R. F. Kristi

Il Mistero Della Serendipità


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di incontrare Terrance e Solo divorammo rapidamente il nostro gelato e corremmo verso casa.

      Ci muovevamo dietro la mamma e con cautela giravamo dietro gli angoli, poiché ricordavamo che sulla strada c’erano mucche, risciò e biciclette.

      Alla fine di una strada tortuosa si arrivava alla piazza principale del villaggio.

      La mamma ci portò alla fermata dell’autobus e disse:

      “Ecco arriva l’autobus!” Mentre in lontananza si sentiva il rumore delle ruote.

      “C’è Terrance” urlò Fromage non appena vide l’allegra faccia comparire dietro la schiena di Solo dal finestrino del bus.

      L’enorme e polveroso autobus si avvicinò lentamente alla fermata e subito saltarono fuori Solo, con una valigia, seguito da Terrance.

      Terrance aveva la lingua penzoloni, felice di potersi stiracchiare le lunghe zampe e di essere finalmente fuori dal bus.

      Non appena ci vide cominciò a saltellare tutto intorno a noi abbaiando come un matto.

      Tutto ciò che Mamma sentiva era:

      “Bau, Bau, Bau!”

      Ma in realtà Terrance ci stava dicendo:

      “Ciao a tutti! Sono tanto felice di rivedervi”.

      Solo mise una mano sulla testa di Terrance per calmarlo e disse alla Mamma, tenendole la mano:

      “Tesoro, non hai salutato Terrance, ti sta girando tutto intorno e ti sta leccando la mano”.

      “Terrance è accaldato a ha sete, diamogli un po' d’acqua”.

      La Mamma si chinò e con delicatezza diede dei colpetti sulla testa di Terrance; lui sollevò la zampa destra e si diedero una stretta di mano.

      “Terrance, ti meriti un bel gelato” disse la Mamma e Terrance saltellò di gioia.

      Terrance cominciò a sbattere la sua coda contro Solo per farlo sbrigare così da ritornare a casa percorrendo la strada polverosa e sotto un sole cocente.

      Non appena rientrati a casa, Mamma e Solo indossarono i loro costumi da bagno e corsero al mare.

      Naturalmente noi andammo con loro e ci sdraiammo sotto l’ombrellone.

      Terrance impazzì di gioia non appena vide le onde spumose e si precipitò verso il mare subito dopo Mamma e Solo.

      Sentiva tanto caldo che ingurgitò un cono gelato e bevve una enorme ciotola di acqua che la Mamma gli aveva preparato. Non avevo mai visto Terrance così felice. Correva avanti e indietro sulla spiaggia e si bagnava nell’acqua spumosa tuffandosi su e giù nelle onde.

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      Infine, tornò verso di noi, si buttò per terra e, tutto bagnato, fece un gran sorriso.

      “Davvero meraviglioso!” disse.

      “Ma… voi micetti non andate in acqua?”

      “No, no!” rispondemmo in coro.

      “L’acqua è proprio splendida” – disse Terrance.

      “Mentre ero sul bus” desideravo strapparmi il mantello. Faceva un gran caldo”

      “Adesso mi sento felice e rinfrescato”.

      Martedì, Pomeriggio

      Al mattino Terrance aveva incontrato la nostra amica tartaruga Rani, che si era interessata a lui e le piaceva toccarlo.

      Rani sapeva tutto di Terrance perché io le avevo raccontato della nostra Agenzia Investigativa e delle nostre avventure e misteri di cui ci eravamo occupati fino ad allora.

      Lei riteneva che la sua vita fosse noiosa rispetto a tutto quello che avevamo fatto noi ed era molto felice di incontrare Terrance per farsi raccontare altre avventure.

      Poi decisi di presentare Terrance alla elefantina Meena e alla sua Mamma.

      Ieri era stato molto divertente correre sulla sua schiena.

      Terrance fu molto affascinato di conoscerle e intraprese una conversazione con la Mamma elefante.

      E venne fuori che Mamma elefante faceva un lavoro molto importante.

      Veniva ingaggiata dalle coppie di sposi.

      Il suo lavoro era accompagnare gli sposi al luogo della cerimonia seduti sulla sua schiena.

      Meena e la sua mamma vivevano in una grande tenuta, di proprietà di una ricca signora dello Sri Lanka, Mrs Banda.

      Mrs. Banda andava lì soltanto nei fine settimana, perché in realtà viveva a Colombo.

      “Che sono Ficcanaso!”

      Andai a sbirciare nella casa di Mrs. Banda e Terrance mi seguì, mentre il resto del gruppo rimase fuori a giocare con Meena.

      La casa era enorme e arredata con antiquariato.

      Alle pareti erano appese antiche spade, pugnali e cose del genere.

      Osservai Terrance che esaminava le pareti con interesse e mi chiedevo se le spade rubate fossero simili a quelle appese lì.

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      Improvvisamente ci fu un rumore e un enorme uomo scuro apparve sulla porta.

      Un enorme uomo accigliato, molto alto e con la pelle scurissima.

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