Carol Lynne

Vischio A Cattle Valley


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scendeva dalla macchina, un enorme pick-up a quattro porte entrò nel posteggio. Dalla scritta sulla fiancata del veicolo nero, Casey capì che si trattava di Halden. Diede una rapida occhiata alla propria immagine nello specchietto, poi attraversò lo spazio fino al parcheggio.

      Casey vacillò quando Halden uscì dal furgone. Oh, non è giusto. È come mettere una bistecca sotto il naso di un uomo affamato. Halden aveva la struttura corporea di ogni uomo dal quale Casey fosse sempre stato attratto: era alto, con le spalle larghe. Halden si diresse verso di lui. Casey non riusciva a distinguere i lineamenti del suo viso a causa del cappello nero da cowboy abbassato sulla fronte, ma dal modo in cui si muoveva, indovinò che avesse un primo piano appetitoso.

      Quando fu a pochi passi dall’uomo, Casey allungò la mano. “Mr Kuckleman?”

      La mano di Casey fu afferrata in una presa salda, quasi troppo salda. “Chiamami Hal.”

      Cercare di ricambiare la stretta uccise quasi Casey. Sicuramente non poteva eguagliare Hal in quanto a forza. Osservandolo più da vicino, il viso di Hal era davvero appetitoso. I lineamenti non erano belli in senso tradizionale, ma quando li si metteva insieme, l’effetto era piacevole.

      “D’accordo, Hal, io sono Casey.” Lasciò andare la mano e fece un gesto verso la chiesa. “Come puoi vedere, l’esterno è finito, ma fondamentalmente c’è solo quello.”

      Mentre camminavano verso lo spiazzo, Hal si massaggiò la nuca. “Ti dispiace se chiedo perché l’impresa originale non ha finito il lavoro?”

      Casey aprì la porta laterale e condusse Hal nel grande spazio aperto. “Niente di eccitante. Jeff Hutton ha iniziato il lavoro, ma ha chiesto di recidere dal contratto a causa di problemi personali.”

      Hal annuì e continuò a camminare in quello spazio. “Quindi, di cosa stiamo parlando? Si tratterà di un’unica grande stanza o verrà divisa?”

      Facendo cenno a Hal di seguirlo, Casey si diresse verso il tavolo da lavoro addossato ad una parete. Srotolò le planimetrie perché Hal le ispezionasse. “Come puoi vedere, fondamentalmente si tratta di un’unica grande stanza, con l’eccezione dei bagni laggiù e di una cucina funzionale. Terremo le funzioni della nostra chiesa qui, ma la affitteremo anche ad altri gruppi o individui.”

      Hal arrotolò di nuovo le planimetrie. “Ti dispiace se le porto con me? Ho bisogno di studiarle, prima di poterti dire quanto costa e se può essere fatto prima della vigilia di Natale. Sarò onesto, il problema più grande sarà proprio il tempo. Rifiuteresti di fare la festa, se non sarà tutto terminato?”

      Con quegli occhi azzurri che lo fissavano, Casey trovava difficile perfino pensare. “Uhm, beh, immagino che dipenda da quanto sarà lontana la conclusione.”

      “Più che altro l’estetica. Ci vorrà del tempo per sistemare l’impianto elettrico e terminare quello idraulico, prima di poter almeno iniziare con l’isolante e l’intonaco.” Hal strinse leggermente gli occhi e si chinò in avanti. “Non darò più importanza alla rapidità che alla qualità, quindi se vuoi solo che sia fatto e non ti importa come, non sono l’uomo per te.”

      Oh, sì che lo sei, pensò Casey. “Lo devo ai parrocchiani che il lavoro sia fatto bene, quindi non troverai obiezioni da parte mia.”

      “Mi sembra giusto.” Hal iniziò a incamminarsi verso la porta, ma si fermò e si voltò. “Ho bisogno di mettere le cose in chiaro con te. Sembra che sia un brutto inverno per qualcuno dei miei colleghi. Prenderò in considerazione questo progetto, ma tu devi sapere che lo farò per i soldi e per avere qualcosa da fare durante l’inverno. Non ho alcun desiderio di essere condotto nella Terra Promessa da te o da qualcun altro.”

      “Te l’ho già detto prima, sto cercando un impresario, non un altro parrocchiano.” Casey si sentiva un po’ irritato dal fatto che Hal pensasse che avrebbe cercato di convertirlo.

