Морган Райс

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tutte tranne… A dire il vero, non siamo più amiche con lei, perciò sì, tutte.”

      “Tranne chi?” Lore chiese, incuriosito.

      Maria arrossì.

      “La mia ex migliore amica. Non è qui. Ma come ho detto, non siamo più amiche.”

      “Scarlet?” lui chiese, poi si pentì immediatamente di essersi spinto così in fondo.

      Maria lo guardò, sospettosa.

      “Come fai a sapere tutto questo? Mi stai seguendo?”

      Lore cominciò a sentire che lei stava indietreggiando, e non voleva perderla. La guardò, le prese le guance, fece in modo che lei lo guardasse; la fissò, mostrando un bagliore nei suoi occhi. La ragazza sbatté le palpebre, e quando lo fece, lui le cancellò gli ultimi trenta secondi della loro conversazione dalla sua memoria.

      Maria sbatté le palpebre diverse volte, mentre lui le prendeva la mano, e continuarono a camminare.

      Per un pelo, lui pensò. Ricominciò.

      “Allora le sue amiche sono laggiù, alla festa?” lui aggiunse.

      Maria annuì.

      “Sì, tutte tranne … Ecco, non siamo più amiche con lei, perciò sì, tutte.”

      “Tranne chi?” Lore chiese, mostrandosi incuriosito.

      Maria arrossì.

      “La mia ex migliore amica. Non è qui. Ma come ho detto, non siamo più amiche.”

      Lore tacque stavolta, riflettendo sulle parole da pronunciare

      “Che cosa è successo tra voi due?” lui chiese attentamente.

      Maria alzò le spalle, e continuarono a camminare in silenzio, con gli stivali che calpestavano il fieno.

      “Non sei obbligata a rispondermi,” Lore disse, infine. “Comunque, so che cosa significa essere estraniati da un amico. Mio cugino Sage. Una volta eravamo uniti come fratelli. Ora non ci parliamo neanche.”

      Maria lo guardò con compassione.

      “Che cosa brutta,” lei disse. “Che cos'è successo?”

      Lore alzò le spalle.

      “E' una lunga storia.” Secoli fa, voleva aggiungere, ma si impedì di farlo.

      Maria annuì, provando chiaramente compassione per lui.

      “Visto che pare che tu comprenda,” lei disse, “allora te lo dirò. Non so perché, dato che non ti conosco nemmeno, ma sento che capirai ogni cosa.”

      Lore sorrise, rassicurandola.

      “Sembra che io abbia questo effetto sulle persone,” lui disse.

      “Comunque,” Maria proseguì, “la mia amica, Scarlet, ecco, lei mi ha rubato il ragazzo che mi piace. Non che mi importi più di lui.”

      Maria smise di parlare, e Lore sentì che voleva aggiungere dell'altro, e le lesse la mente:

      Ecco, non da quando ti ho incontrato a dire il vero.

      Lore sorrise.

      “Rubare il ragazzo di un'altra,” Lore disse, scuotendo la testa. “Non esiste nulla di peggio.”

      Lui le strinse di più la mano, e Maria gli rivolse mezzo sorriso.

      “Quindi, non siete più amiche?” Lore disse, standole addosso.

      Maria scosse la testa.

      “No. L'ho totalmente estraniata dalla mia vita. Mi fa star quasi male questo. Voglio dire, lei è ancora nei miei preferiti e siamo ancora amiche su Facebook. Non l'ho ancora eliminata. Ma non le ho telefonato o scritto. In genere, ci scrivevamo cento volte al giorno.”

      “Hai provato a inviarle un sms?”

      Maria scosse la testa.

      “Non mi va proprio di parlarne,” lei disse.

      Lore percepì che si stava spingendo troppo oltre. Ci sarebbe stato molto tempo per sedurla, per scoprire tutto quello che gli occorreva sapere di Scarlet. Nel frattempo, doveva fare in modo che lei si fidasse di lui—che si fidasse completamente.

      Raggiunsero il centro del campo di granturco, e si fermarono proprio lì. Maria distolse lo sguardo, e Lore sentì quanto fosse nervosa.

