a Sparkle City e si sarebbero costruiti una vita stupenda insieme. “Penso che sia il momento di mettermi il vestito.” Si spogliò e rimase in piedi in reggiseno e mutandine, poi si voltò verso la sorella. Scarlett non avrebbe nemmeno più rimuginato sull'assenza di Ashlyn. Sua sorella era testarda. Lo erano tutte in verità, ma Scarlett non si sarebbe mai persa il matrimonio di una sorella. Il fatto che Ashlyn avesse deciso di rimanere a casa la feriva più di quanto volesse ammettere. Anche se la sua visione si fosse avverata, il che non sarebbe successo, Ashlyn sarebbe dovuta andare a sostenerla. Avrebbe avuto bisogno delle sorelle in ogni caso- nel bene e nel male. Quello era un giorno speciale per lei.
Faith le sorrise e le porse il vestito. Scarlett lo prese e se lo infilò. Una volta che lo ebbe indossato, Faith chiuse la cerniera fino in cima. Il vestito le stava a pennello e Scarlett si sentì persino abbastanza carina nell'indossarlo. Si voltò a rimirarsi nello specchio. Stava succedendo veramente: in meno di un'ora, sarebbe stata davanti al pastore ed avrebbe sposato l'uomo che amava.
“Quel vestito ti sta bene”, disse Faith. “Forse nostra madre capisce le cose meglio di quanto noi pensiamo.”
“Forse”, disse Scarlett. “Ma non è quello che avrei scelto io stessa.” Era un abito molto bello e costoso. “Comunque, non diciamo alla mamma che ha buon gusto. Potrebbe farsi delle idee.” La madre, Enid Oliver-Penn, sapeva essere…cocciuta. Una volta che si metteva in testa qualcosa, non rinunciava senza combattere.
“Sarà il nostro segreto”, disse Faith dolcemente. “Sei pronta?”
“Non sono mai stata più pronta.”
Un colpo alla porta riecheggiò nella stanza. “Forse è l'ora di iniziare.” Faith andò alla porta e la aprì. Un uomo dai capelli castani e gli occhi dorati, che indossava un completo scuro, era in piedi dall'altro lato. Harrison Thoreau- il migliore amico di JD. “Ho bisogno di parlare a Scarlett”, disse a bassa voce. Cosa ci faceva lì? Non avrebbe dovuto essere con JD a prepararsi per il matrimonio?
Faith aggrottò la fronte, poi spalancò la porta per lasciare entrare Harrison. Scarlett era vestita, quindi non c'era motivo di lasciarlo in piedi lì fuori. L'uomo teneva le mani in tasca e gli occhi bassi.
“Sei venuto per parlarmi”, disse Scarlett. “Cosa devi dirmi?”
Aveva la brutta sensazione che non le sarebbe piaciuto, ma nello stesso tempo aveva bisogno di ascoltarlo. Lui tirò fuori le mani dalle tasche, poi frugò dentro la giacca, estrasse una busta e gliela porse. “Questa è per te.”
Scarlett inarcò un sopracciglio. “Cos'è?”
“Aprila”, disse Harrison, distogliendo lo sguardo. “Non spetta a me dirlo…”
Scarlett si avvicinò per prendere la busta, ma Faith le si parò davanti. Strappò via la lettera dalle mani di Harrison e fece un profondo respiro. “Non aprirla”, disse a Scarlett. “Non vorrai leggere quello che c'è scritto.”
Maledetta Faith e le sua capacità psicometriche. Doveva essere orribile, se le stava dicendo di non aprirla. Faith non poteva sapere cosa conteneva, ma conosceva i sentimenti della persona che l'aveva mandata. “Di chi è?”, chiese Scarlett. Non avrebbe dato ascolto a Faith: a quel punto leggerla era tutto quello che potesse fare. Scarlett doveva sapere cosa conteneva quella busta. Nel bene o nel male, doveva affrontarlo.
Si avvicinò alla sorella e le strappò la busta di mano. Sentiva di sapere già cosa conteneva. C'erano già stati tutti i segni, aveva persino sentito dei sussurri nella musica intorno a sé, ma li aveva ignorati. Non aveva voluto credere al dolore che la musica aveva preannunciato. Strappò la busta e lesse la lettera.
Scarlett,
Per favore, perdonami…ma non posso farlo. Siamo troppo giovani ed io voglio fare molte cose nella vita. Sono stato scelto per giocare nella lega Triple A per gli Starlington Sparklers. Non posso rinunciare a questa opportunità e non voglio trascinarti con me. Forse un giorno le nostre strade si incroceranno di nuovo. Capirò se non mi vorrai vedere mai più. Non merito né te, né il tuo cuore tenero.