      Hal annuì, sollevando le planimetrie. “Darò un’occhiata e te le riporterò il prima possibile.”

      “Lo apprezzerei molto,” disse Casey, seguendo il sedere sodo di Hal fuori dalla porta, fino al posteggio.

      Mentre saliva sul furgone, Hal esclamò, “Comunque, hai davvero già ordinato il materiale, o dovrò fare anche quello?”

      Grattandosi la testa, Casey si avvicinò al pick-up di Hal. “L’ho già immagazzinato quasi tutto nel mio garage. Tuttavia il rivestimento non è stato ancora ordinato, e neppure la vernice, le decorazioni, e cose del genere.”

      “Okay, buono a sapersi. Ti chiamo più tardi. È stato bello conoscerti, Casey.”

      “Anche per me.” Casey riuscì a sorridere. Mentre si allontanava e guardava Hal che partiva, si chiese se quell’uomo fosse distante con tutti o solo con gli uomini di chiesa.

      Capitolo due

      Allungato sul sofà, Casey sgranocchiava da una ciotola piena di popcorn e Hot Tamales, mentre guardava Walking Tall. Non capiva se stesse prestando più attenzione al film o al corpo di The Rock, ma sembravano entrambi estremamente soddisfacenti.

      Aveva appena iniziato a strofinarsi il pisello a un ritmo lento, quando qualcuno bussò alla porta. Abbassando lo sguardo sul membro nella mano, sospirò, “Più tardi.” Posò la ciotola di popcorn sul tavolino da caffè e cercò di sistemare la protuberanza mezza dura nei boxer, prima di rinunciare e di andare alla porta.

      Quando guardò attraverso lo spioncino, il suo cazzo diventò ancora più duro. Con un sorriso, girò la chiave e aprì la porta. “Ciao, non ti aspettavo.” Casey scosse la testa confuso. “Quello che intendevo dire è che pensavo che mi avresti chiamato.” Fece un passo indietro, lasciando entrare Hal nel salotto.

      “Mi dispiace,” disse Hal, guardandosi intorno. “Ero comunque in città e ho pensato di fare un salto per darti la mia proposta.” Porse a Casey un pezzo di carta.

      “Devo cercare gli occhiali. Ti va di accomodarti?” Casey indicò il divano.

      Hal scosse la testa, abbassando lo sguardo. “Sto bene qui. Non vorrei calpestare il tappeto.”

      “Oh,” Casey osservò i grandi stivali marrone chiaro. “Bene, se vuoi aspettare qui, credo che i miei occhiali siano nello studio.” Casey si voltò e si diresse nel suo ufficio. Quando accese la luce, colse il proprio riflesso nella finestra sopra la scrivania. Con i capelli in disordine e il pisello duro, sembrava uno stupido libertino. Lisciandosi rapidamente le ciocche ribelli, abbassò di nuovo gli occhi sul membro. Non ora, ti prego.

      Dopo aver trovato gli occhiali, li indossò e valutò la proposta. Fu leggermente scioccato dal prezzo. L’offerta era più alta di quanto si aspettasse, ma sapeva di non avere una gran scelta. Hal era l’unico impresario rimasto nella zona e sembrava sapere di aver messo Casey con le spalle al muro. Quell’immagine fece ben poco per calmare la sua lussuria.

      Mentre tornava nel salotto, Casey studiò ancora una volta la proposta. Quando alzò lo sguardo, colse Hal che lo fissava dalla testa ai piedi, con apparente apprezzamento. Casey si diede mentalmente una pacca sulla schiena. Sì, ce l’ho ancora! Ora il problema era, come condividerlo?

      Si fermò di fronte ad Hal e indicò l’offerta. “Sarò onesto. È un po’ più elevato di quello che mi aspettavo.”

      Scuotendo leggermente la testa, Hal indicò il foglio. “Gran parte del costo della manodopera è dovuto ai tempi ristretti. Se vuoi che la maggior parte dell’edificio sia terminato per la vigilia di Natale, dovrò fare un sacco di straordinario.”

      Casey si grattò la testa. “Se prometto di dare tutto l’aiuto possibile durante il giorno, puoi ridurlo un po’? Cioè, non so niente di impianti idraulici e elettrici, ma posso andare a prendere e trasportare. Sicuramente, con un po’ di lavoro non specializzato dovremmo accelerare leggermente le cose, giusto?”

      “Di solito lavoro da solo,” disse Hal, con un tono un po’ burbero.

      Casey