Matteo Vittorio Allorio

Lo Spirito Del Fuoco


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di voce riprese.

      «Ma tutte le nuove generazioni le studiano, leggono delle atrocità commesse in passato dai propri simili e non lo fanno per non vivere in pace ma per non dimenticare, per far sì che nessun altro ripercorra le strade di quegli assassini. Le si studia per ricordare e onorare i soldati morti in battaglia. Dimenticare vorrebbe dire infangare la memoria delle vittime che con coraggio hanno sacrificato la propria vita per salvare quella degli altri. Ti sembra giusto?», terminò non accorgendosi del tono di voce sempre più alto.

      La pronta risposta di Boris morì tra le sue piccole labbra e, fissandolo diritto negli occhi, si bloccò.

      Quelle parole lo avevano spiazzato. Il discorso del giovane aveva una logica, un forte senso di responsabilità e di orgoglio. Nei nove mondi però la mentalità era ben diversa.

      «Qui funziona in un altro modo, ragazzo!», provò a ricomporsi.

      «Dopo la fine della guerra, gli antichi saggi hanno avviato questa politica cercando di nascondere, generazione dopo generazione, i ricordi atroci e violenti di quei terribili anni».

      Entrambe le ideologie alla fine avevano un senso e continuare il discorso sarebbe stato inutile.

      I due si guardarono per un istante, segno del reciproco rispetto. Boris, con il corpo nascosto nella tasca interna del mantello, annuì con il capo lasciando sbucare di pochi centimetri il suo piccolo cappello verdastro a punta, dal quale non si separava mai.

      «Comunque c’è altro che è meglio tu sappia, ragazzo!».

      Curioso, Jack abbassò la testa verso di lui.

      «Come già sai, i superstiti dell’armata umana, dopo la sconfitta del loro re, furono esiliati sulla Terra ed esclusi dalla Grande Costellazione privi di ogni ricordo. Quando Marmorn…», bisbigliò coprendosi le labbra con la mano, «… Quando il Re Nero venne sconfitto, Astor, il salvatore, oltre a provare pietà per lui la provò per l’intero genere umano».

      Jack ascoltava immobile, estraniatosi ormai dalla confusione che li circondava.

      «Sigillò il Re Nero nelle viscere della Terra e, grazie all’aiuto congiunto dei maghi e delle sacerdotesse più potenti, riuscì a cancellare le memorie delle guerre da loro combattute e ogni altro ricordo legato alla loro vita passata. Fu un forte e coraggioso atto di clemenza. I libri antichi raccontano di un discorso fatto da Astor in persona in cui giustifica la sua scelta affermando che non era giusto sterminare un’intera razza per colpa di chi aveva tradito la Costellazione. Ci furono accesi dibattiti ma poi si accettò il volere del re di Tio».

      Boris era nato per parlare e intrattenere su di sé le attenzioni. Forse, pensò il giovane, era proprio grazie a questa sua innata dote che era riuscito a diventare re dei folletti delle terre dell’Ovest.

      «Per voi fu un nuovo inizio. Ripartiste dalle origini, privi di memorie e di conoscenze. Fu una scelta quasi obbligata riportarvi agli albori. Le antiche sacerdotesse erano convinte che, ripartendo da zero, per la vostra specie ci sarebbe stata la possibilità di svilupparsi in un modo completamente diverso, giovando così dell’esilio a cui eravate ormai condannati non risentendone in alcun modo».

      Il folletto si fermò un istante, deglutendo con fatica. Gli capitava spesso di dilungarsi nei discorsi senza accorgersene e di arrivare poi ad avere la bocca secca e la gola infiammata. Questo però non era un discorso qualunque e Zeno doveva sapere ogni cosa.

      «Da lì nasce la vostra storia. Ben lontana comunque dalla verità!».

      Nel risentire quel racconto, ma decisamente più accurato e ricco di dettagli, Jack non riuscì a capacitarsene.

      Nel primo incontro con Santos, quando l’astro aveva provato a raccontargli ogni cosa, molte delle parole neanche le aveva sentite, vittima della paura.

      Forse, neanche in quel preciso istante le aveva capite a fondo, ma pensare che il mondo nel quale era nato e cresciuto si fondava su informazioni completamente errate lo bloccò facendolo tremare.