Per sempre,
JD
Una lacrima le scivolò giù da una guancia. Non era quello che doveva succedere. Perché aveva aspettato così a lungo prima di dirglielo? Avevano pianificato quel matrimonio per settimane e la settimana successiva sarebbe iniziato il college…Lasciò cadere a terra la lettera. Doveva togliersi quel vestito. “Dov'è Shayla?” Aveva bisogno della sua migliore amica. “Non è ancora tornata?” Shayla avrebbe saputo cosa fare.
Harrison si irrigidì, poi iniziò ad indietreggiare lentamente per uscire dalla stanza. Qualcosa le fischiò nelle orecchie. Scarlett si girò ed incontrò il suo sguardo. “Cos'è che non mi stai dicendo?”
“Penso che tu abbia già avuto abbastanza shock in un solo giorno”, disse Harrison. Ti lascio a sistemare tutto quanto. A meno che tu non voglia che io faccia un annuncio o qualcosa di simile.”
“Mio Dio”, disse Scarlett. Improvvisamente capì quello che non le aveva detto Harrison, anche se non c'era nessuna lettera che le spiegasse dove era finita Shayla. Sarebbe stata un'idea veramente infelice dargliela il giorno del suo matrimonio. La sua migliore amica era scappata con il suo fidanzato. “Ti prego, dimmi che non è vero.”
“Vorrei poterlo fare”, disse Harrison. La sua voce era colma di rimorso. “JD sta facendo un errore. Lo rimpiangerà un giorno.”
Scarlett rimase immobile per molti minuti. Niente era andato come previsto e niente sarebbe più stato lo stesso. Perché aveva aspettato così tanto quel giorno? Perché si era affidata così tanto a JD per essere felice? Si sentiva il cuore pesante nel petto e la stanza iniziò a girare. Allungò le braccia per appoggiarsi alla superficie solida più vicina e cadde addosso ad Harrison. Lui la prese tra le braccia, tenendola in piedi. Scarlett non avrebbe pianto. Non sarebbe crollata. Quel dolore al cuore non l'avrebbe distrutta e sarebbe andata avanti con la sua vita. JD non sarebbe stato la sua fine. Quello era un nuovo inizio. Non quello nuovo nel quale aveva sperato, ma comunque un nuovo cammino.
“Non importa”, disse Scarlett allontanandosi da Harrison. Non si sarebbe più fatta consolare da lui né da nessun altro. Doveva farcela da sola. L'indipendenza era la chiave per sopravvivere…”Nulla di tutto ciò è importante. Niente sarà più come prima, e non voglio nemmeno che lo sia.” Era giunto il momento di crescere e di vivere la propria vita. Aveva dato troppa importanza a JD ed era stata stupida. Era un bene che lo avesse capito adesso e non dopo il matrimonio: allora avrebbe avuto dei rimpianti. Si voltò verso Faith e fece del proprio meglio per indurire il proprio cuore. “Aiutami ad uscire da questo vestito. Dobbiamo andare a fare un annuncio.”
“Posso farlo io per te”, Harrison ripeté la sua offerta. “E' il minimo che io possa fare…”
“Grazie”, disse Scarlett con una voce piatta. Aveva perso la capacità di provare qualcosa. “Ma hai già fatto abbastanza. Per favore, ora vattene.”
Harrison girò sui tacchi ed uscì dalla stanza. Faith aprì la cerniera lampo del vestito da sposa, poi Scarlett se lo sfilò e lo gettò da una parte. Forse più tardi l'avrebbe bruciato. Non voleva mai più rivedere quel vestito oltraggioso. Ashlyn aveva ragione: non ci sarebbe stato nessun matrimonio quel giorno ed ora era tempo di affrontare tutti. Le dava sui nervi il fatto che sua sorella avesse previsto tutto, mentre lei stessa aveva deciso di ignorarlo. Perché avrebbe dovuto credere ad Ashlyn? JD non l'aveva mai tradita prima…
Comunque, per tutto c'era una prima volta. Alla prossima occasione non avrebbe sottovalutato una delle visioni di Ashlyn, ma comunque non avrebbe mai perdonato sua sorella. Ashlyn avrebbe dovuto essere lì. Doveva sapere che Scarlett avrebbe avuto bisogno di lei ed aveva scelto di stare alla larga. Scarlett tenne la testa alta mentre usciva dalla stanza. Quello era un giorno che non avrebbe mai dimenticato. Le sarebbe servito per ricordare che “e vissero felici e contenti” non funzionava per tutti. Aveva perso la propria occasione ed avrebbe dovuto crearsi una vita completamente diversa.
CAPITOLO 1
Dieci anni dopo…
Jensen