Dawn Brower

Bugie Di Famiglia


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che è una specie di imprenditrice, sempre di qua e di là per il mondo. Una senza radici, insomma!”

      “Ah , capisco – disse Roman, con aria poco convinta – Cooper, perché non accompagni questa bella signorina a fare il giro dell’isola?” disse, rivolto al figlio.

      Cooper annuì con vigore: nulla lo avrebbe reso più felice che accompagnare Ametista in giro per l’isola! Non avrebbe potuto sperare in un’occasione migliore di quella, nemmeno se l’avesse programmato a tavolino! E Ben per fortuna era fuori dai piedi, così non avrebbe potuto mettergli i bastoni tra le ruote con la ragazza! Per ora, Cooper sentiva di avere un punto di vantaggio sull’amico.

      Aveva scoperto molte cose su di lei, online. Sulla sua vita privata poco, ma la rivista ASK metteva in bella evidenza tutti i suoi articoli. Ametista aveva scritto anche molti editoriali. Da quello che aveva capito, il ruolo della ragazza, nel magazine, era molto più importante di quello che aveva detto lei. In seguito, le avrebbe chiesto conferma se il giornale fosse il suo, come credeva, e così si sarebbe anche spiegato il nome ASK del magazine.

      Avrebbe approfittato di quella occasione per raccontarle della leggenda del luogo. Lui e il padre erano degli esperti, in materia. La cosa era di dominio pubblico, ma solo la famiglia Marchant era in possesso di tutte le lettere di Marianne, e dei suoi diari. Erano tra le tante cose che la donna aveva lasciato in quella che all’epoca era una locanda, mentre fuggiva.

      “Se ti va, ti faccio vedere dei posti interessanti.” le disse.

      Quel pomeriggio si preannunciava il più bello della sua vita! Le sorrise e insieme si avviarono sul vialetto, passando dietro alla casa. Lì, Cooper si fermò sul bordo di una ripida scogliera. L’acqua del lago si frangeva sulle rocce. Proprio in mezzo al lago c’era un’isoletta in cui si innalzava una sommità rocciosa, bianca e grigia. Dal punto in cui si trovavano, sembrava così vicina da poterla toccare con la mano.

      Cooper le diede un colpetto sulla spalle e gliela indicò:

      “Quella è Ghost Peak. Non è proprio una montagna, ma a noi di famiglia piace immaginarla come il nostro monte privato. Quell’isolotto è antico, e stava già qui molto prima che venisse fondata la cittadina. Però una volta non si chiamava così: il nome gli è stato dato dopo la morte di Easton Hill.”

      Ametista si soffermò a guardare l’altura: “E perché questo nome, poi? Che c’entra quell’isolotto con la morte di Easton Hill?” disse, puntando lo sguardo su Ghost Peak.

      Cooper sorrise. A questo punto, poteva anche dirle tutto. Ormai, aveva la sua attenzione e non voleva perderla.

      “Secondo la leggenda, Easton Hill e Marianne erano fuori in barca, per una passeggiata. Pare che lì Easton l’abbia chiesta in moglie e che lei abbia accettato. Era uno dei loro posti preferiti, perché è così romantico…E non è cambiato molto, da allora. Anche alla gente del luogo ogni tanto piace andare in gita sull’isolotto.”

      Ametista scosse il capo: “Se è solo per questo, allora dovevate chiamarlo Love Peak e non Ghost Peak! La cosa non quadra. Perché quel nome strano, che fa pensare ad una storia tragica, di fantasmi?” chiese, poco convinta.

      “Sarebbe stato il nome giusto, se ci fosse stato il lieto fine. Ma purtroppo la storia d’amore è finita in tragedia.”

      “Che vuoi dire? Spiegati meglio!” chiese Ametista, guardandolo di sbieco.

      “Perché poi lui ha perso la sua amata. O lei ha perso lui, a seconda dell’interpretazione. Quindi si dice che, in un preciso giorno dell’anno, lui si rechi all’isolotto, sperando di ritrovarla. Però sembra, che fino ad ora, non abbia avuto molta fortuna, povero bastardo…” Messa così, era davvero una storia tragica.

      “Poveraccio!– esclamò lei – E in che giorno dell’anno torna all’isola?” chiese, mordendosi il labbro. Era tenerissima! Cooper avrebbe voluto che fossero più vicini, in modo da provare a baciare quelle belle e turgide labbra. Aveva una bocca bellissima e i denti così bianchi la facevano apparire ancora più rossa!

