Amy Blankenship

Moon Dance


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quasi infuriarsi per il desiderio di andare ad aiutare il tizio che aveva appena ferito, e lui non aveva alcuna intenzione di permetterglielo. “Come ti chiami?”

      â€œPerché vuoi saperlo?” Envy tirò via il braccio dalla sua presa. “Così i proprietari mi impediranno di tornare qui?”

      â€œNon esattamente.” Devon ringhiò minacciosamente a quel pensiero. “Ma forse vuoi conservare quel taser.” Vide Envy girarsi di nuovo verso il monitor e realizzare che la sua vittima era andata via.

      â€˜Maledizione.’ sibilò Envy mentalmente, appoggiandosi con la schiena alla porta e sentendo le vibrazioni della musica attraverso il legno. Si morse il labbro inferiore sapendo di essersi spinta troppo oltre. Ricordò l’altro motivo per cui era venuta al Moon Dance quella sera e si domandò se fosse un buon momento. ‘Perché non provarci?’ E si fece coraggio. “Sai se cercano personale?”

      Devon non riuscì a trattenere il sorriso che gli esplose sulle labbra. Cos’avrebbe dato per averla in quella gabbia per un po’ e tentare di domare il fuoco che c’era in lei. “Sei una ballerina?” le chiese speranzoso.

      Envy spalancò gli occhi, ricordandosi di quando lo aveva visto nella gabbia, e le sue cosce andarono in fiamme... ma purtroppo anche le sue guance lo fecero. “No.” sussurrò con voce un po’ troppo roca “Non ballo. Faccio la barista in altri locali della zona e volevo fare domanda qui, già che ci sono.”.

      â€œPeccato.” Devon fece un sorrisetto e aprì un cassetto della scrivania. Tirò fuori un modulo per la domanda di assunzione e glielo porse. Lei non gli aveva ancora detto il suo nome ma, compilando il modulo, avrebbe avuto tutte le informazioni che gli servivano. Inoltre, voleva essere sicuro che non avesse lavorato al Night Light.

      Stava iniziando a stancarsi della gente mandata lì a ficcanasare. Era stato Quinn a mettere fine all’amicizia tra puma e giaguari, quindi i puma potevano anche andare all’inferno per quanto gli riguardava.

      Qualcuno del Night Light aveva mandato lì l’ultima persona che avevano assunto e, adesso che era stata uccisa, i puma cercavano le risposte al Moon Dance... così come i poliziotti. Per sua immensa fortuna, l’unica sera in cui lei aveva lavorato lì, gli aveva chiesto di entrare nella gabbia con lui.

      Devon scostò la sedia dalla scrivania, sapendo che il modo più veloce per farla rimanere era darle quello che voleva. “Puoi compilarlo ora, magari avrai un nuovo lavoro entro la fine della serata.”.

      Envy si sedette, ma guardò il monitor con un’espressione accigliata. “Pensi che il proprietario mi abbia vista usare il taser?” si morse il labbro inferiore, cercando di immaginare come doveva essere apparsa la scena a chi l’avesse vista. “Vorrei davvero non averlo fatto.”.

      Devon si appoggiò allo schienale della sedia come se stesse guardando anche lui il monitor. Avvicinandole le labbra all’orecchio le chiese “Se il proprietario ti avesse vista e ti chiedesse qualcosa al riguardo, tu cosa gli diresti?” Inspirò lentamente mentre il suo profumo lo circondava, scaldandogli il sangue.

      Envy fece per girare la testa per guardarlo, ma si fermò. Le sensazioni provocatele dalla sua vicinanza si erano diffuse lungo le spalle e il collo. “Sono stata cattiva.” sussurrò, sentendo ancora un’ondata di calore nel basso ventre. Quel tipo era pericoloso per i suoi sensi, non sapeva se girarsi e leccarlo o correre via e nascondersi.

      Le labbra di Devon accennarono a un sorriso, ma lui non si mosse “Quindi te ne vai in giro a colpire i ragazzi con il taser senza motivo?” Poteva sentire la crescente eccitazione della ragazza e la cosa stava rendendo i suoi pantaloni decisamente troppo stretti.