      “E allora, che facciamo adesso?” lei chiese, con le mani tremanti. “Forse, dovremmo tornare indietro?” lei aggiunse.

      Lore le lesse la mente:

      Spero che lui non voglia tornare indietro. Spero che mi baci. Ti prego, baciami.

      Lore si allungò, le prese le guance, avvicinò il viso e la baciò.

      Inizialmente, Maria oppose resistenza, sottraendosi.

      Ma poi, si sciolse nel suo bacio. Lui poté sentirla sciogliersi completamente dentro di lui, e seppe che ora, era totalmente sua.

      CAPITOLO SETTE

      Scarlet volava nel cielo del mattino, asciugandosi le lacrime, ancora scossa per l'incidente avvenuto sotto il ponte, provando a comprendere tutto ciò che le stava accadendo. Stava volando. Riusciva a malapena a crederci. Non sapeva come, ma le ali si erano spalancate, e lei aveva semplicemente spiccato il volo, librandosi nell'aria, proprio come se fosse la cosa più naturale del mondo. Non riusciva a capire perché la luce le faceva male agli occhi, perché la pelle cominciava a bruciarle al sole. Per fortuna, il cielo era diventato nuvoloso, e lei provò un po' di sollievo; tuttavia, non si sentiva ancora se stessa.

      Scarlet si sentiva così persa, così sola, e non sapeva dove andare. Pensava di non poter ritornare a casa, non dopo tutto quello che era accaduto,  non dopo aver scoperto che sua madre la voleva morta, che tutti la odiavano. Non poteva tornare neanche dalle sue amiche; dopotutto, anche Maria la odiava adesso, e sembrava aver fatto rivoltare anche tutte le altre contro di lei. Non poteva tornare neanche a scuola, non poteva tornare a condurre la sua vita normalmente, specie dopo il suo grande litigio con Vivian alla festa.

      Una parte di Scarlet desiderava scomparire e morire. Sentiva di non avere più una casa al mondo.

      Scarlet volò sopra la sua città, passando sopra la sua casa, e provò una sensazione alquanto strana a guardare in basso, dall'alto. Era ad un altitudine tale da non poter essere vista proprio da nessuno, e osservò la sua cittadina natale da una prospettiva a vista d'uccello, come non aveva mai avuto. Vide gli isolati perfettamente formati, la griglia rettangolare, le strade pulite, il campanile della chiesa; vide cavi ovunque, i pali telefonici, tutti i tetti inclinati, alcuni  con le tegole, altri in ardesia, la maggior parte dei quali avevano centinaia di anni. Poi, vide uccelli appollaiati sui tetti, e un palloncino viola che si sollevava verso di lei.

      Il vento di novembre era freddo lassù e le colpiva il viso incessantemente; Scarlet avvertì  freddo. Voleva scendere a riscaldarsi da qualche parte.

      Mentre continuava a volare, provando a riflettere, l'unica persona che poteva vedere, l'unico volto che continuava ad apparirle nella mente era Sage. Non era arrivato come promesso al ballo della scuola; l'aveva fatta aspettare a vuoto, e lei era furiosa per questo. Scarlet desumeva che non volesse più vederla.

      Poi ancora, non era davvero sicura di quello che era accaduto. Forse, soltanto forse, doveva esserci un motivo per cui non si era fatto vedere. Forse la amava dopotutto.

      Più Scarlet ci pensava, più sentiva di aver bisogno di vederlo. Aveva bisogno di vedere un volto familiare, qualcuno nel mondo a cui importasse di lei, che l'amasse. O, almeno, che l'avesse amata una volta.

      Scarlet prese una decisione. Si voltò e si diresse ad ovest, verso il fiume, dove sapeva che viveva Sage. Continuò a volare fuori dai confin della città, guardando in basso, verso le strade principali, e usandole come guida mentre volava. Il suo cuore batteva all'impazzata, e realizzò che avrebbe raggiunto Sage nell'arco di pochi istanti.

      Quando volò fuori dalla città, il paesaggio cambiò: invece di case e isolati perfettamente disposti, c'erano molto meno case, lotti