di tre anni all’ora di cena.» borbottò. Serrò le labbra quando vide la donna sul tavolo. Attraversando la stanza, notò una porta aperta e un trambusto tremendo che proveniva dall’oscurità sottostante. Imbracciò il lanciafiamme e iniziò a scendere le scale.
«Qui non c’è niente.» disse nell’auricolare.
Kotaro appoggiò Yohji al gradino più basso e si voltò per affrontare la folla demoniaca di fronte a lui. Volendo tenerli lontani dal suo partner, si fece avanti. Era come camminare nella melma, con un odore peggiore.
Sentì un forte dolore alla guancia destra quando uno dei ghoul lo morse, facendogli digrignare i denti. Lo sollevò e lo lanciò addosso agli altri nel tunnel, facendone cadere altri che stavano cercando di entrare nel seminterrato.
Allungando una mano, Kotaro estrasse un coltello a lama lunga dal fodero che teneva nascosto dietro i pantaloni. Alzò il braccio ad arco mentre lo brandiva, perforando la carne dei demoni e facendo schizzare sangue nero ovunque.
Gridò quando un altro gli morse il braccio sinistro, e affondò la lama nella testa del ghoul. Un ringhio feroce gli esplose in gola quando sentì altri tre morsi alle gambe. Estraendo la lama, Kotaro la brandì di nuovo, questa volta decapitando il ghoul più vicino.
Uno scatto e un forte sibilo portarono i mostri a guardare verso la cima della scala, e lui sogghignò.
«Hai portato la salsa barbecue?» chiese alla donna che ora aveva l’attenzione di tutti.
*****
Darious stava nel cortile sul retro della casa infestata con gli occhi chiusi, assisteva alla battaglia e la ascoltava. Lo aveva sfiorato l’idea di attraversare la casa per raggiungere i tunnel sotterranei ma, sapendo che ciò lo avrebbe rallentato, era rimasto fedele al piano originale.
I Guardiani potevano cavarsela da soli... proprio come lo avevano costretto a fare tanto tempo prima.
Allontanando il proprio potere visivo dal seminterrato, mise da parte i sentimenti di odio e le emozioni inutili. Inspirò profondamente, annusando il profumo dei signori dei demoni dietro il caos... l’aveva già sentito prima. Le streghe... gli umani le chiamavano così ma lui sapeva che cos’erano, e quella sera ce n’erano tre in città. Non era una sorpresa, visto che di solito viaggiavano in gruppi di tre.
Avrebbe dovuto ucciderle prima che i ghoul tornassero da dov’erano venuti.
Darious iniziò a camminare quasi con indifferenza attraverso i vicoli secondari della città. Una volta allontanatosi dal centro, i suoni della notte lo circondarono all’istante. Negli angoli bui c’erano demoni nascosti che sputavano e sibilavano il suo nome mentre passava. Lui li ignorò, sapendo di avere un pesce più grande “da friggere” per la vigilia di Ognissanti.
Mentre si avvicinava al cimitero, percepì una presenza fin troppo familiare e ringhiò. Lo infastidiva che si fossero svegliati solo i demoni più deboli, mentre la vera minaccia dormiva da qualche parte sottoterra.
Ciò che lo irritava di più era che non sarebbe mai voluto tornare lì dopo aver letto le pergamene per la seconda volta. Dopo che il monastero era stato distrutto, i monaci erano tornati per ricostruirlo... per poi lasciarlo cadere in rovina dopo essersi resi conto che il terreno era contaminato dal male. Avevano abbandonato quella terra sapendo che era inutile.
E ora, gli umani noncuranti avevano costruito una fiorente metropoli sul cuore del male dormiente.
*****
Kyou era al centro del cimitero e scrutava l’area con attenzione. Aveva sentito gli altri nell’auricolare e, anche se si era divertito un po’, sapeva che il problema non era la casa infestata. Era il cimitero il vero centro dell’attività demoniaca. Non era nella natura di un ghoul abbandonare il proprio rifugio senza che un padrone glielo ordinasse.
Chiudendo gli occhi, Kyou lasciò che i propri sensi si estendessero tutt’intorno e anche sottoterra... cercando il potere che doveva essere lì.
