"Se tu vuoi, ella rivivrà !". Ridare la vita è enormemente di più che sanare un male: ho pensato che il Maestro si trovasse davvero in grave imbarazzo. Invece, tranquillamente sâè alzato dal desco ed è andato via con Già iro; noi dietro, curiosissimi. Non bastava. Sulla via, una donna che soffriva notoriamente d'emorragia ininterrotta all'utero da dodici anni, ed era dunque esclusa dalla comunità di preghiera perché impura come tutte le femmine durante i mestrui, gli s'è avvicinata alle spalle, passando fra i molti che avevano preso a seguirlo, e gli ha toccato il mantello. Senza voltarsi il Rabbì ha chiesto, ma con un viso che non esprimeva vera interrogazione: "Chi m'ha toccato?". Doveva aver già intravisto quella disgraziata. S'è girato e le ha detto, semplicemente: "Coraggio, figlia mia, la tua fede tâha sanata"; e lei è guarita davvero: "Sì, ha smesso!" ha urlato piena di gioia. "Vai subito a lavarti", le ha raccomandato il Maestro, "poi presentati a un sacerdote coniugato e non vedovo e fatti visitare da sua moglie, per avere da lui la dichiarazione ufficiale di purità ed essere riammessa alla preghiera nel tempio". Siamo giunti dopo una buona mezz'ora alla casa del capo della sinagoga, piuttosto distante. Con mia delusione, Gesú ha preso con sé solo Simone, Giacomo e Giovanni e, entrando, ha chiesto a noi altri d'aspettarlo sul retro, davanti all'uscio secondario; perciò quanto segue mâè stato raccontato da quei condiscepoli dopo ch'erano usciti. Vedendo in casa flautisti appena convocati per accompagnare le preghiere funebri e udendoli lanciare le alte grida di dolore che sono nell'uso, il Maestro ha ordinato loro: "Ritiratevi perché la fanciulla è viva e soltanto sta dormendo". Quelli, persone abituate ai lutti e per nulla coinvolte se non per mercede, lo hanno deriso: "à arrivato il gran medico!"; "â¦ma guarda tu che arcitonto!"; "Capisce le cose al volo, eh? l'intelligentone!". à intervenuto Già iro che ha mandato via con malagrazia quei villanzoni e pure i propri famigliari e servi che s'erano accalcati attorno a Gesú e creavano confusione; poi l'ha di nuovo scongiurato di risuscitare la figlia, una ragazza che, mi è stato detto, dimostrava una dozzina d'anni. Senzâindugio il Maestro ha preso la mano della morta, le ha ordinato di alzarsi e... lei si è alzata! Ha comandato di darle da mangiare e, subito dopo, senza fermarsi almeno ad ascoltare i ringraziamenti e le lodi di Già iro, è uscito per la porta secondaria, che dà sull'orto dove noi altri lo si aspettava. Io, saputo che la ragazza era di nuovo viva, son rimasto esterrefatto. Se nâè sparsa immediata fama attorno alla casa, anche se il nostro Rabbì, come ormai ho capito, non vuole gli entusiasmi d'una folla avida solo di sensazionale; benché il Maestro fosse uscito discretamente dal retro, è stato intravisto dall'accompagnatore di due ciechi che immediatamente ci ha seguito coi suoi assistiti, i quali hanno preso a urlare con voci assordanti: "Figlio di Davide, abbi pietà di noi!" così che hanno attirato tutta lâaltra gente. Quando abbiamo fatto per risederci alla mia mensa, sempre seguiti da quel codazzo molesto, i ciechi hanno finalmente osato accostarsi. Il Maestro ha chiesto loro: "Credete che io possa guarirvi?". Gli hanno risposto di getto: "Sì, Signore"; e Gesú: "Sia fatto secondo la vostra fede", ed essi hanno veduto. Poi ha chiesto alla folla d'allontanarsi e ai due di non diffondere oltre il fatto, ma non erano ancora lontani che già gridavano a squarciagola la notizia a tutti quelli che incontravano. Così sono arrivate nuove persone che, senza lasciarci continuare il pranzo appena ripreso, hanno presentato a Gesú un indemoniato muto; e il Maestro, nuovamente impietosito, scacciando il demòne di quel male ha dato la parola al poveretto; però alcuni farisei shammaiani, che s'erano avvicinati per spiare, hanno sparso voce, davanti alla casa, che fosse stato il Diavolo ad aiutarlo: altri gran guastafeste gli shammaiani, fanatici del rigore! Fatto sta che, arrabbiatissimo per lâattacco al Maestro e, forse, pure perché aveva fame e voleva finire il pranzo tranquillo, il discepolo Simone Bar Giona, uomo robusto che porta sempre con sé un lungo bastone per tenere a bada la folla, ha chiesto veementemente a Gesú se dovesse andare "a legnarli tutti quanti sul loro dannato groppone". Il Maestro lo ha calmato: "Otterresti di farti imprigionare e fustigare per aggressione, non di porre freno alle calunnie; anzi, direbbero châè stato il Diavolo a picchiarli perché erano nella verità : no, Simone, non è con la violenza