Amy Blankenship

Moon Dance


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respirando e ascoltando i rumori della foresta, proprio come facevano gli indiani nei film in TV.

      Le nuvole cariche di pioggia, che si erano diradate per un po’, ritornarono e la luce chiara della luna scomparve all’improvviso. Lei spalancò gli occhi quando si rese conto di non riuscire più a vedere le luci del campeggio.

      Facendo un passo in avanti, incerta, si guardò intorno ma tutto ciò che vide furono oscurità, tronchi di albero a malapena distinguibili, e ombre ancora più scure. Piagnucolò quando qualcosa ringhiò in lontananza dietro di lei. Non le piaceva affatto, ed iniziò a correre senza guardarsi indietro.

      Dopo quella che le sembrò un’eternità, udì Scrappy abbaiare di nuovo e corse in quella direzione, sperando che qualunque cosa avesse ringhiato non la stesse inseguendo. Udì un altro ringhio, ma questa volta proveniva da qualche parte davanti a lei.

      Cercò di fermarsi puntando i talloni sul terreno ma, a causa della pioggia, il suolo era pieno di fango e foglie scivolose e quindi, invece di fermarsi, scivolò su un fianco prima di cadere lungo un lieve pendio.

      Rimase senza respiro quando colpì un albero caduto che fermò il suo rotolamento. La prima cosa di cui si rese conto, una volta ripreso fiato, fu che Scrappy non stava più abbaiando. Udì un altro ringhio e cominciò a risalire lungo il pendio, poi ci fu un leggero lamento. Spingendosi sulle ginocchia, sbirciò oltre il tronco e vide una piccola radura su cui splendeva direttamente la luce della luna.

      Proprio al centro c’era Scrappy, che piagnucolava come quando veniva attaccato dal cane in fondo alla strada dove abitavano. Il cagnolino era accucciato a terra e strisciava all’indietro. Gli occhi blu di Tabatha si spalancarono quando vide il perché. Due animali si stavano muovendo lentamente nella radura, l’uno verso l’altro, e Scrappy era proprio lì nel mezzo.

      â€œStupidone.” sussurrò Tabby tra sé.

      Riconobbe gli animali dalle foto che suo padre le aveva mostrato prima di partire per quel viaggio. Uno era un puma e l’altro lo aveva visto in TV... un giaguaro. Le piaceva guardare i programmi sugli animali e non si impressionava come sua madre quando gli animali in TV cercavano di attaccarsi tra loro. Questo, però, era diverso... era reale, e un po’ spaventoso.

      Erano felini capaci di mangiarti, e anche belli grossi. Gli eleganti animali cominciarono a girare in cerchio, ringhiando a vicenda dal profondo delle proprie gole, ed i loro occhi brillavano come medaglioni d’oro. Il suono mortale fu portato dalla brezza fino a Tabatha, che continuava ad osservarli con nervosa soggezione.

      â€œAvanti, Scrappy.” sussurrò, sperando che gli enormi felini non la sentissero. “Vieni qua, prima che uno dei due ti calpesti.” Stava per dire “ti mangi” ma non voleva spaventare oltre il povero cucciolo.

      I felini all’improvviso urlarono, portando Tabatha a coprirsi le orecchie con le mani, a causa di quel suono così forte e spaventoso. Poi iniziarono a correre alla massima velocità attraverso la radura. Scrappy mise la coda tra le zampe e cominciò a guaire per il terrore.

      Vedendo il suo cucciolo così sconvolto, Tabatha scavalcò il tronco e corse verso Scrappy il più velocemente possibile. Era più vicina a Scrappy rispetto ai felini e si lanciò, facendo da scudo al corpicino del cucciolo, proprio quando i due animali fecero un balzo e si scontrarono in aria esattamente sopra di lei.

      â€œVi prego, vi prego, non fate del male al mio cane!” urlò.

      Urlò di nuovo quando gli artigli affilati le graffiarono un braccio e altri le graffiarono la schiena. I felini caddero a terra proprio dietro di lei con un rumore di ossa rotte, ringhiando e urlando l’uno contro l’altro. Lei rimase china su Scrappy, che stava ancora tremando e piagnucolando a bassa voce, non osando guardare gli animali che stavano lottando pochi metri dietro di lei.

