Carol Lynne

Dolce Guarnizione


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allo stesso modo. Il suo compagno voleva sempre più di quello che Gill potesse dare. Non era stata la sua carriera a trattenerlo, anche se era ciò che aveva sempre usato come scusa. No, la ragione era che non aveva mai provato emozioni così forti nei confronti di un individuo tanto da catturare a lungo il suo interesse.

      Tuttavia, Kyle era diverso. Gill non aveva bisogno di uscire con quell'uomo, per sapere cosa stava già provando per lui.

      I suoi occhi vagarono prima sull'uomo e poi sulla stanza. Sembrava che fossero state unite due camere, per creare un unico grande spazio. Oltre al normale mobilio di Kyle, c'era una piccola macchina per i pesi e un altro attrezzo da ginnastica che Gill non conosceva.

      Restando in piedi, si avvicinò all'attrezzo, per ispezionarlo meglio.

      “Quello è un Flexiciser,” disse Kyle con una voce lievemente assonnata. “Mi aiuta a tenermi in forma muovendo le gambe.”

      “Figo,” disse Gill prima di ritornare al fianco di Kyle. Si sedette con cautela sul bordo del letto, accanto a Kyle. “Come ti senti?”

      “Bene. Stupido. Non riesco a credere di essere stato una tale frana che Ryan ha dovuto chiamare il dottor Browning.”

      Gill allungò la mano e passò le nocche su un lato del viso di Kyle. “Non è stato stupido. Qualcuno ha cercato di entrare. Chiunque si sarebbe sentito un po' fuori di testa, specialmente avendo problemi di mobilità.”

      Kyle fece un sorrisetto. “È questo che ho? Problemi di mobilità?”

      “Che ne dici di fare un patto? Tu la smetti di fare il saputello e di prendere in giro tutto quello che dico, e io non ti tirerò su e non ti darò una bella sculacciata.” La voce di Gill era severa, ma lui rovinò l'effetto terminando la frase ammiccando.

      Kyle si incupì, allungò il braccio e coprì la mano di Gill, nel punto in cui era ancora appoggiata su un lato del suo viso. “Perché ti comporti come se ti importasse così tanto?”

      “Perché è così,” affermò Gill con onestà. “So che ti ho fatto arrabbiare, facendo quella ricerca, ma volevo iniziare una relazione con gli occhi ben aperti.”

      Kyle sollevò un sopracciglio. “Una relazione? Abbiamo saltato la parte degli appuntamenti e siamo arrivati direttamente a una relazione?”

      Gill fece spallucce, sentendosi un po' imbarazzato. “Io tengo già a te. Il fatto che, se avrò la possibilità di portarti fuori, i miei sentimenti potranno solo diventare più profondi, sembra avere senso.”

      “Non ho il controllo del mio pene ed eiaculo molto raramente.”

      Wow, Kyle riuscì a spiazzare Gill per un istante, spifferando quelle cose. Eppure, non era stupito. “È piuttosto normale, per qualcuno che soffre di paraplegia T10. Ma insieme possiamo provare delle cose che possono essere altrettanto piacevoli.”

      “Meglio di scopare?” Kyle scosse la testa incredulo. “Niente è meglio di una bella scopata, beh, forse eccetto prendere una buona onda.”

      Gill sorrise. “Eri un surfista?” Tornò rapidamente serio e si chinò a posare un bacio casto sulle labbra di Kyle. “Dammi la possibilità di mostrarti quanta sensibilità ha ancora il tuo corpo. Dimmi che venerdì uscirai con me.”

      Uno sbadiglio allungò la mascella di Kyle, prima che lui annuisse lentamente. “Va bene. Resterai, fino a quando non riuscirò a riaddormentarmi?”

      “Resterò per tutto il giorno, se ne hai bisogno.”

      “Posso chiederti ancora un favore?”

      “Qualsiasi cosa.”

      “Sdraiati accanto a me e stringimi. È passato così tanto tempo.”

      Senza dire una parola, Gill si tolse gli stivali da lavoro e si allungò accanto a Kyle. Invece di cercare di spostarlo, si rannicchiò intorno all'uomo più esile in un abbraccio protettivo, poi baciò la guancia di Kyle. “Riposati. Sembra che tu ne abbia bisogno.”