Sentì i morti che diventavano irrequieti nelle loro tombe e capì che quel cimitero era in subbuglio da un po’ di tempo. I morti erano stati disturbati... qualcosa che per i guardiani era un tabù... era inammissibile.
Serrò le labbra, sapendo che la maggior parte delle tombe sotto i suoi piedi erano vuote. Il problema era capire se i corpi erano stati divorati, o se si sarebbero alzati per andarsene in giro. Aprì gli occhi e girò la testa verso l’enorme mausoleo alla sua destra.
Facendosi avanti, Kyou aprì la massiccia porta della cripta, ignorando lo scricchiolio dei cardini. Si rese conto dei danni arrecati e capì perché era stata scelta quella particolare cripta. La famiglia all’interno doveva essere secolare e, non essendoci parenti in vita che se ne prendessero cura, la tomba era stata abbandonata, diventando il luogo ideale per i demoni.
Tutte le bare erano state aperte e giacevano sul pavimento. C’erano resti scheletrici sparsi a terra, alcuni pendevano dai loculi... in balia degli elementi. Al centro c’erano due bare più grandi, erano i patriarchi della famiglia. La bara della donna era praticamente intatta, mentre quella dell’uomo era stata profanata.
Un grosso buco aveva sferzato il legno e ciò che restava del corpo al suo interno. Non c’era bisogno di parole per capire dove conducesse l’altra estremità di quel tunnel. Probabilmente il demone lo aveva fatto scavare dai cadaveri e lo aveva collegato ai tunnel principali.
Un rumore nella cripta lo fece voltare. Kyou si allontanò dalle bare e seguì un sentiero angusto che portava giù lungo un pendio. Quando si trovò completamente sottoterra se ne accorse subito perché l’aria era pesante e puzzava di muffa.
Sentì quello che sembrava un discorso e superò un muro, scoprendo un’altra fila di bare. Molte erano state estratte e spalancate sul pavimento. Una strega infernale nella sua vera forma era china su un corpo parzialmente decomposto, stava sibilando un incantesimo all’orecchio del cadavere.
Era orribile, con lunghi capelli bianchi che le coprivano le guance scavate e gli occhi troppo grandi rispetto al viso. La sua pelle era secca e desquamata, come se fosse stata mummificata viva. I suoi lunghi artigli sfioravano il terreno e il cadavere come se stesse toccando un amante.
Kyou ringhiò quando il cadavere iniziò a contrarsi, e la strega alzò la testa, guardandolo con i suoi occhi orribili. Una tempesta di potere sembrò discendere su di lui mentre un vento invisibile gli sferzava i vestiti e i capelli. L’aria sfrigolò e le ali dorate emersero dalla sua schiena, richiudendosi attorno a lui in modo quasi protettivo mentre lui scattava in avanti.
Volò oltre la bara, afferrando la strega per il collo e sbattendola contro il muro dall’altra parte. Cadde una pioggia di detriti mentre lo sfondavano, sbucando dall’altro lato. Kyou le si sedette a cavalcioni sullo stomaco, con una mano stretta attorno alla sua gola raggrinzita.
«Oseresti mandare quelle orride creature nella mia città?!» le chiese ringhiando, mentre lei urlava e si dimenava.
La strega non riusciva a colpirlo perché le sue ali traslucide erano ancora avvolte attorno a lui, schivando l’attacco. Sussultò all’improvviso e si trasformò da vecchia strega avvizzita in una visione di pura bellezza. La sua voce divenne suadente e gentile mentre i suoi capelli ispidi divennero lisci e bianchi come la neve fresca.
«Tu non hai il potere per fermarmi, guardiano.» gli sussurrò mentre gli posava le dita su una guancia. «Somigli così tanto a Lui... eppure sei così diverso.» disse, graffiandogli il viso.
Kyou fu colto di sorpresa quando un lampo luminoso esplose di fronte a lui, scagliandolo all’indietro attraverso la parete sfondata. Il suo battito cardiaco gli rimbombava nelle orecchie mentre si lasciava consumare dalla rabbia. Quel demone era potente, doveva finirlo prima che i suoi servitori uccidessero altri umani innocenti.
Fece per attaccare proprio mentre delle mani ossute sfondavano la parete dietro di lui. Gli strinsero il petto e lo trascinarono con tale forza da lasciarlo senza fiato.
All’improvviso era circondato dai ghoul... le loro mani scarne lo