Блейк Пирс

Il Travestimento Perfetto


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sorpresa quanto lui dal commento di Jessie.

      “Wow,” disse il giovane detective stupefatto. “Non stavi scherzando quando dicevi che ti sei persa qualche anno in materia di cultura pop.”

      “Sono stata un po’ impegnata, Trembley. Vuoi spiegarti o pensi di fare gli indovinelli per tutta la mattina?”

      “Scusa. Miller Boatwright è un produttore di Hollywood, uno di quelli di maggior successo nel settore. Pensa a Jerry Bruckheimer o Brian Grazer. Di certo ne hai sentito parlare, no? Il suo nome è associato ad alcuni dei più grandi successi degli ultimi vent’anni.”

      “Ok,” disse Jessie. “Quindi cosa significa? È il produttore di questo film?”

      “Questo non lo so. Ma era il produttore di Petali e irascibilità, il primo grande successo di Corinne Weatherly. Le storie sul casting di quel film sono leggendarie. È stata scelta tra oltre duecento altre attrici, inclusi alcuni grossi nomi, per il ruolo di protagonista femminile. Boatwright è stato quello che si è battuto per lei, contro ad alcune attrici piuttosto note. Il film alla fine è stato un successone. Lei è anche stata nominata per un Golden Globe. Quella performance le ha fatto guadagnare il ruolo da protagonista nel film del Predone, che personalmente reputo essere uno dei migliori cinque horror di sempre.”

      “È decisamente buono,” confermò la Bray.

      “Dove vuoi arrivare, Trembley?” chiese Jessie, sempre più vicina all’esasperazione.

      “Voglio dire che da diversi punti di vista Corinne Weatherly doveva la sua carriera a Miller Boatwright. E il fatto che il suo nome sia scritto sullo specchio nella roulotte dove è stata uccisa non mi sembra tanto una coincidenza. Non so se sia stata la Weatherly o l’assassino a scriverlo, o se Boatwright debba considerarsi un sospettato, ma penso che probabilmente dovremmo fare una chiacchierata con il tizio, soprattutto dato che il suo ufficio si trova proprio in questi Studios.”

      “Come fai a saperlo?” gli chiese Jessie.

      “Pensavo che avessimo già stabilito che sono un genio del cinema,” le disse, come se la cosa fosse ovvia.

      “A me viene in mente un’altra parola per definirti,” ribatté lei.

      “Mettila come ti pare, io sono sempre dell’idea che dovremmo parlarci.”

      “Va bene,” acconsentì Jessie prima di rivolgersi alla Bray. “Hai detto che potevi mostrarci il motivo per cui non c’è una ripresa della Weatherly che viene portata fuori da qui.”

      “Giusto,” disse la Bray annuendo. “Ecco qua.”

      Si spostò in fondo alla roulotte e si inginocchiò ai piedi dell’ampio letto. Solo allora Jessie si accorse di un’incisione rettangolare sul pavimento.

      Questa è l’uscita di sicurezza,” disse la Bray. “Ogni roulotte ne ha una, in caso la porta principale non sia accessibile. Si può aprire solo dall’interno. Non ti preoccupare. Abbiamo già controllato le eventuali impronte e il DNA.”

      Premette un pulsante quasi invisibile sotto al letto e la botola si aprì, rimbalzando in su. La Bray la tolse e fece loro segno di guardare sotto. Jessie si chinò in avanti e capì subito cos’era successo.

      Sotto alla roulotte c’era una scarpa da donna che immaginò fare coppia con quella che era stata trovata sul cadavere. C’erano pezzi di materiale – apparentemente stoffa strappata – sul pianale sottostante della roulotte, dove i vestiti dovevano essersi lacerati mentre il corpo veniva trascinato di peso sul terreno.

      “Quindi è stata uccisa qui,” disse Jessie, “e poi trascinata sotto alla roulotte fino allo studio di registrazione, dove effettivamente non abbiamo alcun video, giusto?”

      “Pare proprio così,” confermò la Bray.

      “Perché non lasciarla qui?” si chiese Jessie. “Perché rischiare l’elaborata procedura di spostarla in un posto dove l’assassino poteva essere visto, o incorrere comunque in qualche intoppo?”