      â€œNo.” Envy fu felice del diversivo quando prese la penna stilografica dal portapenne davanti a sé, e cominciò a compilare la domanda. “Solo quelli che se lo meritano.” rispose, non volendo parlarne.

      Devon si raddrizzò e resistette al forte desiderio di prenderla e farla sedere sulla scrivania. Al momento le stava già passando le dita tra quei capelli di seta, oltre lo schienale della sedia.

      Rimase in silenzio mentre Envy compilava la domanda di lavoro e lesse da dietro, prendendo nota di ogni parola. ‘Envy Sexton’, e i club dei puma e dei vampiri erano fortunatamente assenti dalla lunga lista di locali in cui lavorava. Capì che con un paio di telefonate avrebbe potuto liberare gran parte del suo tempo, dicendo agli altri club di cancellarla dai loro turni. Non voleva condividere quella gattina selvaggia con nessun altro.

      Envy completò la domanda e fece per alzarsi, ma Devon le mise una mano sulla spalla per tenerla seduta, prese subito il foglio di carta e si diresse verso la porta.

      â€œAspetta qui, torno tra pochi minuti con una risposta.” Devon afferrò la maniglia, ma si fermò quando lei parlò.

      â€œChi sei?” chiese Envy, domandandosi se non avrebbe dovuto consegnare la domanda al proprietario in persona, magari avrebbe potuto anche fare direttamente il colloquio.

      â€œDevon Santos.” rispose lui, poi scomparì prima che lei potesse fermarlo.

      Sapeva che Nick lo stava aspettando fuori la porta perché sentiva il suo odore. Consegnandogli il foglio, Devon lo informò “Abbiamo una nuova barista.” Aspettò che Nick leggesse il foglio, sapendo che stava controllando le stesse cose che aveva già controllato lui.

      Nick aveva allontanato un vampiro e un paio di sue fan che erano entrati di nascosto nel club, rovinandogli l’umore per la serata. Odiava i vampiri e qualsiasi umano che fosse così stupido da frequentarli. Non vedendo alcun indizio che la ragazza fosse legata a loro, e sentendo l’odore dell’eccitazione di suo fratello, Nick decise di lasciare che Devon gestisse i propri affari.

      Alla fine gli restituì la domanda “Dille di lasciare il taser a casa.” Nick guardò suo fratello per un momento, prima di aggiungere “Kat ha detto che il tipo che lei ha colpito era il suo ragazzo, e quello che l’ha trascinato via in manette era suo fratello.”.

      â€œIl suo fidanzato aveva una pistola, ho sentito l’odore.” Devon strinse le spalle, e anche i suoi occhi si strinsero “Forse non era un granché come fidanzato.”.

      â€œFaresti meglio ad andarci piano.” Nick scosse la testa, vedendo ancora più interesse negli occhi del fratello. “Se la vuoi, allora è tua responsabilità controllarla quando è qui.” Nick digrignò i denti, quando sentì l’odore di un vampiro. Senza dire nulla, si girò e scese le scale.

      Envy si guardò attorno nervosamente e vide un ascensore che non aveva notato prima. Rimase perplessa nel vedere che aveva un tastierino numerico invece di un semplice pulsante. Picchiettò con la penna sulla scrivania, chiedendosi quanto a lungo avrebbe dovuto aspettare. Doveva ancora scoprire se Chad aveva davvero arrestato Trevor o se lo aveva soltanto fatto uscire dal club.

      Guardò la scrivania per distrarsi un po’. Era un’investigatrice nata, proprio come suo fratello, anche se lui cercava di nascondere la cosa. In realtà Chad era un grande detective, diceva a tutti di essere solo un poliziotto di quartiere, ma non era vero... era il capo della SWAT.

      Alla fine diede un’occhiata al foglio che aveva preso distrattamente, era la ricevuta di un fornitore. Lesse le informazioni e il nome in calce, poi sbatté il foglio sulla scrivania. ‘Devon Santos’... accidenti a lui. Era uno dei proprietari e le aveva fatto credere di essere solo un ballerino.

      In quel momento si aprì la porta dell’ufficio e Devon entrò. “Quando vuoi iniziare?”

      *****

      Nick attraversò di corsa la pista da ballo e salì le scale fino all’entrata. Aprì la porta con più forza del necessario