che si convertono i peccatori". Finalmente sâè terminato il pasto in pace; immediatamente il Rabbì ha annunciato ai suoi discepoli che con loro avrebbe lasciato la città il dì seguente e io ho scelto, lì per lì, di seguirlo, lasciando ai miei parenti l'amministrazione della dimora e la tutela di mia moglie. Ho preso parte della pecunia che avevo in casa, per metterla a disposizione della comunità . Mia moglie mi ha quasi urlato: "Quel mago ti ha ipnotizzato per averti come servo e farsi regalare i nostri soldi! Tutti quei falsi ciechi e paralitici sono suoi complici; e la ragazzina morta, poiâ¦ah, che babbeo sei! Già iro e la sua famiglia erano d'accordo, non l'hai capita?! Se no, perché quel furbastro non avrebbe voluto che tu entrassi in casa, eh?". Credo che, prima di conoscere il Maestro, lâavrei presa a botte, ma lâincontro con Gesú mâha addolcito e così, semplicemente, non ho risposto a Sara e sono uscito: senza neppure sbattere la porta. Ormai da gran tempo non andavo più d'accordo con mia moglie, tanto che stavo quasi pensando al ripudio; oltretutto, Sara è terra sterile, non m'ha dato neppure un figlio; ma ora che sono via io, non sarà più necessario mandar via lei. Ho raggiunto il Maestro e i suoi nella casa dei fratelli pescatori Simone e Andrea, dove tutti hanno base. La mattina dopo, siamo partiti.
Ho avuto qualche notizia su parenti di Gesú. Il mio condiscepolo Giacomo Bar Cleofa mi ha detto dâessere egli stesso congiunto del Maestro: fu seminato in Maria moglie di Cleofa il quale era parente del defunto Giuseppe di Nazareth padre del Maestro. Ha aggiunto che Cleofa e Maria ebbero anche un altro figlio, Giuseppe il giovane, che a differenza di Giacomo ha preferito non seguire il Rabbì e a Nazareth gestisce la bottega che fu di Gesú e, prima di lui, di suo padre Giuseppe il vecchio. Altri parenti di Gesú sono Simone e Giuda, figli di Taddeo ed Emeria la quale è congiunta di Anna, la mamma di Maria di Nazareth, e perciò è parente del Maestro. Anche Giuda Bar Taddeo è discepolo di Gesú mentre ho saputo che Simone, come il giovane Giuseppe Bar Cleofa, non ne subisce affatto il fascino ed entrambi lo considerano uno stravagante e sparlano di lui.
Abbiamo girato per città e villaggi. Ieri il Rabbì ha guarito una certa Maria che aveva i sette diavoli della lussuria nel ventre, per cui doveva congiungersi ogni giorno con molti uomini e senza mai averne soddisfazione. Era stata ripudiata dal marito che, sapendola assatanata, per compassione non ne aveva chiesto la condanna a morte per adulterio e l'aveva scacciata segretamente. Viveva da girovaga, coi doni che le facevano i maschi con cui peccava, e il suo nome era famigerato. Ieri sera s'è presentata inaspettatamente a Gesú, mentre si cenava. Il Maestro era, con alcuni di noi, sotto il portico della casa d'un certo Simone, un fariseo shammaiano che lâaveva invitato, dâaccordo con altri della propria setta, per capire meglio cosa pensasse di loro e che, subito, l'ha compreso molto bene: Gesú, rispondendo a una precisa domanda del padrone di casa, senza esitare gli ha detto: "Vi credete santi perché praticate le forme di culto, e per voi tutti quelli che non sono farisei sono peccatori, gente della terra li chiamate, perché dite che solo voi risorgerete e tutti gli altri resteranno sepolti nella morte eterna;7 ma io vi dico che il peccatore che si pente è enormemente maggiore di voi che non vi pentite e che lâinfero della morte vi aspetta eternamente, se non cambiate mentalità ".
Il nostro Rabbì ha idee chiarissime. Non l'ho sentito una sola volta predicare o rimproverare premettendo dei forse e dei mi pare, frequenti nel parlare comune. Non ha vezzo alcuno, non teme il giudizio e le reazioni di coloro che bolla, il suo pensiero è fermo e il suo insegnamento è così alto che è impossibile, per un uomo in buona fede, stupirsi delle sue certezze e della forza della sua parola.
Proprio allora la peccatrice, che doveva averlo visto entrare, sâè intrufolata e sâè buttata in ginocchio davanti al Maestro, bagnandogli i piedi con le lacrime. Li ha asciugati coi propri capelli e ha iniziato a cospargerli di un olio profumato che aveva portato con sé. Simone il fariseo ha avuto unâespressione di disgusto: per lui, quella donna era tra le peggiori della terra. Ha parlato negli orecchi a due scribi della sua setta, che erano stesi sulle stuoie ai suoi lati. Costoro hanno guardato Gesú e hanno tentennato la testa. Comâegli ci ha poi spiegato, dovevano aver pensato che non sapesse distinguere una peccatrice da una donna onesta e, dunque,