Amy Blankenship

Ombra Di Morte


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il suo vero potere e non lo stava gestendo molto bene.

      Andando dietro di lui, Syn estrasse un eliotropio dal proprio bracciale e glielo affondò nella schiena, spingendolo tra la carne e il sangue. Lo tenne fermo mentre affondava la gemma dietro il suo cuore, quasi come Michael aveva fatto con Kane.

      Il tunnel iniziò a vibrare attorno a loro per la rabbia di Michael, e Syn pensò subito ad un riparo in cui portarlo se non avesse controllato la sua rabbia. Piantando i piedi contro la fiancata del treno, si spinse via portando Michael con sé. Cercando di stordirlo per calmarlo, Syn lo sbatté contro il muro così forte da lasciare un buco ma Michael lottava ancora freneticamente.

      Sentendo quella rabbia acquistare forza, Syn sospirò stancamente prima di afferrargli il collo... piegandolo.

      Afferrò il corpo inerte di Michael e lo prese tra le braccia. Percorrendo qualche metro fino ad un incavo nascosto nel buio, Syn portò Michael nella sala di manutenzione più vicina e forzò la porta. Lo adagiò a terra e lo guardò per un momento, prima di lasciarlo lì.

      Chiudendo la porta dietro di sé, si voltò e vi posò il palmo, ergendo una barriera contro i demoni, in modo che suo figlio non venisse disturbato. Non poteva aiutarlo a guarire... serviva tempo perché quel tipo di rabbia svanisse.

      Sogghignò, sapendo che la femmina di caduto aveva destabilizzato il mondo di Michael, poi si accigliò guardando di nuovo nella direzione in cui si trovava Angelica. Il mondo di Michael non era l’unico ad essere stato destabilizzato.

      *****

      Shadow era nascosta nella prigione che si era creata da sola, nel labirinto delle creature della notte chiamato “regno degli spiriti”. Poteva anche essere intrappolata lì in quella dimensione alternativa, ma ciò non significava che doveva rendersi oggetto dell’attenzione indesiderata di Deth o dell’orda di demoni che lui aveva portato con sé.

      Le mancava quel mondo vitale che adesso era da qualche parte dall’altro lato della sottile barriera che separava i due mondi. Superare quella barriera era piuttosto doloroso ma lei lo avrebbe fatto senza pensarci due volte, se Deth glielo avesse permesso. Il problema era che lui non glielo avrebbe mai permesso.

      Vide Deth dare ancora una volta un po’ del proprio sangue a Myra, faceva parte dell’accordo che aveva stretto con la donna prima di ucciderla nel mondo umano. Come promesso, l’aveva risvegliata dalla morte, ma era un processo lento perché quel demone geloso aveva preteso di essere l’unico a nutrirla.

      L’unica cosa positiva per la donna era stata la sua permanenza di appena un paio d’ore tra i morti. Quel risveglio non era niente in confronto al processo che servirebbe ad uno zombie per riformarsi dopo essere stato nella tomba per anni, o addirittura secoli. Shadow sospirò per la noia, sarebbe stato più divertente vedere l’erba crescere.

      Per come la pensava lei, i demoni stupidi meritavano umani stupidi. Era stata testimone dell’accordo... anzi, di entrambi gli accordi. Quello che Deth aveva proposto a Myra quando lei aveva partorito la loro figlia mezzosangue, e quello che Myra aveva proposto a Deth per concedergli almeno una delle due cose che voleva.

      Ottenere metà di ciò che si vuole non ha mai reso felice nessun demone. Invece di vedere il bicchiere mezzo pieno, per Deth era sempre mezzo vuoto.

      Shadow ricordò che lui e Myra avevano iniziato a combattere piuttosto pesantemente all’epoca. Myra trascorreva la maggior parte del tempo a fuggire dall’errore che aveva commesso, ma non era mai riuscita a seminare il demone, che seguiva il suo odore. Più lei lo combatteva, più Deth la voleva.

      Shadow scosse la testa, rendendosi conto che gli umani e i demoni erano molto più simili di quanto pensassero. Stanca della guerra tra loro, Myra alla fine aveva smesso di fuggire e aveva proposto un patto a Deth.

      Il primo accordo fu che Myra sarebbe stata la sua amante ogni volta che lui lo desiderava, a patto che lui stesse lontano dalla bambina. Deth era sotto l’influenza della fame di Myra quando aveva accettato, proprio come un umano che pensa in modo sbagliato.