      Tabatha aveva paura di muoversi e strinse il cane il più forte possibile. Aveva gli occhi chiusi, ed iniziò a sussurrare a Scrappy di correre a chiedere aiuto nel caso in cui uno dei felini l’avesse presa. Qualcosa di caldo e umido sfiorò la sua schiena ma lei non si mosse. Alla fine, la lotta cessò e lei cercò di dare un’occhiata dietro di sé.

      Iniziò ad agitarsi e a piangere quando vide due uomini che giacevano dietro di lei, tutti coperti di sangue. Tabatha si alzò lentamente sulle ginocchia e, con Scrappy tra le braccia, iniziò ad indietreggiare. Dov’erano finiti il puma e il giaguaro? Avevano attaccato questi uomini e poi erano scappati? Perché gli uomini non avevano vestiti addosso?

      Nathaniel aprì gli occhi all’improvviso e le mostrò i suoi denti aguzzi.

      Tabatha inciampò all’indietro e per poco non cadde, ma riuscì a mantenere l’equilibrio. Quando il ringhio dell’uomo imitò quello del puma, Scrappy guaì di nuovo e riuscì a scappare dalle braccia di Tabby. Fuggì nella foresta latrando terrorizzato.

      Malachi sussultava mentre il sangue fuoriusciva dal suo petto. Aprì la bocca e ringhiò una sola parola verso la bambina.

      â€œScappa!” la sua voce finì con l’urlo assordante di un giaguaro.

      Tabatha non ci pensò due volte ad obbedire. Si girò e corse lontano dalla radura senza guardarsi indietro. Non le importava dove stesse andando; le bastava solo allontanarsi da quegli uomini spaventosi coperti di sangue.

      *****

      â€œBene, passiamo ora alle notizie locali: questa sera una famiglia della zona ha un motivo per festeggiare. La loro figlia, Tabatha, è stata finalmente trovata che vagava senza meta nella Foresta Nazionale di Angeles, dopo essere scomparsa tre giorni fa da un campeggio vicino a Crystal Lake per cercare il suo cane. Sembra che l’animale si fosse liberato dal guinzaglio per correre nella foresta. La bambina di sette anni lo aveva coraggiosamente inseguito e non era stata più trovata fino a questa mattina. Sfortunatamente il cane non è stato trovato con lei. Secondo fonti ufficiali, la bambina si trova presso l’ospedale locale e si sta riprendendo dallo shock, poiché sembra che sia riuscita a sopravvivere all’attacco di un puma. La piccola Tabatha continua a riferire alle guardie forestali della presenza di due uomini feriti nella foresta, ma, dopo un’attenta ricerca su un’area di cinquemila miglia quadrate, non è stato trovato nulla. Vi daremo ulteriori aggiornamenti tra un’ora.”.

      Capitolo 1

      10 anni dopo…

      Dal club proveniva musica ritmica a tutto volume e la grande insegna viola cambiava colore con il ritmo. La luce proiettava un bagliore inquietante su un edificio di fronte. Un uomo dai corti capelli biondi se ne stava sul tetto di quell’edificio con un piede appoggiato sul bordo. Era chinato in avanti, con un gomito appoggiato sul ginocchio, e stava fumando una sigaretta.

      Kane Tripp inclinò leggermente la testa e si passò una mano tra i capelli a spazzola. Non gli era piaciuto tagliarli, gli mancava la lunghezza che avevano prima. Gli sembrava di sentire ancora la sensazione di quando gli sfioravano il fondoschiena.

      Portandosi la sigaretta alla bocca, inspirò profondamente, sapendo che gli mancavano un sacco di cose, e lui era abituato a fumare prima di essere sepolto vivo e abbandonato.

      Quarant’anni prima era stato colto di sorpresa da Malachi, il capo di un piccolo clan di giaguari, e accusato di aver ucciso la sua compagna. Prima di quella notte era in buoni rapporti con il clan dei giaguari ed il loro capo era uno dei suoi migliori amici. A quel ricordo le labbra di Kane si serrarono. Malachi lo aveva processato, giudicato e aveva eseguito la sentenza in un impeto di rabbia.

      Usando un incantesimo del libro che Kane credeva di aver nascosto accuratamente, Malachi lo aveva legato con una maledizione, rendendolo incapace di muoversi, di parlare, e persino di difendersi. Poi aveva tolto a Kane l’orecchino di eliotropio che gli permetteva di muoversi liberamente alla luce del giorno. Uno degli eliotropi che un tempo erano