aspettava.
“Perché sarebbe obbligato a venire di notte per gettare un cadavere. Farlo alla luce del giorno quando ci sono anche gli addetti ai lavori sarebbe stupido.”
“Quindi credi che sia intelligente?”
“Non necessariamente. È attento e prudente, il che non equivale a intelligente.”
“Ti ho vista cercare orme” disse lui. “Anche noi ci abbiamo provato, ma non abbiamo trovato niente di utile. Ce ne sono troppe.”
“Già, sarebbe difficile isolarle” convenne lei. “Naturalmente, come dicevo, secondo me il corpo dev’essere stato scaricato qui dopo ore. Anche tu stai procedendo seguendo questa ipotesi?”
“Proprio così.”
“Allora non ci saranno impronte qui” concluse Mackenzie.
Lui le sorrise. “Giusto” disse. “Non impronte di pneumatici. Ma di scarpe sì. Però non conta, dato che anche di quelle ce ne sono troppe.”
Mackenzie annuì, sentendosi una stupida per essersi lasciata sfuggire un dettaglio così ovvio. Poi però la sua mente seguì subito un’altra direzione.
“Be’, non è che si sia portato il cadavere in spalla” disse. “Da qualche parte devono esserci le impronte del suo veicolo. Non qui, ma forse appena fuori dal cancello. Potremmo controllare per vedere quali tracce si fermano fuori dal cancello e quali proseguono oltre. Potremmo anche perlustrare il terreno vicino alla recinzione per cercare il punto in cui ha fatto cadere il corpo.”
“Questo è un valido ragionamento” commentò Bryers, chiaramente divertito. “È un dettaglio a cui sono arrivati anche i colleghi al laboratorio e che invece a me era sfuggito. Comunque hai ragione. L’auto del colpevole dev’essersi fermata fuori dal cancello. Quindi, seguendo il tuo ragionamento, se troviamo tracce che arrivano al cancello, poi si fermano e tornano indietro, sono quelle dell’assassino.”
“Potrebbero essere” disse Mackenzie.
“Il tuo ragionamento fila, ma non ci porta a nulla di nuovo. Che altro?”
Non era maleducato o sprezzante, lo si capiva dal tono di voce. La stava semplicemente spronando, spingendola a continuare a pensare.
“Sappiamo quanti veicoli transitano qui in un giorno?”
“All’incirca millecento” disse Bryers. “Se però riusciamo a trovare impronte che arrivano vicino al cancello e poi si fermano...”
“Sarebbe un punto di partenza.”
“È quello che speriamo di trovare” disse Bryers. “C’è già una squadra all’opera su questo da ieri pomeriggio, ma non abbiamo ancora nessuna pista.”
“Se vuoi posso dare un’occhiata anch’io” disse Mackenzie.
“Fa’ pure” disse Bryers. “Ma adesso lavori con l’FBI. Non devi impazzire se c’è un dipartimento che può gestire la cosa meglio di te.”
Mackenzie tornò a guardare la discarica, cercando di distinguere i rifiuti compattati. Una giovane donna era stata lì dentro fino a poco prima, nuda e contusa. Era stata lasciata nello stesso luogo dove le persone gettano i rifiuti, le cose di cui non hanno più bisogno. Forse il killer voleva insinuare che le donne che aveva ucciso non valessero più della comune spazzatura.
Desiderò essere stata presente anche lei lì con Bryers e il suo ex collega. Forse avrebbe avuto più elementi su cui indagare. Forse sarebbe riuscita a portare Bryers più vicino a un sospettato. Almeno era riuscita a dimostrarsi in gamba con la sua veloce intuizione sulle impronte di pneumatici.
Si voltò verso di lui e vide che se ne stava fermo in piedi ad osservare oltre il cancello. Le stava chiaramente lasciando il tempo per riflettere. Lei lo apprezzava, ma ancora una volta si sentì consapevole di essere una principiante.
Si avventurò verso la recinzione che circondava la discarica. Iniziò dal cancello dal quale accedevano i veicoli e proseguì verso sinistra. Stava esaminando la parte inferiore della rete quando un pensiero la colpì.