      Villaggi, città e Stati erano nati guerra dopo guerra. Per rivendicare i propri ideali religiosi si aveva da sempre ucciso e sterminato senza alcuna pietà. Il tutto, per convinzioni false e lontane dalla realtà.

      Cosa sarebbe successo se il mondo avesse appreso la verità sulle sue origini? Le religioni e i loro esponenti che fine avrebbero fatto?

      Sarebbe stato il caos più assoluto o sarebbe iniziata una nuova era di pace e prosperità?

      Nel pensare alla Terra, a com'era e agli ideali di ricchezza e materialità sui quali si basava la società, rabbrividì. L'inquinamento costante e fuori controllo, i soprusi, la povertà e le guerre ormai combattute nell'ombra avrebbero contagiato i nove mondi? Sarebbero scoppiate nuove guerre tra i terrestri e gli “alieni”?

      Quelle, domande troppo pesanti a cui rispondere. Forse, era giusto così, la Terra ai terrestri e la Grande Costellazione ai suoi abitanti.

      «Non fare quella faccia, giovanotto!», provò a tirarlo su il folletto vedendolo in quello stato.

      Jack sospirò mandando giù quelle preoccupazioni. Non era il caso.

      «Quello non è un umano!», riprese il piccolo pozzo di informazioni.

      «Nel grande esilio, non furono coinvolti gli incrociati».

      Il ragazzo, quasi avesse realmente dimenticato i suoi pensieri, sgranò gli occhi colpito da quelle parole.

      «Sono gli individui nati dall’amore di genitori di razze diverse. Un tempo era vista come una cosa normale ma, con il passare degli anni, venne considerato un atto impuro, un comportamento che avrebbe portato alla scomparsa delle razze originali. Per preservare le specie, le unioni miste vennero proibite dalla legge».

      Non si pronunciò, attratto più che mai da quella contorta quanto affascinante spiegazione.

      Per quanto reale, non riusciva ancora a capacitarsi pienamente di quel che gli stava succedendo.

      «Queste leggi entrarono in vigore dopo la Grande Guerra. Furono troppi i caduti e per preservare le diverse razze, l’unica soluzione fu quella. Si dovevano stabilizzare le popolazioni e come ti dicevo, all’esilio non parteciparono gli incrociati umani. Fu un rischio certo, ma i saggi dell’epoca ebbero clemenza per i mezzi uomini. Sapevano che, con il passare delle generazioni, i geni della vostra razza sarebbero scomparsi».

      Boris era un’autentica enciclopedia.

      «Quel mercante, che tanto assomiglia ed effettivamente ricorda un tuo simile, avrà come lontanissimo parente l’incrocio originale, il frutto dell’amore tra un umano e chissà quale altra razza».

      «Mantelli, mantelli di ottima qualità provenienti da tutti i mondi», continuò l'individuo rivolto verso un passante a pochi metri da loro.

      Jack non riusciva a credere a quel che gli stava raccontando il piccolo compagno di viaggio.

      Da sempre, sulla Terra si parlava di alieni e di altri mondi abitati, ma si sapeva che era pura fantascienza. Una chimera che gli scienziati cercavano in ogni modo di raggiungere.

      La ricerca di altre forme di vita, la consapevolezza di non essere gli unici ad abitare la galassia di certo non era errata e quel richiamo costante e irraggiungibile, che dagli albori aveva accompagnato il genere umano, forse era il frutto dell'esilio dal quale tutto poi aveva avuto nuovamente inizio.

      «Quei simboli che vedi sul suo viso, e che sono anche presenti sulle mani e sulle gambe, sono segni che contraddistinguono gli incrociati umani e tutti i loro discendenti».

      Concluse Boris cercando riposo per le sue piccole mascelle.

      Sulla fronte del mercante, diversi pallini neri allineati correvano da una tempia all’altra. Sui polsi, gli stessi simboli si chiudevano come bracciali, dandogli così un tono misterioso.

      Gli aveva detto tutto, ora anche il salvatore conosceva la storia sul suo mondo e sui restanti nove. Nel vedere l’espressione perplessa del suo interlocutore, Boris precisò:

      «Quando tutto finì, i maghi e le sacerdotesse più potenti fecero un incantesimo marchiando così a vista le discendenze umane. Il fine fu quello di non