      Cooper scrollò le spalle: “Non si sa per certo. Ci sono varie ipotesi, ma nessuna sicura. Si potrebbe più o meno intuire il giorno partendo dalla data del loro matrimonio, il primo aprile 1953. Ma neanche il diario di Marianne ne fa menzione.”

      “Il primo aprile? – esclamò Ametista – Interessante!” Poi socchiuse gli occhi. “ Hai detto che hai il suo diario. Posso leggerlo?” gli chiese, con la voce eccitata e gli occhioni.

      Bene, era stato facilissimo dirottarla nella direzione voluta! Non si era nemmeno accorta che lui stava recitando! Tutto filava alla perfezione… E a breve Cooper avrebbe potuto appurare se quella ragazza era così speciale come credeva! Più tempo passavano insieme, maggiori sarebbero state le sue possibilità di conquistarla.

      “Beh, non saprei. Le sue lettere e i suoi diari sono cimeli di famiglia. Hanno più di cinquant’anni!” rispose.

      “Oh, dai! Ti prometto che starò attenta e che li tratterò con cura! Ti prego!” incalzò lei.

      Lui decise di farsi pregare. “Non lo so, Ametista. Non ti offendere, ma in fondo ti conosco appena! Chi mi dice che non fuggirai coi diari?”

      Lei lo guardò, un po’ irritata: “Beh, puoi restare con me mentre li leggo! Così potrai anche accertarti se lo tratto bene!” esclamò.

      Di bene in meglio, lei stessa gli suggeriva quello che lui aveva in mente! Gli stava rendendo tutto più facile! Non che avesse da lamentarsi…

      “Sì…si potrebbe fare… Ma come mai sei così interessata a Marianne e a Easton?”

      “Se ben ti ricordi… sono una giornalista. Te l’ho detto stamane, quando ci siamo conosciuti!” Sospirò. “Ammetto che la mia debolezza è scrivere di storie del genere, che fanno parte del colore locale dei luoghi che visito. E in genere li scelgo apposta come meta dei miei viaggi! Per caso mi sono imbattuta nelle leggende di questa piccola città e mi sono precipitata qui! Ma voglio scrivere di storie vere di fantasmi, non di fumettoni inventati tanto per vendere il giornale! Mi dai una mano?”

      “Perché no? – rispose, soddisfatto, Cooper – Hai già abbozzato qualcosa? Posso leggere?”

      “Sinceramente, non mi piace che qualcuno legga ciò che scrivo prima che ho terminato l’articolo. Ti dispiace se poi te ne mando una copia?”

      Benissimo! Sarebbe stato un buon motivo per tenersi in contatto, se lei avesse lasciato la città prima di… concludere! Sperava di conquistarla e di fidanzarsi con lei, in quelle due settimane, ma se non ci fosse riuscito aveva bisogno di un Piano B.

      “Sì, mi piacerebbe, grazie! Non vedo l’ora di leggere l’articolo!”

      Lei gli scoccò un meraviglioso sorriso: “ Benissimo! Allora faremo così! E ora… posso leggere quei diari?”

      “Certo! Vieni con me. Devo avvertire mio padre che torniamo all’albergo.”

      Sulla strada del ritorno, Ametista quasi danzava per la gioia e l’entusiasmo! “ Grazie, grazie mille! Quei diari sono molto di più di ciò che speravo di trovare!” continuava a ripetere.

      Lui si augurò che quelle vecchie carte la soddisfacessero davvero. Dal canto suo, lui non poteva che toccare il cielo con un dito! Ametista aveva tutte le qualità che aveva sempre cercato in una donna.

      Ora, l’unica cosa che rimaneva da fare, era riuscire a farla cadere ai suoi piedi!

      CAPITOLO QUINTO

      Per la prima volta nella sua vita, Ametista pensò che stare con un ragazzo potesse essere bellissimo! In fondo aveva un lavoro che amava e che le permetteva di vivere bene, e non aveva grandi pensieri. A volte, perfino sua madre non era male e, a pensarci bene, la sua infanzia non era stata poi così disastrosa! L’amore di sua madre non le era mai mancato, e sapeva che Leonessa, per il tipo che era, non amava mettere radici da qualche parte. Forse era anche per questo che si erano trasferite così spesso.

      Aveva visitato molti posti, nella sua breve esistenza, e da ognuno di essi aveva sentito sprigionarsi una sorta di magia, come se