Edward Gibbon

Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 2


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ed Aurelio Vittore dicon solamente ch'egli morì. Vittore Giuniore aggiunge, ch'egli morì di febbre. Zosimo e Zonara affermano, ch'egli fu ucciso dai soldati. Vopisco riferisce le due relazioni, e sembra incerto. Sono per altro facilmente conciliabili queste diverse opinioni.

115

Secondo i due Vittori egli regnò precisamente dugento giorni.

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Stor. Aug. 231. Zosimo, l. I. p. 58, 59. Zonara, l. XII. p. 637. Aurelio Vittore dice che Probo assunse l'Impero nell'Illirico; opinione la quale (benchè adottata da un uomo dottissimo) getterebbe una insuperabile confusione in quel periodo di storia.

117

Stor. Aug. p. 229.

118

Egli dovea inviare dei Giudici ai Parti, ai Persiani, ed ai Sarmati, un Presidente alla Taprobana, ed un Proconsole nell'Isola Romana, supposta dal Casaubono e da Salmasio essere la Britannia. Una storia quale è la mia (dice Vopisco con giusta modestia) non sussisterà mille anni per potere esporre o giustificare la predizione.

119

Per la vita privata di Probo, vedi Vopisco nella Stor. Aug. p. 234, 237.

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Secondo la Cronaca Alessandrina egli era nell'età di cinquant'anni quando morì.

121

La lettera era indirizzata al Prefetto del Pretorio, il quale (supposta la di lui buona condotta) egli promise di mantenere nell'importante sua carica. Vedi Stor. Aug. p. 237.

122

Vopisco nella Stor. Aug. p. 237. La data della lettera è certamente erronea. In vece di Non. Februar. si può leggere Non. Augusti.

123

Stor. Aug. p. 238. È cosa strana che il Senato trattasse Probo men favorevolmente di Marco Antonino. Avea quel Principe ricevuto, anche prima della morte di Pio, il Jus quintae relationis. Vedi Capitolin. nella Stor. Aug. p. 24.

124

Vedi la rispettosa lettera di Probo al Senato dopo le sue vittorie Germaniche Stor. Aug. p. 239.

125

La data e la durata del Regno di Probo sono esattamente fissate dal Cardinal Noris nella sua dotta opera, De Epochis Siro-Macedonum, p. 96, 105. Un passo di Eusebio congiunge il secondo anno di Probo con le Ere di diverse città della Siria.

126

Vopisco nella Stor. Aug. p. 239.

127

Zosimo (l. I, p. 62-65) racconta una lunghissima e frivolissima istoria di Licio, masnadiere Isaurico.

128

Zosimo l. I, p. 65. Vopisco nella Stor. Aug. p. 239, 240. Ma sembra incredibile, che la disfatta dei selvaggi della Etiopia potesse interessare il Monarca Persiano.

129

Oltre a questi capi ben cogniti, fa Vopisco menzione di vari altri, le azioni dei quali non sono venute a nostra notizia.

130

Vedi i Cesari di Giuliano e la Stor. Aug. p. 238, 240, 241.

131

Zosimo, l. I. p. 62. Stor. Aug. p. 240. Ma l'ultima suppone che fosse dato ad essi il castigo col consenso dei loro Re: se ciò è vero, fu parziale come l'offesa.

132

Vedi Cluver. Germania antica l. III. Tolomeo pone nel loro paese la città di Calisia, che è forse Calish nella Slesia.

133

Feralis umbra, tale è l'espressione di Tacito: è veramente molto ardita.

134

Tacit. Germania (c. 43.).

135

Vopisco nella Stor. Aug. p. 238.

136

Stor. Aug. p. 238, 239. Vopisco cita una lettera dell'Imperatore al Senato, nella quale egli fa menzione del suo disegno di ridurre la Germania in Provincia.

137

Strabone l. VII. Secondo Velleio Patercolo (II. 108.) Maroboduo condusse i suoi Marcomanni nella Boemia. Cluverio (German. antic. III. 8.) prova che vennero dalla Svevia.

