Amy Blankenship

Moon Dance


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alla luce del neon.

      Chad pagò ed entrambi mostrarono i loro documenti prima che l’uomo mettesse un timbro sulle loro mani e staccasse il cordoncino di velluto rosso per farli entrare. Passarono attraverso la porta principale e percorsero un breve corridoio fino ad un’altra porta, che si aprì quando si avvicinarono. Entrati nella sala principale si fermarono e rimasero a fissarla. Era come entrare in un’altra dimensione.

      Per quanto affollato fosse il parcheggio, si poteva pensare che all’interno la gente fosse stipata, e invece no. Envy rimase a bocca aperta mentre si dirigeva verso il grande spazio vuoto al centro della sala.

      Avvicinandosi alla ringhiera, guardò giù verso la pista da ballo. Su entrambi i lati c’era una passerella che si estendeva per tutto il piano, con un’area bar in tutta la sua lunghezza. Il bancone sembrava fatto di vetro soffiato, con una soffusa luce al neon all’interno.

      Due rampe di scale scendevano a destra e a sinistra, incontrandosi al centro prima di proseguire fino alla pista da ballo sottostante. La pista era inondata da una luce abbastanza soffusa da proiettare una sorta di luce scura sulle gambe dei clienti. A tutto ciò si aggiungeva la caotica luce stroboscopica e i riflettori che illuminavano tutto tranne coloro che ballavano.

      In questo modo, chi ballava era visibile soltanto dal ginocchio in giù, mentre il resto del corpo restava avvolto nell’ombra.

      Envy si sporse dalla ringhiera per vedere se ci fossero altre aree bar al piano di sotto, ma non c’era niente oltre alla pista da ballo. Le sembrava una specie di fossa, scendendo le scale ci si trovava in balìa dell’oscurità che avvolgeva i clienti nell’ombra.

      â€˜Ãˆ a tre piani?’ si chiese, guardando il massiccio soffitto sopra di lei. Contando il piano terra avrebbe dovuto esserci un terzo piano, e si domandò se facesse parte anch’esso del club o se fosse off limits.

      Urla e fischi attirarono di nuovo il suo sguardo verso la pista da ballo. Rimase sbalordita quando un riflettore color ghiaccio illuminò una gabbia al centro della pista e rimase subito affascinata dall’uomo dietro le sbarre.

      Anche lo sguardo di Chad si posò sulla gabbia. Sembrava una piccola cella di una prigione, e all’interno c’erano un uomo e una donna che giravano in tondo. Il calore dei loro movimenti si percepiva anche da lontano. Le dita di Chad divennero bianche nell’afferrare la ringhiera quando l’uomo nella gabbia spinse la sua compagna di ballo contro le sbarre, per poi vederla sgattaiolare sotto il suo braccio quando cercò di bloccarla.

      Girando su se stesso, l’uomo le afferrò il polso e la strinse, prima di farle mettere le mani sulle sbarre davanti a sé. Facendole stringere le sbarre, si strofinò sul suo corpo seminudo finché la ragazza non piegò la testa all’indietro sul suo petto, come se la cosa le piacesse.

      Era un qualcosa di natura animalesca, quasi una sorta di danza di accoppiamento primitiva. Envy e Chad erano incantati e affascinati dallo spettacolo, ciascuno in modo diverso.

      Chad guardò in silenzio per qualche altro minuto quando la coppia si separò e l’uomo intrappolò la donna in una posizione diversa. Il calore dei loro movimenti fece stringere i jeans di Chad mentre le anche dell’uomo iniziarono a muoversi a scatti contro il sedere della ragazza. Distogliendo lo sguardo per la frustrazione, Chad si sforzò di guardare le decorazioni sulle pareti superiori, visibili solo dalla sua angolazione.

      C’erano per lo più riflettori con luci scure fisse, accanto ad enormi ritratti di giaguari, alcuni raffigurati in combattimento, altri a caccia da soli. Quei ritratti sembravano avere vita propria, sembravano quasi muoversi con le luci, dando l’impressione che gli animali fossero vivi e osservassero la gente.

      Dovette ammettere che l’ambientazione del locale era particolare, ma d’effetto. I suoi occhi seguirono il movimento delle luci lungo le pareti e notò le catene appese tra i quadri, alcune con collari dentati e fruste di pelle nera.

