Juan Moisés De La Serna

Favole In Versi


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è spezzato!

      Ma la voce ha già ripreso:

      “Sono io, che ti ho parlato!”

      Guardò in alto e allora vide

      chi era quello che parlava.

      Era il sole che, dal cielo,

      ora a lei si avvicinava!

      “Ma che dici?” chiese ancora,

      un pochino spaventata.

      Ed il sole: “Piccolina,

      sono io che ti ho chiamata.”

      Arrabbiata lei rispose:

      “Me lo dici solo adesso?”

      Ed il sole, più pacato:

      “Prima o dopo, fa lo stesso

      Ma tu prima sorridevi,

      non volevo disturbarti,

      eri bella; ma smettesti,

      e ho pensato di chiamarti

      Lei allora un po’ sorrise:

      “Stai cercando di adularmi.

      Sono stufa di parole;

      forza, scendi qui a scaldarmi.”

      “Ti ho scaldato già un bel po’.

      Il sorriso ti è tornato.”

      disse il sole, e si levò,

      e in un attimo era andato

      “Dove vai, non te ne andare! -

      La ragazza lo implorò-

      Non lasciarmi più da sola,

      ma restiamo qui a parlare.”

      “Tutti i giorni sono in cielo,

      tutti i giorni sto al mio posto.

      E tu non mi hai mai parlato.”

      Questo il sole le ha risposto.

      “Ma hai un sorriso celestiale,

      non la smetto di guardarti.

      Quando in spiaggia tu verrai

      ritornerò a scaldarti.”

      Sulla sabbia lei rimase

      mentre il sole se ne andava,

      era triste ma sapeva

      che poi, tanto, ritornava.

      A sorridere si mise,

      col sorriso lo attirò.

      Con quel laccio lo riprese

      ed il sole a lei tornò.

      Anche tu, col tuo sorriso,

      tanto amore troverai,

      tanta luce sul tuo viso

      se come lei farai.

      AMORE

      3. L’ ELEFANTE E LA SIRENA

      Su una spiaggia di Malta

      se ne stava un elefante

      quando, ecco, esce dall’acqua

      una bella sirena guizzante.

      “Esisti per davvero!”

      gridò quell’elefante.

      La sirena, spaventata,

      si arrestò, molto esitante

      L’animale la guardava

      stupito sulla rena,

      la testa fuor dall’acqua

      se ne stava la sirena.

      “Esci sirenetta. –

      l’elefante le gridò -

      L’acqua è molto fredda!”

      Lei allora si placò.

      “L’acqua è al punto giusto,

      di certo non spaventa.

      Ma se vedessi al polo!

      Lì c’è la tormenta!”

      “Che dici, sirenetta?

      Io mai lì ci verrei!

      Ho zampe troppo grandi,

      di certo affogherei!”

      “Che lagna di elefante! –

      gridò la sirenetta –

      Le zampe troppo grandi

      E l’acqua troppo fredda!

      Sei tutta ciccia e lardo,

      io invece non mi lagno.

      E’ solo un gran codardo

      chi non vuol fare il bagno!”

      Irato l’elefante

      la proboscide affondò,

      tirò su tanta acqua

      e con rabbia la spruzzò.

      Ma la sirena rise:

      “Che bel divertimento!”

      A quella doccia calda

      provò gran godimento!

      “Spruzzamene ancora,

      mi piace questa doccia!”

      Ma l’elefante, altero,

      rimase come roccia.

      “Con tutta l’acqua addosso

      non sei preoccupata?

      Di certo, e ne ho rimorso,

      ti ho più che congelata.”

      “Sei proprio esagerato! –

      gli disse la sirena –

      Mi hai solo rinfrescato

      e ne valea la pena!

      A Malta l’acqua è un forno,

      da sempre l’ho apprezzata,

      ed una volta al giorno

      mi faccio una nuotata.”

      Riprese l’elefante:

      “Allora se tu vuoi,

      prendiamo un po’ di sole,

      ci tufferemo poi.”

      AMORE

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