per questo dovessi farlo soffrire per ore. Quindi lo ucciderò dopo avergli inferto una tortura all’altezza della malvagità della sua anima.
Mi rendo conto all’istante che ha paura. Paura della morte. Paura di una morte contro la quale non può fare niente. Il nostro capo è forte. Non è possibile restare al servizio di un tiranno per due secoli senza indurirsi, e lui ha sempre voluto controllare tutto, dalle punizioni inflitte dai vampiri alla direzione del branco, ma non può fare nulla contro il tempo che passa e gli ruba la vita. Non può fare nulla contro il tempo stesso.
– Mi sosterrai?
– Come sempre. Ma voglio che discutiamo ancora dell’imboscata. Capisco la tua sete di vivere, davvero, ma non sarà a detrimento della vita dei nostri fratelli.
Annuisce lentamente, capendo che ha oltrepassato i limiti.
– Sarai il mio guardiano se la follia mi minaccia?
– Saprei rimetterti al tuo posto se fosse necessario, ma sono certo che non mi darai nessuna occasione di doverlo fare.
– Chi lo sa? L’avvicinarsi della morte cambia tutto. Ti auguro di non dover mai conoscere questo tormento. Farò tutto quello che serve perché non ti succeda mai.
La conversazione con Dumitru mi lascia l’amaro in bocca. Rumino senza sosta questi discorsi andando da Anton. Devo incontrarlo ai piedi del castello perché lui possa nutrirsi e che io finisca il poveraccio che avrà servito da pasto prima che rinasca in vampiro. Il nostro capo è determinato nella sua ricerca, ma le sue ragioni personali prendono il sopravvento sul bene comune. Considera accettabili i danni collaterali. Io non sono d’accordo. Il suo stato di salute non deve giustificare la morte di nessuno di noi, e attaccare frontalmente Zoran è pura follia. Significa la condanna a morte per il lupo che si farà catturare, o per il branco tutto intero. Niente potrà impedire il re vampiro di ucciderci fino all’ultimo in caso di fallimento. Gli basterà ricreare dei lupi mannari più giovani e più obbedienti, come Ivan. Non dubito un solo istante che Zoran avrà mangiato prima di uscire e la sua forza è molto superiore alla nostra. È anche più rapido e più infido. La nostra unica possibilità è catturarlo appena prima dell’alba, quando sarà più vulnerabile. Il sole è il loro più grande nemico, più di noi e del nostro desiderio di libertà. Gli UV sono fatali ai vampiri. Impegnato a cercare un riparo per passare la giornata, il re vampiro potrebbe essere meno attento a ciò che lo circonda. E questo ci permetterebbe di catturarlo vivo. Perché è proprio questa la difficoltà. Sarebbe talmente facile attaccarlo in massa e squarciargli la gola senza esitazioni. Solo che non è quello che vogliamo perché non otterremmo le risposte di cui abbiamo bisogno per sopravvivere se lui muore.
Perso nelle mie strategie di battaglia, mi accorgo che sono arrivato al luogo dell’appuntamento scorgendo per terra l’ombra gigantesca del guardiano del sito. La silhouette del dragone di pietra a tre teste è immensa. C’è una leggenda su questa statua. Del resto, la Russia è piena di leggende, alcune delle quali mi riguardano. I miti sui lupi mannari e i vampiri si trasmettono da una generazione all’altra. Ma la mia preferita è quella sul dragone. Si dice che il drago Zmeï Gorynytch, guardiano del ponte Kalinov, unico accesso al castello di Zoran e frontiera tra la vita e la morte, sia stato abbattuto da un valoroso cavaliere dal cuore puro venuto a liberare una principessa tenuta prigioniera. La leggenda racconta che il terribile dragone che sputa fuoco ritornerà in vita quando la principessa avrà bisogno di lui e che un’anima dal sangue straordinario tanto quanto quello del suo assassino andrà da lui per chiedere il suo aiuto. Preferisco questa storia a quella che circola nei villaggi circostanti sui lupi mannari. Ci trattano da divoratori di anime, cannibali e mostri degli inferi. Una cosa è certa, non è qui che apparirà un’anima abbastanza pura da risvegliare il leggendario dragone. Non so cosa nascondano i vetri a specchio del castello che si staglia alle spalle della statua, ma non può esserci niente di buono intorno al re vampiro, il più grande assassino del Medioevo.
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