La nonna scosse di nuovo la testa. «È per questo motivo che raramente faccio incantesimi. Da allora nessuno di essi ha più funzionato. Ora leggo solo i tarocchi e aiuto le persone a selezionare i cristalli in modo che possano trovare la propria magia. Poterli fare mi manca terribilmente... saprò quando sarà di nuovo il momento.»
«Ma mi stai insegnando a lanciarli.» Senza mai dirmi che la sua magia le era stata portata via. «Forse puoi insegnarmi a sistemare le cose.»
«Non voglio che ti sacrifichi per la squadra, diciamo, per salvare la tua vecchia nonna. Sono una donna adulta, e posso affrontare le conseguenze delle mie azioni. Ormai è così da molto tempo.»
«È solo un appuntamento, e voglio ancora andarci. È passato molto tempo dall’ultima volta che sono stata così entusiasta all’idea di uscire con qualcuno.»
«Allora dovresti andare. La magia non dovrebbe mai impedire di divertirsi» disse la nonna. «Dove ti porta?»
«A cena, e poi serata al cinema nel parco.» Morivo dalla voglia di andare a vedere uno dei vecchi film che proiettavano ogni sabato su uno schermo allestito nel parco cittadino, ma alla nonna non interessava. Diceva che li aveva già visti tutti.
«Spero di non averti messa in pericolo.» La nonna mise da parte i popcorn con un sospiro. «Nessuno in città sa cosa sia realmente accaduto. I draghi non volevano ammettere di essersi rivolti a me per chiedere aiuto, e io ero molto imbarazzata che la mia magia avesse fallito in quel modo. Tutti pensano che tra di noi ci sia un’accesa rivalità per una gemma presente nel loro negozio.»
«Ci sono altre creature immortali in città di cui dovrei sapere?» le chiesi.
«Più di quante tu possa immaginare.» La nonna prese il telecomando e alzò l’audio del gioco a premi che voleva vedere. «Sei pronta a credere nella magia?»
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La storia della nonna avrebbe dovuto spaventarmi tanto da tenermi lontana da Tyson. Ma, come era accaduto con l’incantesimo d’amore, si ritorse contro di me. L’elettricità non aveva smesso di scorrermi nelle vene dalla grande rivelazione. Avevo un appuntamento con un drago. Santo cielo. Come sarebbe stato uscire con una creatura soprannaturale? Per colpa della mia immaginazione iperattiva, e della quantità di tempo che avevo trascorso a fare ricerche sui dieci migliori sex toys da usare con il tuo coinquilino, avevo creato più di uno scenario bollente.
Forse il prossimo articolo sul mio blog si sarebbe intitolato la top ten dei migliori sex toy da usare con il tuo drago.
L’universo si muoveva proprio per vie misteriose. Ma io avevo sempre creduto che mi coprisse le spalle, e non avevo mai avuto bisogno che lo facesse più di quella sera.
Era arrivato il momento di incontrare Tyson. Avevamo programmato di incontrarci al ristorante, perché non c’era verso che rischiassi che lui e la nonna si scontrassero. Indossavo un corto vestito ricamato, che mi sfiorava il corpo, con leggings capri e sandali con il cinturino.
La nonna non mi aveva insegnato a lanciare un incantesimo d’amore – non ancora – ma non c’era nulla di male nell’aumentare le probabilità a mio favore. Inizialmente avevo preso il mio quarzo rosa, ma alla fine avevo scelto di mettere la piccola spilla con il drago che avevo trovato alla svendita. Perfetta.
La spilla si riscaldò contro il mio petto quando Tyson apparve. Il suo viso si illuminò quando mi vide, e il suo sguardo mi passò sul corpo come una carezza ardente.
Potevo anche non credere alle parole della nonna, ma quell’uomo aveva l’ardore di un drago.
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Capitolo 4
Tyson
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«Ho un’altra domanda da farti.» Sophie che camminava sul marciapiede era la personificazione stessa della bomba sexy. Mi ricordava una pin-up di uno di quei vecchi calendari che eravamo soliti appendere nel retro della gioielleria. Proprio come sua nonna a quell’età.
Pericolosa.
Nora avrebbe anche potuto lanciare un incantesimo per rendersi di nuovo giovane. Con lei non si poteva mai sapere. Ma con tutto il calore e il potere inutilizzato che si irradiava dalla donna in piedi di fronte a me, ero più che disposto a correre il rischio.
«Se vuoi chiedermi se quella con me a cena stasera è la donna più bella di Summerland, la risposta è sì.»
Mi diede una spinta su un braccio, e la combinazione dei nostri poteri ci fece fermare. Una scintilla si sprigionò lungo la mia pelle. Le labbra rosa di Sophie formarono una “O”.
Mi chiesi se lo avesse sentito anche lei.
«Non era questa la mia domanda.» Allontanò lentamente la mano, guardandola come se dubitasse di quello che era appena successo. «Penso che tu abbia già risposto, però.»
«Adesso sono curioso.» Forse un giorno non avrei avuto più segreti, con lei. Magari avrebbe accettato tutto di me. E forse avrebbe avuto la possibilità di incontrare la bestia che mi viveva dentro. Avremmo potuto sorvolare le montagne insieme, e proteggere la nostra piccola città come eravamo destinati a fare.
«Se ti suona folle, non giudicare. È stata la nonna a mettermi quest’idea in testa.» Si morse il labbro e distolse lo sguardo. «Sei... sei un drago?»
Accidenti a Nora per aver svelato il nostro segreto. Ma non potevo rimanere arrabbiato a lungo. Probabilmente era meglio che Sophie venisse a conoscenza della verità da qualcuno di cui si fidava. Il problema era che non credevo che Nora le avesse raccontato l’intera storia. La parte in cui non ne veniva fuori profumata come una rosa. Tenni a bada la mia animosità. «Quali altre idee ti ha messo in testa?»
Gli occhi di Sophie si spalancarono. «Ha detto che un incantesimo è andato storto e tu... potresti averla maledetta.»
In realtà era stata piuttosto schietta. «Se ti dico che è così, verrai comunque a cena con me, stasera?»
«Forse sono impazzita, ma sì, lo farò.»
Summerland aveva solo una manciata di ristoranti degni di un appuntamento, e avevo fatto una prenotazione. Era passato molto tempo dall’ultima volta che ero uscito con una donna, perché era troppo frustrante non avere nessuna connessione emotiva. Ma quella scossa tra di noi, pochi istanti prima, prometteva che quella sera sarebbe stato diverso.
Non era una notte normale quella in cui uno dei draghi Drake si faceva vedere in pubblico con un membro della famiglia Whynot. La nostra faida era ben nota, e cittadine come quella erano alimentate dal pettegolezzo. La cameriera sfoderò un sorriso preoccupato quando ci fece accomodare a un tavolo d’angolo.
Sophie prese il menu ma non lo aprì. «Allora, com’è?»
«Essere un drago?»
Lei annuì.
«È passato molto tempo dall’ultima volta che sono stato nella mia forma di drago.» Avevo passato la maggior parte degli ultimi cinquant’anni incazzato e intrappolato nella