138

Questi Regolatori del pagamento delle Decime furono detti Decumates; Tacit. Germania, c. 29.

139

Vedi le note dell'Abate de la Bleterie alla Germania di Tacito, p. 183. La sua descrizione della muraglia è presa principalmente (come dic'egli stesso) dall'Alsazia illustrata di Schoeflin.

140

Vedi ricerche sopra i Chinesi e gli Egiziani, tom. II, p. 81, 202. L'anonimo Autore è bene istruito del globo in generale e della Germania in particolare: riguardo alla seconda, egli cita un'Opera del sig. Hanselman; ma pare ch'egli confonda la muraglia di Probo, destinata contro gli Alemanni, con la fortificazione dei Mattiaci, costruita nelle vicinanze di Francfort contro i Catti.

141

Egli distribuì quasi cinquanta o sessanta Barbari in circa per numero; come allor si chiamava un corpo, che non sappiamo precisamente da quanti individui fosse composto.

142

Cambden, in Britannia, introduzione, p. 136; ma egli parla sopra un'incertissima congettura.

143

Zosimo, l. 1, p. 62. Secondo Vopisco, un altro corpo di Vandali fu meno fedele.

144

Stor. Aug. p. 240. Furono probabilmente discacciati dai Goti. Zosimo l. I. p. 66.

145

Stor. Aug. p. 240.

146

Panegir. antic. V. 18. Zosimo, l. I. p. 66.

147

Vopisco nella Stor. Aug. p. 245, 246. L'infelice Oratore avea studiata la retorica a Cartagine, e perciò era probabilmente Mauro (Zosimo l. I, p. 60) anzichè Gallo, come lo dice Vopisco.

148

Zonara, l. XII. p. 638.

149

Si racconta un esempio assai sorprendente della prodezza di Proculo. Egli avea preso cento vergini Sarmate. Il resto della storia egli stesso lo riferisca nella sua propria lingua; «Ex his una nocte decem inivi: omnes tamen, quod in me erat, mulieres intra dies quindecim reddidi». Vopisco nella Stor. Aug. p. 247.

150

Proculo, ch'era nativo di Albenga nella riviera di Genova, armò duemila dei suoi schiavi. Grandi erano la sue ricchezze, ma acquistate per mezzo di ladronecci. Fu poi un detto della sua famiglia, nec latrones esse, nec principes sibi placere. Vopisco Stor. Aug. p. 247.

151

Stor. Aug. p. 240.

152

Zosimo l. I. p. 66.

153

Stor. Aug. p. 236.

154

Aurelio Vittore in Probo; ma la politica di Annibale, non ricordata da alcun altro più antico Scrittore, è inconciliabile con la storia della sua vita. Egli lasciò l'Affrica in età di nove anni, vi ritornò di quarantacinque ed immediatamente perdè la sua armata nella decisiva battaglia di Zama: Livio, XXX. 37.

155

Stor. Aug. p. 240. Eutrop. IX, 17. Aurelio Vittore in Probo. Vittore Juniore. Egli rivocò la proibizione di Domiziano, ed accordò ai Galli, ai Brettoni, ed ai Pannonj la general permissione di piantar viti.

156

Giuliano fa una severa, e veramente eccessiva censura del rigore di Probo, il quale, come egli pensa, meritò quasi il suo destino.

157

Vopisco nella Stor. Aug. p. 24. Egli profonde su questa vana speranza un lungo squarcio d'insulsa eloquenza.

158

Turris ferrata. Sembra che fosse una torre mobile e fasciata di ferro.

159

«Probus et vere Probus situs est: victor omnium gentium barbararum: Victor etiam Tyrannorum».

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Tutto questo per altro può conciliarsi. Egli era nato a Narbona nell'Illirico, confusa da Eutropio colla più famosa città di quel nome nelle Gallie. Suo Padre potea essere un Affricano, e sua madre una Dama Romana. Caro fu educato egli stesso nella Capitale. Vedi Scaligero, animadv. ad Euseb. Chron. p. 241.

161

Probo