Dawn Brower

Uno Scandaloso Conte In Meno


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Per un breve periodo aveva sperato che il Conte di Ashtey la corteggiasse, ma poi quello aveva smesso di guardarla. Magari lei aveva frainteso le sue intenzioni.

       In realtà, non sapeva nulla degli uomini, né come attirarli. Samantha era brava in queste cose, lei non aveva mai avuto problemi a conquistare un uomo. Ciò che le rendeva la vita difficile era suo fratello, il Conte di Shelby: col suo brutto carattere aveva spaventato più di un pretendente e mandato all’aria vari possibili matrimoni.

       “State tranquilla – stava dicendo Samantha a Marian – Vi staremo vicine e vi aiuteremo noi.”

       “Siete un ingenua, cara. Sapete che non sta bene che mi stiate vicina durante la gravidanza e…”

       “Oh, non siate sciocca!- la redarguì Samantha – Ho letto molti libri sull’argomento, e anche Kaitlin!”

       Marian si voltò con stupore verso Kaitlin! Dannazione! Perché Samantha doveva essere sempre così spudorata? E’ vero che lei aveva letto con curiosità tutte le riviste mediche di Marian: erano davvero interessanti e poteva comprendere il desiderio della cugina di diventare medico. Non che condividesse la stessa passione! Alcune cose riguardo il corpo umano erano assolutamente…disgustose! Decisamente, la carriera del medico non le interessava.

       “Non capisco a cosa si riferisce Samantha.” provò a difendersi. Magari poteva fingere di non saperne nulla. Nessuno, tranne le due amiche che erano con lei nella stanza, avrebbe potuto contraddirla. Gli altri, quasi non la notavano.

       “Non provate a fare la furba con noi! – la incalzò Samantha – Potete anche apparire timida e vergognosa come un topolino, ma noi conosciamo bene il vostro lato maschile!”

       “Non dite stupidaggini! Non sono mica un maschiaccio. E’ una parola che si addice più a voi che a me!”

       “Io la definirei una peste, più che altro!” esclamò una profonda voce baritonale alle loro spalle. Le donne si voltarono all’unisono a quel suono. Sulla soglia della stanza c’erano tre uomini: uno era Jonas, il marito di Marian. Gli altri due erano i suoi amici più cari, Lord Shelby e Lord Ashtey. Chi aveva parlato era Shelby, il fratello di Samantha.

       “Non potete certo giudicarmi, data la vostra immorale condotta!” – si risentì Samantha, avvicinandosi minacciosa a lui.

       “Rinfoderate gli artigli – disse stancamente Harringhton, passandosi una mano tra i folti capelli neri – Vorrei evitare spargimenti di sangue davanti a mia moglie.”

       La ragazza si calmò. “Dite bene. Non è elegante per una signora come me rispondere in tal modo a quel tanghero di mio fratello!” Shelby sorrise malignamente. A quella vista, Kaitlin sentì il sangue rimescolarle dentro… Era così bello e affascinante! Samantha invece non si accorse del suo ghigno cattivo, e ciò le evitò un ennesimo imbarazzo. Invece lo ammonì con un dito, come si fa con un bambino capriccioso.

       “Soprattutto, non vorrei arrecar danni a Marian e al bambino!” esclamò.

       Marian sta per avere un bambino? – esclamò sorpreso e stizzito Shelby – Perché sono sempre l’ultimo a essere informato?” Kaitlin sospirò. Quel pomeriggio con le amiche stava prendendo una piega insolita. Era chiaro che la cugina e il marito non erano ancora pronti a fare l’annuncio ufficiale. Samantha doveva assolutamente imparare a tenere la lingua a freno! Anche se in cuor suo Kaitlin sapeva che era una battaglia perduta in partenza..