      Capitolo 3

      Dandosi una controllata allo specchio, Kyle si sistemò meglio i capelli, prima di alzare gli occhi al cielo. “Ho già fatto abbastanza.”

      Sapeva che si stava comportando come non aveva mai fatto prima per un appuntamento, ma i suoi nervi stavano avendo certamente la meglio su di lui. Mentre i minuti passavano, le mani di Kyle iniziarono a sudare. Gli piaceva la compagnia di Gill, fin troppo. Sperava di non prepararsi a una caduta.

      Lo squillo del telefono distolse la sua attenzione dallo specchio, proprio mentre allungava la mano a gingillarsi di nuovo con i capelli. Scosse la testa ridacchiando, mentre frugava nel piccolo marsupio che teneva intorno alla vita per il telefono.

      “Pronto?”

      “Kyle? Sono la mamma, come stai, caro?”

      “Ciao, mamma, sto bene. Come stanno tutti lì?”

      “Ci manchi terribilmente. Perché non la pianti con queste assurdità e non ritorni a casa? Sai cosa hanno detto i dottori. Con una terapia fisica intensa, potresti avere la possibilità di camminare di nuovo.”

      Kyle trasse un profondo respiro. Quella era una discussione costante e stava diventando davvero vecchia. “Te l'ho detto cento volte. Ho bisogno della mia indipendenza. Quando sto a casa, la gente tentenna e rifiuta di guardarmi negli occhi. A Cattle Valley, nessuno mi conosce da prima dell'incidente. Gli amici che ho non si soffermano sulla mia paralisi e a me piace così. Adesso è questa la mia casa, mamma. Per favore, accettalo.”

      “Sappiamo entrambi che non accadrà mai. Abbiamo a nostra disposizione le risorse per provare a farti camminare di nuovo. Come potrei mai girare le spalle a questa opportunità? Mi manca il ragazzo che eri un tempo.”

      “Mamma!”

      “Oh, calmati. Non sto parlando del figlio che un tempo camminava; sto parlando di quello a cui non pesava affidarsi alla propria famiglia.”

      “Ero uno scroccone.” Kyle scosse la testa. “Se mi guardo indietro, non mi piace l'uomo che ero prima dell'incidente e spero di non tornare mai ad essere quel cazzone egoista.”

      “Kyle!” Ora era il turno di sua madre di essere scioccata.

      “Mi dispiace, ma sono un bravo panettiere. Questa è sempre stata la mia passione, ma tu e papà avete sempre detto che non era una cosa degna di un Brynn. Qui, non ho bisogno di tenere alto il nome di famiglia. Posso essere me stesso e mi piaccio.”

      “Ti compreremo un panificio tutto tuo, se torni a casa. Potresti aprire una caffetteria chic: sono all'ultima moda, sai. Così da un lato potresti preparare le tue piccole ciambelle e i brownies, ma seguire comunque la terapia di cui hai bisogno.”

      Il campanello della porta gli venne in soccorso. “Devo andare, mamma. Ci sentiamo la settimana prossima.”

      “Dove devi andare di più importante del parlare del tuo futuro?”

      “A un appuntamento, ed ho un futuro, proprio qui a Cattle Valley, che non comprende il passare delle ore in ospedale ogni giorno.”

      “Un appuntamento? Kyle, non penso che sia una buona idea. Sai cosa ti ha detto il dottore, riguardo alla possibilità di una vita sessuale.”

      “Okay, basta. Non ho intenzione di discutere della mia vita personale con te, specialmente della mia vita sessuale. Ci sentiamo più tardi, mamma.” Kyle chiuse la telefonata e posò il telefono sul supporto. Se conosceva sua madre, lei avrebbe chiesto a suo padre di richiamarlo.

      Spingendo la carrozzina verso l'ascensore, Kyle afferrò la giacca sullo schienale della sedia. Salutò Gill, premendo il tasto del citofono. “Scendo tra un istante.”

      Sperava che Gill fosse un uomo paziente, perché l'ascensore, anche se era pratico, ci metteva una vita a scendere.

      Dopo aver raggiunto finalmente la porta, la aprì. Forse avrebbe dovuto dare una chiave a