Guido Pagliarino

Salire In Alto


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speranza lanciata sulla diaccia

      distesa d'acque in tremolanti e folti

      punti chiari; ma, gli occhi distolti

      da la stella nascente nella caccia

      delle prossime onde... carta straccia,

      olio di pietra. Ah, gli sguardi stolti,

      l'insieme avverso alle sue parti! S'ode

      venire un canto giù lungo le prode

      d'ignoto autore e volgersi all'abbraccio

      della luce di fondo, ormai diffusa

      all'orizzonte. Un multiforme straccio

      l'acqua sciaborda come una medusa.

      PREGHIERA AL LEOPARDI

      Caro amico Leopardi, quanto avanti

      vedevi tu ne La ginestra i secoli

      e nei tuoi versi di Palinodia!

      Vollero aprire repentinamente

      i quattro canti e non fu più figura.

      I quattro lati, liberi, disparvero

      e non ne fu quadrato, né fu linea

      da tendere in novella ardita forma:

      non quadrato e non cerchio;

      il vuoto e l'ansia; nulla.

      Un Cromagnon moderno che brandeggia

      per clava un cellulare

      telefono stradale e ignora Dio

      ora vive nel nulla,

      ora muore nel male.

      Santifica i denari,

      sacrifica sul dispari e sul pari,

      deifica il successo

      e lo chiama progresso.

      Ãˆ già chiuso nel nulla

      e si pensa divino,

      ma si sbianca alla morte,

      vi rimane basito.

      Caro Leopardi che, indicando il nudo

      tuo vero,

      mite soffrivi la vacanza della

      pietosa fratellanza fra gli umani,

      prega per noi col tuo virile canto,

      tu che ora vivi immerso nella luce.

      QUEI NATALI

      Salgono su all'altana

      passi, risate e voci senza senso,

      ed ecco chiari il tuo nome e gli auguri

      che, in un'altra stagione,

      altri mossero amando ai nostri puri

      volti nel giorno semplice ed intenso

      del Natale; diverso

      era allora, tra l'albero e il presepe,

      il nostro gioco, apriva all'universo.

      GIOCHI

      Sovente un gioco inutile e ridicolo

      giova alla mente affaticata e labile;

      conviene dare al cuore ch’è in pericolo

      qualche parvenza d’incommensurabile.

      ALTO MARE

      Dove il mare s'affonda in abissali

      neri, sull'alto e docile turchino...

      galleggiare1 pensieri sull'ignoto

      profondo, sugli sterminati cieli,

      punto centrale al cerchio d'orizzonte

      nel mezzo esatto dell'infinità.

      ORA CHE NULLA...

      Ora che nulla incanta i miei pensieri

      in questa molle sera settembrina

      se non la quiete e l’animo di ieri

      si confonde e il presente non inclina

      a rincorse fallaci di levrieri

      dietro lepri di pezza né abbacina

      la vanità i miei occhi, volentieri,

      rapita dalla pace vespertina,

      la mente scende giù sino alla fonte,

      sepolta nella carsica bellezza,

      da cui zampilla l’umile sapienza

      del cuore, in lei risale fino al monte

      e sfocia con lucente limpidezza

      nel corso puro della trascendenza.

      SCOMMESSA

      Così anche tu la mente

      pascalïanamente a un punto lanci:

      giacere o non giacere, mitemente

      scommetti sulla vita: senza slanci.

      IL NAUFRAGO ULISSE

      Pare a Ulisse canuto mentre un latte

      di cocco sorbe, ardire nuove rotte

      fluttuanti sulla nave dalle matte

      vernici, teso in gonfie strenue lotte

      colle correnti e coi cicloni australi

      sulla prora estenuata; ma le cotte

      bocche del personale, degli eguali

      diversi, non respirano più fiato

      dall’ampio teso giro dei fondali

      eurafricani: il re solo è approdato

      sulla calida riva e non li tiene

      piú ai remi e non li spinge trafelato.

      Adesso è lui che canta alle sirene,

      e la sua voce stenta, senescente,

      rammemorando le avventure piene

      del suo sapere che non volle niente

      ma lasciò Ulisse solo avvinto all’asta

      e, negli orecchi, cera alla sua gente.

      Cercare senz’amare mai non basta.

      I COLORI DI DIO

      Oh, questo Dio invisibile,

      l'Iddio ultravioletto!

      e noi confusi nell'arcobaleno

      di miraggi, sul limine,

      rosso, arancione, giallo, verde... IRIDE!

      Dio qui, Dio padre, Dio caro fratello,

      Dio unico possibile , Dio e uomo,

      Cristo fratello Amore, Arcobaleno,

      Idëa d'ogni cosa;

      e sì, quel sì

      che la mente non osa

      SOFFIO

      (Ruàch)

      Vivida sei

      bell'anima di Dio

      sotto la cenere.

      ARBUSTO

      Rorido d’acque in solitaria attesa,

      liricamente