      Riportò lo sguardo verso la gabbia e stava per andare a cercare Jason quando notò Trevor in pista, accanto ad uno dei riflettori. L’idiota era con due ragazze e sembrava divertirsi parecchio. Dando un’occhiata a Envy, Chad capì che non c’era bisogno di dirglielo perché lei stava già guardando. Envy piegò la testa di lato, scrutando Trevor come se non lo conoscesse e si chiese perché avesse iniziato a frequentarlo.

      Doveva ammettere che era uno spettacolo per gli occhi, ‘maledettamente attraente’ sarebbe stata la definizione corretta. Sembrava un surfista californiano con quei capelli scompigliati color biondo sabbia, l’abbronzatura e gli occhi grigio-blu. Era proprio uno schianto ed era anche molto divertente.

      Ma, a parte la bellezza, non c’era molto altro che potesse attirare davvero una ragazza. Ciò che ne restava era un tipo da confraternita del college, ricco e viziato. Quando era presente era molto premuroso ma, allo stesso tempo, era capace di sparire anche per giorni, a volte.

      L’unica altra cosa positiva che poteva dire di lui era la sua bravura a letto, le aveva fatto passare alcuni dei momenti migliori della sua vita.

      A pensarci bene, aveva davvero creduto di piacergli... e anche di più. Questo dimostrava quanto ne capiva di uomini. A dire la verità iniziava a stancarsi di stare da sola... ma non era una buona ragione per iniziare ad uscire con qualcuno.

      Sospirò quando vide Trevor toccare il sedere alla ragazza che era avvinghiata a lui, e si rese conto di non essere per niente gelosa. Se fosse stata davvero innamorata di lui, non avrebbe dovuto essere furiosa, invece che a malapena irritata? Quello che le dava più fastidio era che lui aveva mentito dicendo di volere soltanto lei.

      Jason, seduto su uno sgabello al bar, aveva visto Envy entrare nel club. Sapeva che sarebbe venuta e non fu sorpreso di vedere Chad con lei. Dopo aver dato loro alcuni minuti per guardarsi intorno, fece un sorrisetto di soddisfazione quando vide Envy irrigidirsi, e capì che lei aveva visto il suo ragazzo spassarsela in pista. Aveva cercato di nascondere la propria gelosia negli ultimi due mesi e non voleva ferirla ma, se questo era quello che serviva per allontanarla da Trevor, allora andava fatto per il suo bene.

      Girandosi verso Kat, la bella barista con cui stava parlando, Jason sorrise “Te l’avevo detto che sarebbero venuti.” indicando Envy e Chad.

      Era lì da più di un’ora ma, dopo aver visto il tradimento di Trevor nei confronti di Envy, non aveva più l’umore adatto per unirsi alla folla. Aveva finito per annoiarsi e aveva iniziato a chiacchierare con Kat per passare il tempo. Le aveva anche parlato del ragazzo traditore di Envy.

      â€œE così quello è il tuo migliore amico con sua sorella?” Kat guardò i due, ma il suo interesse era tutto per il poliziotto. Se Jason non le avesse detto che Chad era un poliziotto, non lo avrebbe mai immaginato. Era incredibilmente figo.

      Alto più di un metro e ottanta, con la pelle abbronzata, i capelli castani con riflessi dorati. Erano un po’ più lunghi rispetto al classico taglio di capelli da poliziotto e sembravano spettinati dal vento, dandogli un’aria leggermente selvaggia. Finì per confrontarlo con Quinn, e si stupì di averlo fatto di nuovo. Guardò Jason, sapendo che avevano bisogno entrambi di dimenticare le loro vecchie fiamme, altrimenti avrebbero finito per bruciarsi.

      â€œNon sembra un poliziotto.” disse Kat osservando Chad, e si chiese se frequentasse qualcuna, visto che Jason non aveva toccato l’argomento.

      â€œOh, beh...” Jason quasi mise il broncio quando notò il modo in cui lei guardava Chad, poi scosse la testa “Torno subito.”.

      Finita la sua soda, lasciò lo sgabello e s’incamminò verso i suoi amici. Quando li raggiunse, posò una mano sulla spalla di Envy e, abbassando le labbra all’altezza del suo orecchio, le sussurrò “Vuoi ballare?”

      Envy sorrise senza voltarsi. “Certo che sì!” esclamò, e scese la rampa di scale più vicina,