si mise una mano sul cuore. “Vi prometto che sarà così.”
Evelina non aveva alcuna voglia di andarci, ma d’altra parte non voleva neanche offendere Lulia. Si mordicchiò il labbro con ansia: cosa doveva fare? La testa le doleva e non riusciva a pensare. Decise di fidarsi di Lulia. L’avrebbe rimessa in sesto, come già era successo altre volte con le sue erbe, di cui era fine conoscitrice.
“Verrò, ma se non sarà come dite me la pagherete.” mormorò.
“Non state a torturarvi, adesso. Andiamo.” tagliò corto Lulia, e le porse la sua mantella rossa. “Indossate il vostro cappotto e poi raggiungetemi giù. Ho una carrozza parcheggiata proprio davanti al negozio di modista. Prendo un paio di cose e poi possiamo andare.”
Evelina rimase di nuovo sola. Si sistemò la mantella sulle spalle, infilò i guanti e dette un’occhiata alla porta. Lulia non era ancora tornata, e lei aveva paura di scendere e andare fuori da sola. Stava ancora riflettendo sul da farsi, quando Lulia tornò con una grande scatola in mano.
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