       …………………………………………………………………………………………

       Gregory gemette dentro di sé. Il fatto che a breve Harrington sarebbe divenuto padre avrebbe cambiato tutto. Il primo passo era stato il matrimonio, ma un figlio lo avrebbe tenuto legato alla casa e al focolare domestico. Non ne faceva certo colpa all’amico: Harrington amava la moglie e Gregory non poteva che esserne felice, anche se provava una puntina di gelosia. Dal canto suo mai avrebbe voluto una moglie, ma era l’idea dell’amore in sé che lo attirava.

       Era sempre stato convinto che cose così coinvolgenti come un matrimonio e la vita domestica non facevano per lui. Era una responsabilità troppo grande, che non voleva accollarsi. Aveva troppi vizi, i preferiti erano le donne e il Brandy, e sicuramente dopo il matrimonio avrebbe dovuto rinunciare prima all’uno e poi all’altro. A una moglie piaceva un uomo che rigasse dritto. Questo solo pensiero gli faceva accapponare la pelle! Certo, c’erano migliaia di matrimoni di convenienza in giro ma, se mai si fosse innamorato, avrebbe voluto un matrimonio d’amore, non un contratto d’affari. Non intendeva sperimentare il disastro di un letto freddo e una vita infelice.

       Gregory lanciò un’occhiata ad Ashtey e lo redarguì: “Suvvia, non siate aggressivo!” Poi si voltò verso Samantha e disse: “Molto probabilmente, si trattava di un segreto tra coniugi.”

       Per tutta risposta la ragazza disse, con aria teatrale: “Come potevo sapere io, che Lord Harrington non si fidasse dei suoi amici al punto da non farli partecipi di una così bella notizia?”

       Una risposta come questa faceva sempre desiderare a Gregory di strangolare sua sorella, rammaricandosi di non averlo fatto quando erano bambini. “Intendo – disse, con parole di ghiaccio– che non sono affari vostri, e che non avevate il diritto di spifferarli in giro!”

       Gregory fece un passo minaccioso verso sua sorella, ma Kaitlin si interpose tra loro: “Lord Shelby, forse gradite un the?” disse, con aria tremante.

       “Un the?” Lui la fissò incerto: a che gioco stava giocando? “ No, non voglio il vostro the!” urlò. Di solito Lady Kaitlin non si ingeriva. E lui non voleva essere scortese con lei. Era un topolino timido che, sfortunatamente, aveva permesso a sua sorella di coinvolgerla in cose che non la riguardavano.

       Incredibilmente lei rispose, con aria di sfida. “Mi spiace, signore, ma non posso permettervi di attaccare briga con vostra sorella. Una qualsiasi eccitazione potrebbe nuocere a Lady Marian e al bambino.”

       Queste sole parole bastarono a indurre Gregory a tirarsi indietro. “Non avevo alcuna intenzione di fare del male a mia sorella!” si giustificò.

       “Ne sono convinta, signore, - continuò Lady Kaitlin con calma fermezza – Ma voi e vostra sorella non fare altro che litigare.

       “E’ vero – intervenne Ashtey –.”Ho visto più litigi tra voi che con altri, in tutta la mia vita.”

       “Amen – disse Marian, schiarendosi la gola – Kaitlin ha ragione. Se il the non è di vostro gradimento, potete versarvi del Brandy.”

       Lord Harrington e sua moglie si scambiarono uno sguardo d’intesa, e poi lui si rivolse ai suoi amici: “Che ne direste di ritirarci nel mio studio?” disse.

       “No – rispose secco Gregory – Preferirei rimanere in compagnia delle signore, se non vi dispiace.” Poi si rivolse a Lady Marian: “Vi prego di accettare le mie scuse, e le mie felicitazioni per il buon evento.”

       “Vi ringrazio, milord – rispose lei, amabilmente. Poi, volta al marito : “Allora, the per le signore e Brandy per i signori!” Ashtey annuì e si diresse al mobile bar, dove prese tre bicchierini , li riempì e li porse agli amici.

       “Con la promessa che mi comporterò bene – disse Gregory. Poi, sollevando il bicchiere vero l’alto, esclamò:

       “Un brindisi al futuro erede di Harrington.”

       “Non è detto che sarà un maschio.” protestò l’amico.

       “Beh, è comunque