Carol Lynne

Il Gran Gesto Di Garron


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      Squadrandolo dalla testa ai piedi, Sonny gemette. “Oh, ti staranno benissimo”.

       * * * *

      Sonny aveva appena finito di preparare l’insalata, quando Garron entrò. Quasi si strozzò con la sua stessa lingua, vedendo l’uomo splendido in piedi sulla porta. “Porca puttana”.

      Poggiò l’insalata sul tavolo e si avvicinò per guardare meglio il perizoma di raso bianco che a malapena lo copriva. Gli girò intorno, per dare una bella occhiata al suo culo, ma Garron se lo coprì con le mani. “Smettila di guardarmi così. Mi fai sentire come un pezzo di carne”.

      Con un gemito, Sonny si spinse contro la sua schiena. “Il mio pezzo di carne” disse, stringendolo con le braccia. Mordicchiandogli una spalla, fece scendere piano le mani dal petto muscoloso al pacco avvolto nel raso. Il materiale era così morbido e le sue mani così ruvide e callose, che poteva sentire la stoffa impigliarsi sulla sua pelle. “Mani del cavolo”, mormorò tra sé e sé.

      Prendendole tra le sue, Garron se le premette sull’erezione. “Amo le tue mani. È di questa biancheria intima, che non sono così sicuro”.

      Sonny gli passò lentamente la lingua sul collo, sospirando. “Puoi sempre toglierle, no?”.

      “E mangiare nudo? No, grazie. Sbrighiamoci a cenare, così poi possiamo salire al piano di sopra”. Garron lo tirò verso il tavolo della cucina. “C’è un profumo buonissimo”.

      Ma guardando la grande teglia di lasagna sul tavolo, Sonny all’improvviso non aveva più fame. “Perché non la scaldiamo più tardi?”.

      Garron scosse la testa. “No. Sei tu che mi hai fatto mettere questo stupido affare addosso, ora mi merito la mia bella fetta di lasagna”.

      Sapendo di non poter vincere, Sonny lo lasciò andare e si mise seduto. Non fece in tempo a girare il condimento nell’insalata, che già Garron si era servito una porzione grande quasi quanto metà della teglia. “Fame?” gli chiese, osservando la quantità di cibo.

      “Da morire” rispose lui con un occhiolino.

      Iniziarono a mangiare ma, dopo un paio di bocconi, Sonny era già pieno. Guardò Garron, che invece non sembrava aver neanche lontanamente finito. Tamburellò sul tavolo con le dita mentre lo guardava divorare la lasagna.

      Non era sicuro di riuscire ad aspettare di arrivare di sopra, visto quanto era sexy. Ma la cosa gli fece venire in mente un’idea. Dopo essersi pulito la bocca, Sonny posò il tovagliolo sul tavolo e scivolò dalla sedia fino al pavimento. Da sotto, il panorama era addirittura migliore.

      Mentre si avvicinava a Garron, vide le sue gambe aprirsi e il cazzo cominciare a indurirsi. Si posizionò tra le sue cosce e premette il viso contro la stoffa, inspirando a fondo. ”Hmm, che bello”.

      Leccando e mordicchiando Garron attraverso il raso, rimase molto compiaciuto nel vedere che il tessuto diventava trasparente. “Il raso bianco ti sta una meraviglia”. Spostò di lato la mutanda, liberando così l’erezione imbrigliata di Garron. Con un sorriso, Sonny prese subito in bocca la punta già bagnata.

      “Cazzo” gemette Garron, allungando una mano sotto il tavolo e infilando le dita tra i suoi capelli.

      Sonny sapeva benissimo quali erano le intenzioni di Garron, quindi decise di lasciarglielo fare. Rilassò la gola, spalancò la bocca e accolse quanto più riuscì a prendere. E proprio quando pensò di non poter prendere oltre, Garron si spinse ancora più a fondo.

      “Sì. Oh, merda” gridò lui, scopando la bocca di Sonny.

      Con la mascella ancora rilassata, lo lasciò fare, venendo presto ricompensato per i suoi sforzi. Il sapore del seme di Garron gli scoppiò nella bocca e giù per la gola, facendo così esplodere anche il suo cazzo. Rabbrividì per la sensazione bagnata e appiccicosa quando il suo stesso sperma gli riempì le mutande e i jeans.

      Garron si lasciò andare ancora di più sulla sedia proprio quando la porta di casa si aprì. Sonny lasciò andare il cazzo di Garron e vide i lucidi stivali marroni da cowboy di Rawley.

      “Dov’è Sonny?” chiese con la sua voce profonda.

      Alzando gli occhi al cielo, Sonny rispose da sotto il tavolo. “Mi sembrava di averti lasciato un messaggio in cui ti dicevo di cercarti la cena da solo, stasera”.

      Per alcuni secondi, Rawley non disse niente. “Ehm… Non pensavo dicessi sul serio. Vado… me ne vado un po’ in camera mia”. Parve notare solo in quel momento che Garron era nudo dalla vita in su. “Scusa, amico” gli disse, uscendo dalla cucina.

      Non appena suo fratello se ne fu andato, Sonny scoppiò a ridere. Sentì Garron spostare la sedia, raschiando il pavimento di legno, e poi sporgersi a guardare in basso verso di lui. “Si può sapere che cavolo hai da ridere? Le brucio, queste mutande”.

      Strisciando fuori da sotto il tavolo, Sonny si inginocchiò accanto a Garron. “Non avremo mai una vita noiosa, con la mia famiglia in giro”.

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