      “Non so rispondere a questo. Ma quando vedrai il corpo, penso capirai che qualsiasi sia il motivo, per l’assassino era importante che la Weatherly venisse trovata in quel posto e nello stato in cui l’ha lasciata.”

      Jessie e Trembley si scambiarono uno sguardo incuriosito.

      “Fai strada, detective,” disse Trembley, più calmo di quanto Jessie avrebbe creduto possibile.

      CAPITOLO OTTO

      Avevano davanti il corpo di Corinne Weatherly.

      Da morta era semplicemente un’altra persona. Qualsiasi aura di celebrità avesse avuto in vita, era stata spazzata via, sostituita da pelle fredda e occhi vuoti. Il corpo che si era chiaramente sforzata di mantenere atletico e in forma aveva iniziato a dissiparsi. La pelle aveva perduto la sua elasticità e gli arti erano rigidi.

      Jessie cercò di orientarsi nel cavernoso spazio della sala per gli oggetti scenici. C’era qualcosa di strano nel trovare un corpo morto in un magazzino. Ovunque guardasse c’erano cadaveri finti e innumerevoli parti del corpo in plastica insanguinate che sembravano essere state strappate. Le ricordava un processo di trapianto di carne, solo che con finti umani. Un certo numero di busti femminili ‘morti’ erano stati disposti in cerchio attorno a Corinne al centro della stanza.

      Il medico legale se ne stava in silenzio in disparte, pronto a raccogliere il cadavere e portarlo all’obitorio. Secondo la detective Bray, stava aspettando da un’ora, ma non aveva il permesso di spostare il corpo fino a che l’HSS non avesse potuto dare un’occhiata.

      “Scusi,” disse Trembley, “non ci metteremo molto.”

      Jessie gli fece segno di avvicinarsi.

      “Non scusarti mai per il lavoro che devi fare,” mormorò sottovoce. “Siamo qui per risolvere un omicidio, non per accelerare il processo. Se abbiamo bisogno di studiare il corpo per due ore prima che lo portino via, allora ci prenderemo due maledette ore, ok?”

      “Sì, ok,” disse Trembley arrossendo come un peperone. “Volevo solo essere gentile.”

      “Sii gentile quando serve. Questa donna qui a terra merita i nostri migliori sforzi per avere giustizia, non le servono a niente le buone maniere.”

      Jessie aveva la sensazione che stesse per scusarsi con lei, quindi lo anticipò e proseguì il discorso.

      “Come lo interpretiamo questo?” chiese, accennando a quello che entrambi avevano immediatamente notato quando avevano visto il corpo.

      Nella mano destra della Weatherly c’era una rosa bianca. Era stata chiaramente messa lì dopo la sua morte. Qualsiasi significato avesse, Jessie non ne aveva idea. Voltandosi a guardare Trembley, capì che per lui era diverso.

      “È del film. Petali e irascibilità.”

      “Ho visto il film,” disse Jessie. “Ma era tanto tempo fa. Penso fosse durante il college. Quindi non mi ricordo della rosa.”

      Trembley guardò la detective Bray per vedere se lei volesse spiegare. La donna scrollò le spalle.

      “Ricordo che il tipo gliene dava una nel film, ma mi fermo qui.”

      Trembley, apparentemente stupefatto, rinfrescò loro la trama.

      “Nel film faceva la parte di una donna di nome Rosie che è proprietaria di un piccolo negozio di fiori. Scocca la scintilla con un uomo affascinante che si chiama Dave che viene in negozio da lei. Ma salta fuori che lui è un ricco imprenditore che ha comprato l’edificio dall’altra parte della strada per trasformarlo in un grosso vivaio della sua catena. E da qui parte la loro storia odio-amore.”

      “Ricordo quella parte, Trembley,” disse Jessie. “Era praticamente una copia di C’è posta per te, che a sua volta era ripreso da Scrivimi fermo posta.”

      “Pensavo che non ti interessassi di film,” disse Trembley impressionato.

      “Non sono cresciuta in un convento,” rispose Jessie. “Va’ avanti.”

      “Beh,