Guido Pagliarino

Il Metro Dell'Amore Tossico – Romanzo


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e m’aveva trattenuto il bicchiere e la mano destra fra le sue, per un poco, con evidente intenzione d'approccio. Quindi, presa per sé una coppa colma d'uno spumante rosato l’aveva vuotata in un sol sorso. "Eh sì, povera ragazza, non ha avuto fortuna!" aveva ripreso a dire atteggiando il viso a un'ambigua commozione senza saper nascondere il proprio sadismo.

      M'ero indispettito e avevo compreso d'essermi ormai innamorato di Norma. Ero stato lì per allontanarmi ma anche stavolta non avevo voluto offendere, in Liza, suo fratello Mark. Avevo però lanciato un'occhiata istintiva a Norma che, non molto lontana, stava parlando con uno degli ospiti.

      La signora Huppert aveva seguito il mio sguardo e, sorridendo ampio e prendendo a stringermi forte la mano libera dal bicchiere, aveva detto: "Sì, poveraccia: il precedente marito era molto ricco, ma dopo pochi anni dal matrimonio era finito in rovina e suicida. Grazie agli amici Valente, le era stato dato un posto alla fondazione; e buon per lei che ha voluto conservarlo anche dopo il nuovo matrimonio." Io tacevo. Imperterrita, senza quasi prendere fiato, aveva soggiunto: "Possibile che non avesse scoperto, povera oca, le tendenze del marito? Eppure pare che davvero non l'avesse saputo per un pezzo, sino a quando un giorno, capitando inaspettata nel suo studio, bell'imprevidente quel pittore però, il loro appartamento è proprio sullo stesso piano! ebbene, Norma aveva sorpreso il maritino nudo abbracciato a suoi modelli e modelle: un bisessuale, le dico, ma più di là che di qua!"

      Infastidito da quella compagnia, avevo posato il bicchiere, senz’aver bevuto, e sforzandomi avevo sorriso un "Mi scusi."

      Allontanandomi, avevo notato che Caimano Crispy s'avvicinava al tavolo e, iniziando a conversare con Liza, ignaro che fosse stato il mio bicchiere lo prendeva e cominciava a sorseggiarne il liquido verde.

      Mi s’era avvicinato il Lines: "Vorrei parlarle. Andiamo di là, prego"

      M’aveva fatto accomodare sull'unica poltrona del suo studiolo domestico, zeppo di libri e manoscritti che soffocavano la piccola scrivania Carlo X cui s’era seduto e debordavano dalle due librerie Impero: "Tante volte lavoro qui invece che in ufficio. Per gli altri generi no, ma la poesia preferisco leggermela prima io; e qui me la posso gustare più tranquillo. Anch'io ho pubblicato qualche libro di versi e, conoscendo abbastanza bene sette lingue, compreso l'italiano, posso valutare in originale testi stranieri."

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