Marisa Santi

Danzando Verso La Felicità


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i miei sentimenti per Mattia. Ho capito che non ci apparteniamo e che tra noi non accadrà mai niente. Non è giusto pensare o desiderare l’uomo di un'altra e soprattutto non è giusto ferire l’uomo che mi ama. Più mi guardo intorno e più mi rendo conto di quanto sia fortunata.

      Sembrano divertirsi tutti e la festicciola organizzata dai miei sta svolgendo per il meglio, il cibo è fantastico, mia mamma ha fatto preparare i miei piatti preferiti e mi stanno sommergendo di affetto e regali.

      <<Dai Isabel, apri i pacchettini>> Mi incalza Rossana distraendomi dai miei pensieri.

      <<Sì, vieni, così li vedi anche tu!>> Le dico conoscendo la sua curiosità.

      I ragazzi mi hanno regalato una tuta e le ragazze due completi intimi: uno è in pizzo nero e l’altro sempre in pizzo ma color cipria e con un perizoma così ridotto che indossandolo non lascerà niente all’immaginazione.

      Un bigliettino attira la mia attenzione:

      

      

      

       Vederti danzare mi emozionerà sempre, riesci a farmi assaporare la sensazione di libertà, ogni tuo movimento per me è poesia. Mattia

      

      

      

      

      Leggendolo sono entrata per un attimo nel panico. Apro la scatola che accompagnava il bigliettino per vedere cosa contiene e con stupore ci trovo un Ipod.

      Guardo Mattia e lui sorridendo mi dice: <<Questo è più comodo del cellulare per ascoltare la musica quando vai a correre.>>

      <<Grazie>> gli dico accennando un timido sorriso.

      Pazzesco, è un buon osservatore, penso che nessuno abbia mai fatto caso a cosa indosso e a che cosa uso per ascoltare la musica quando vado a correre.

      Vengo distratta dal campanello, qualcuno sta suonando alla porta e mi domando chi possa essere. Ecco che la mia curiosità viene premiata: ci sono degli ospiti non graditi, i due brutti ceffi con cui Mattia litigò tempo fa davanti al portone.

      Mattia si irrigidisce alla loro presenza, l'invita ad uscire accompagnandoli alla porta e va via con loro, abbandonando la festa senza salutare.

      Sono molto preoccupata per lui, ho pensieri sempre più confusi e mi domando cos’abbia da nascondere e cosa possano volere da lui quelle brutte persone.

      Non voglio far trapelare la mia preoccupazione e cerco di ridere e di farmi coinvolgere dall’allegria degli altri anche se vorrei solo poter rimanere sola con le mie riflessioni.

      La festa sta volgendo al termine e di Mattia neppure l’ombra. Continuo a guardare la porta del salone sperando di vederlo rientrare e assicurarmi che stia bene. Sono preoccupata, vorrei poter chiedere a mia madre, magari lei sa qualcosa inerente al passato di Mattia. Poi ci ripenso: no, non è giusto, voglio che sia lui a raccontarmi tutto.

      A mano a mano vanno via tutti, compreso Max, che spero non si sia reso conto della mia “non presenza”. Devo fare qualcosa per restare alzata il più possibile e attendere il ritorno di Mattia, ho bisogno di accertarmi che stia bene.

      <<Isabel, dammi una mano a sistemare per favore.>> chiede mia madre distraendomi dalla confusione che ho in testa.

      <<Sì mamma>>

      <<Contenta per la sorpresa?>>

      <<Molto, davvero, tu e papà siete stati fantastici. Grazie!>> dico abbracciandola forte.

      <<C’è qualcosa che ti preoccupa tesoro mio?>> Chiede preoccupata.

      <<No, solo stanchezza, sai tutte l’emozioni della giornata appena trascorsa.>>

      <<Finisco da sola Isabel, vai a dormire.>> Dice facendosi andar bene la fugace risposta.

