una fede amorosa, un cor non finto.
Dodici donne onestamente lasse.
Passer mai solitario in alcun tetto.
Aura, che quelle chiome bionde e crespe.
Amor con la man destra il lato manco.
Cantai, or piango; e non men di dolcezza.
I' piansi, or canto; che 'l celeste lume.
I' mi vivea di mia sorte contento.
Vincitore Alessandro l' ira vinse.
Qual ventura mi fu, quando dall' uno.
O cameretta che già fosti un porto.
Lasso! Amor mi trasporta ov' io non voglio.
Amor, io fallo e veggio il mio fallire.
Non ha tanti animali il mar fra l' onde.
Là ver l' aurora, che sì dolce l' aura.
Real natura, angelico intelletto.
I' ho pregato Amor, e nel riprego.
L' alto signor, dinanzi a cui non vale.
Mira quel colle, o stanco mio cor vago.
Fresco ambroso fiorito e verde colle.
Il mal mi preme, e mi spaventa il peggio.
Due rose fresche, e colte in paradiso.
L' aura che 'l verde Lauro e l' aureo crine.
Parrà forse ad alcun, che 'n lodar quella.
Chi vuol veder quantunque può Natura.
Qual paura ho, quando mi torna a mente.
Solea lontana in sonno consolarme.
In dubbio di mio stato, or piango, or canto.