amica. Per fortuna l'arrivo degli assistenti di volo con la cena lo dispensò dall'obbligo di rispondere.
Il cibo non era poi così male, considerando il fatto che si trovavano nella classe economica, e gli alcolici erano gratuiti. Dopo cena si concesse un whisky, nella speranza che lo aiutasse a prendere sonno. Il film che proiettavano era una commedia americana demenziale e si rifiutò di vederla.
Estela dopo cena si coprì con il piumino, mise gli auricolari nelle orecchie, la mascherina sugli occhi e si addormentò di botto, russando leggermente.
Beatriz appariva nervosa, tentava di leggere un libro sul tablet, ma si vedeva che non riusciva a concentrarsi sulla lettura.
«Anche lei fa fatica a dormire?» le chiese Federico nel tentativo di fare un po' di conversazione. Non voleva sembrare invadente, temeva di essere mal interpretato, ma la sua vicina aveva un viso interessante ed un'aria intelligente e gli sarebbe piaciuto conoscerla meglio.
«No, sono solo preoccupata per questa notizia della neve a Malpensa.» rispose Beatriz alzando i suoi occhi azzurri e accennando un timido sorriso «Come ho detto devo assolutamente essere a Milano entro domani