      <<Ma no dai, anche tu sarai stanchissima, ti aiuto davvero molto volentieri!>> Per quanto voglia stare sola per potermi immergere nei miei pensieri, penso che aiutare mia madre mi possa aiutare per distrarmi e a fare passare il tempo. Chissà, magari nel frattempo potrebbe rientrare Mattia e voglio capire di che umore è, potrebbe avere bisogno di sfogarsi. Mattia, dove diavolo sei?

      Sparecchiamo i tavoli, passiamo l’aspirapolvere, laviamo i piatti, li asciughiamo e sistemiamo la cucina. È trascorso un’infinità di tempo e ancora niente.

      Rimango insieme a mia madre per chiacchierare un po’ e per farle vedere i regali che ho ricevuto e poi ci dirigiamo nelle nostre stanze.

      Faccio la doccia e mi preparo per la notte. Sono sdraiata sul letto e non riesco a dormire, continuo a pensare a Mattia, dove possa essere e chi cavolo possano essere quegli esseri disgustosi. Mi domando perché lui non parli mai della sua famiglia, è una persona così chiusa... Ha l’umore sempre più altalenante, da che sorride si incupisce in men che non si dica. Non ci vuole una scienza per capire che quei due sono tipi poco raccomandabili, sono dei primitivi, hanno degli atteggiamenti ignobili e sicuramente ignorano l’esistenza del galateo. Sembrano usciti da qualche film mafioso. Solo al loro pensiero rabbrividisco!

      Di dormire non se ne parla, rileggo il biglietto di Mattia e collego l’Ipod che mi ha regalato al portatile per caricare della musica.

      Sento dei passi, Mattia! Scendo dal letto e mi precipito alla porta spalancandola.

      <<Ciao!>> gli dico scrutandolo per cercare di capire di che umore possa essere e soprattutto per verificare che sia ancora tutto intero.

      <<Scusami se rientrando ti ho svegliata.>> Dice con aria preoccupata.

      <<Veramente non riuscivo a dormire…>>

      <<Perdonami se me ne sono andato via in quel modo.>>

      Non gli do il tempo di finire di parlare e gli chiedo: <<Stai bene?>>

      <<Si, sono solo un po’ stanco e ho tanta voglia di andare a dormire.>>

      Mi accorgo che fa di tutto per evitare di raccontarmi cosa gli è successo. Di colpo cambia umore e noto che mi scruta con gli occhi dalla testa ai piedi e sogghignando mi dice: <<Complimenti, bel pigiamino!>>

      Mi guardo e mi rendo conto di avere indosso una misera sottoveste bianca in raso che copre ben poco. Arrossisco e cerco di filarmela il prima possibile.

      <<Notte, Mattia>> riesco a dirgli nell’imbarazzo più assoluto.

      <<Buona notte Isabel>> mi dice facendomi un occhiolino malizioso.

      Praticamente scappo in camera mia vergognandomi a morte, mi ero dimenticata di quello che indossavo. Non uscirò mai più da questa stanza. Mi sto facendo un sacco di complessi. Oddio e se pensasse che l’abbia fatto apposta a mostrarmi così?!?

      Cosa devo fare per aiutare Mattia, non capisco perché si ostini a non volersi sfogare con me, forse non mi trova all’altezza. Mi aveva promesso che appena avrebbe avuto voglia di parlarne con qualcuno io sarei stata la prima a cui si sarebbe rivolto, magari devo solo avere un po’ di pazienza. Mattia perché devi essere così taciturno?

      

      

      “Tenera Isabel” Pensa tra sé Mattia, ancora divertito per l’espressione e l’imbarazzo che ha suscitato in lei e per un attimo non ha più pensato ai suoi problemi.

      “Devo trovare una soluzione il prima possibile. Un giorno di questi le racconterò tutto, ho notato come si preoccupa per me, sono le tre del mattino e lei è sicuramente rimasta sveglia per aspettarmi. Oh Isabel… Se solo tutto fosse meno complicato!”

      

      

      VII

      Ho