Sicuramente ha dovuto scavalcare la rete.
Quindi si mise a esaminarla. Non sapeva di preciso cosa cercasse. Magari della terra, oppure delle fibre incastrate nella rete. Qualunque cosa avesse trovato non sarebbe stato molto, ma sarebbe stato comunque qualcosa.
Passarono meno di due minuti prima che notasse qualcosa di interessante. Era così minuscolo che le era quasi sfuggito. Avvicinandosi, però, vide che poteva essere più utile di quello che aveva creduto.
Quasi due metri sulla sinistra del cancello, a circa un metro e mezzo di altezza, c’era un lembo di stoffa bianca impigliato nella maglia della rete metallica. Magari la stoffa in sé non sarebbe stata di grande aiuto, ma almeno avrebbe potuto fornire un’indicazione su dove iniziare a cercare impronte digitali.
“Agente Bryers?” chiamò.
Lui la raggiunse lentamente, come se non si aspettasse molto. Quando fu vicino, lo udì emettere un mmmh mentre osservava la stoffa.
“Ottimo lavoro, White” disse.
“Ti prego, chiamami Mackenzie” disse. “Oppure Mac, se ti senti coraggioso.”
“Secondo te cos’è?” le chiese.
“Forse niente. O forse un lembo di stoffa che appartiene a qualcuno che di recente ha scavalcato la recinzione. La stoffa in sé potrebbe essere inutile, ma ci dà un’area delimitata dove possiamo concentrarci per rilevare impronte digitali.”
“C’è un piccolo kit per la raccolta delle prove nel baule dell’auto. Andresti a prenderlo mentre io riferisco quello che abbiamo trovato?”
“Certo” disse lei, tornando alla macchina.
Quando tornò, stava già concludendo la telefonata. Bryers era sempre rapido ed efficiente. Era una delle cose che stava imparando ad apprezzare in lui.
“D’accordo, Mac” le disse. “Adesso seguiamo il tuo suggerimento di oggi. Il marito della vittima vive a circa venti minuti da qui. Sei pronta?”
“Certo” disse Mackenzie.
Risalirono in macchina e si allontanarono dalla discarica ancora chiusa. Sopra di loro volavano degli avvoltoi, osservando tutto ciò che accadeva con sguardo indifferente.
***
Caleb Kellerman aveva già ospiti due poliziotti quando Mackenzie e Bryers giunsero a casa sua. Viveva appena fuori Georgetown, in un’abitazione a due piani che era carina come prima casa. Pensare che i Kellerman erano stati sposati da poco più di un anno quando la moglie era stata assassinata fece sentire Mackenzie davvero dispiaciuta per l’uomo, ma anche arrabbiata per quello che era accaduto.
Una prima casa che non avrà mai la possibilità di vedere cos’altro sarebbe potuta diventare, pensò Mackenzie entrando. È estremamente triste.
Entrarono dall’ingresso principale, trovandosi in un piccolo atrio che si affacciava direttamente sul salotto. Mackenzie avvertì lo strisciante senso di solitudine e silenzio che riempiva gran parte delle case poco dopo un lutto. Sperava che prima o poi ci si sarebbe abituata, ma ne dubitava.
Bryers si presentò agli agenti, che sembrarono sollevati quando venne loro chiesto di farsi da parte. Una volta che se ne furono andati, Bryers e Mackenzie si recarono nel salotto. Mackenzie notò che Caleb Kellerman sembrava giovanissimo; con il viso sbarbato, la maglietta dei Five Finger Death Punch e pantaloncini mimetici extra large, sarebbe facilmente passato per un diciottenne. Mackenzie tuttavia riuscì a vedere oltre le apparenze, trovando sul volto del giovane un’indicibile sofferenza.
Lui alzò lo sguardo, in attesa che uno di loro due prendesse la parola. Mackenzie vide Bryers farle un lieve cenno del capo in direzione di Caleb Kellerman, suggerendole di procedere. Fece un passo avanti, terrorizzata ma al tempo stesso lusingata che le fosse concessa tanta autorità. O Bryers