      Il secondo accordo fu comunque interessante. Deth minacciò Myra che, se non avesse potuto sorvegliare né vedere Tiara, allora avrebbe mandato qualcuno per farlo al suo posto... l’accordo non lo vietava. Myra si fece prendere dal panico e tentò di stringere un altro accordo con il suo amante demoniaco. Era incredibile, non era mai riuscita ad imparare a non fidarsi di un demone, anche se aveva studiato meglio quell’accordo finale.

      Myra accettò di entrare nel mondo dei demoni e che Deth la risuscitasse, a condizione che lui fosse rimasto lì con lei. Shadow sapeva che era l’ultimo passo per assicurarsi che Deth non mettesse mai le mani su Tiara, “la piccola principessa”.

      Shadow suppose che Myra amasse Deth almeno un po’, ma non era per quello che aveva stretto il patto... se la donna fosse stata abbastanza potente lui sarebbe andato incontro alla propria fine già prima di stringere il primo accordo.

      Anche Deth era stato più intelligente, la seconda volta, e aveva rivisto l’accordo prima di accettarlo. Si era assicurato che Tiara avesse il protettore che lui voleva, prendendo l’anello di Shadow e facendone una copia usando il suo sangue di creatura della notte. Secondo l’accordo, Deth avrebbe indossato la copia e Tiara avrebbe potuto scegliere un umano che indossasse l’anello vero, in modo che lui avesse potuto controllarlo con l’incantesimo vincolante.

      Shadow, più di chiunque altro, conosceva i segreti che nascondeva l’anello vincolante egiziano. Si accigliò pensando all’umano che adesso, indossandolo, era intrappolato nel gioco di Deth.

      Tramite gli anelli avveniva la vera connessione tra Deth e sua figlia. Grazie ad essi lui poteva tenerla d’occhio da lontano. Semmai Tiara avesse incontrato un nemico che l’avrebbe battuta, allora l’anello lo avrebbe avvertito e gli sarebbero state concesse ventiquattr’ore dall’altra parte della barriera per salvare sua figlia, prima che l’accordo lo richiamasse indietro.

      Myra era stata una stupida ad accettare quei termini. Se a Deth fosse stato permesso di andarsene, avrebbe trovato il modo di portare Tiara con sé. Ciò che non aveva detto a Myra era che l’anello gli dava anche il controllo sulla persona che lo indossava, o almeno abbastanza controllo da farla rimanere accanto a Tiara se lui lo voleva.

      Shadow osservò Deth che fissava l’anello e si chiese quanto ci sarebbe voluto prima che lui decidesse di inviare un demone da sua figlia solo per ferirla, così da potersi riprendere ciò che gli apparteneva. Conosceva Deth, lo conosceva da più tempo di quanto riusciva a ricordare. Forse lui amava Myra e Tiara a modo suo, ma era abbastanza malvagio da distruggerle entrambe senza provare molto rimorso.

      Un demone che ti odia è una cosa, ma un demone potente come Deth che ti ama è un destino ben peggiore. Myra non sapeva che, accettando di essere risuscitata con il sangue di Deth, non sarebbe mai riuscita a combatterlo come aveva fatto nel mondo umano. Ora sarebbe diventata poco più che una bambola di pezza ubbidiente, che lui avrebbe manipolato per l’eternità. L’unica cosa che Deth non le aveva tolto era la sua anima.

      Shadow guardò i segni sui propri polsi e desiderò che Deth non le avesse mai restituito la sua anima usando un incantesimo per legarla a sé come una creatura della notte. Almeno, senza un’anima, il torpore le avrebbe impedito di annoiarsi a morte.

      Abbassò le braccia rassegnata, ormai non importava. Finché Deth lo avesse voluto, lei sarebbe rimasta intrappolata in quel mondo come Myra. L’unica cosa che ormai aspettava era che lui decidesse quando uccidere sua figlia.

      Deth scostò lentamente il proprio petto nudo dalle labbra di Myra e si alzò dal letto, disinvolto nella propria nudità. Aveva creato quel luogo tra le dimensioni molti secoli prima, dominandolo dalla vetta più alta con un esercito intoccabile... migliaia di anime al suo comando.

      Così come la bella Myra, anche lui era un negromante,