Блейк Пирс

Il Killer della Rosa


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conficcandole le unghie nella pelle.

      Lei restò a guardare, i gelidi occhi blu erano talmente intensi che terrorizzarono Riley. Quello sguardo inquietante le bruciò l'anima.

      “Accetta il caso” Marie pressò.

      Riley vide nei suoi occhi, che Marie stava confondendo il nuovo caso e Peterson, fondendoli in uno solo.

      “Trova quel figlio di puttana” lei aggiunse. “E uccidilo per me.”

      Capitolo 5

      L'uomo mantenne una breve ma discreta distanza dalla donna, lanciandole soltanto delle occhiate fugaci. Mise alcuni articoli a basso costo nel suo cestino, così da apparire come un altro cliente comune. Si congratulò con se stesso per quanto fosse stato in grado di dare poco nell'occhio. Nessuno avrebbe mai indovinato la sua vera natura.

      Ma in realtà, non era mai stato il tipo d'uomo che attirava molta attenzione. Da bambino, si sentiva praticamente invisibile. Ora, finalmente, era in grado di volgere la sua stessa innocuità a proprio vantaggio.

      Soltanto pochi istanti prima, si trovava accanto a lei, a poco meno di un metro di distanza.    Assorta nella scelta dello shampoo, lei non lo aveva affatto notato.

      Comunque, sapeva parecchie cose di lei. Che il suo nome era Cindy; che suo marito era proprietario di una galleria d'arte; che lei lavorava in uno studio medico gratuito. Quello era il suo giorno libero. In quel momento, era al cellulare intenta in una conversazione con qualcuno,  sua sorella, apparentemente. Stava ridendo per qualcosa che l'interlocutore le stava dicendo.  L'uomo bruciava dalla rabbia, chiedendosi se stesse ridendo proprio di lui, proprio come facevano sempre tutte le ragazze. La sua ira crebbe.

      Cindy indossava un paio di pantaloncini, una canottiera e scarpe da tennis costose, almeno così sembrava. Lui l'aveva osservata dalla sua auto, mentre faceva jogging, e aveva atteso finché non avesse terminato la corsa e fosse entrata nel supermercato. Conosceva le sue abitudini, in un giorno di vacanza come quello. Avrebbe portato la spesa a casa, mettendo ogni articolo al proprio posto, avrebbe fatto una doccia, poi sarebbe andata a pranzo con suo marito.

      Il suo bel fisico richiedeva molto esercizio fisico. Non aveva più di trent'anni, ma la pelle intorno alle cosce non era più tonica. Probabilmente, aveva perso molto peso una volta o l'altra, forse abbastanza di recente. Ne era indubbiamente fiera.

      Improvvisamente, la donna si diresse verso la cassa più vicina. L'uomo fu colto di sorpresa. Cindy aveva finito di fare la spesa prima del solito. Lui si precipitò in coda dietro di lei, quasi spingendo un altro cliente, nel farlo. Si rimproverò silenziosamente per questo.

      Mentre il cassiere passava alla cassa gli articoli della donna, lui avanzò e si avvicinò molto a lei, talmente vicino da sentire l'odore del suo corpo, ora sudato e pungente, dopo una vigorosa sessione di jogging. Era un odore che presto sarebbe diventato familiare, pensò. Ma l'odore si sarebbe presto mescolato con un altro, quello che lo affascinava a causa della sua stranezza e del suo mistero.

      L'odore della paura e del terrore.

      Per un momento, l'uomo si sentì euforico, persino piacevolmente stordito, quasi deliziato dall’aspettativa.

      Dopo aver pagato la spesa, la donna spinse il carrello fuori, passando dalle porte di vetro automatiche, e raggiunse la sua auto al parcheggio.

      Lui non aveva alcuna fretta ora di pagare la sua spesa. Non aveva alcun bisogno di seguirla fino a casa. Ci era già stato, era anche stato dentro casa sua. Aveva persino toccato i suoi vestiti. L'aveva osservata di nuovo quando era tornata dal lavoro.

      Ora non ci vorrà molto, pensò. Non ci vorrà molto.

*

      Quando Cindy MacKinnon entrò nella sua auto, restò seduta per un istante: si sentiva agitata e non ne capiva il motivo. Ricordò la strana sensazione che l'aveva colta al supermercato. Era una sensazione inspiegabile, irrazionale di essere osservata. Ma era anche qualcosa di più. Le occorsero alcuni momenti per raccogliere le idee.

      Alla fine, si rese conto che si trattava della sensazione che qualcuno intendesse farle del male.

      Rabbrividì bruscamente. In quegli ultimi anni, quella sensazione non aveva fatto altro che andare e venire. Si rimproverò, sicura che fosse del tutto immotivata.

      Scosse la testa, liberandosi da ogni traccia di tale sensazione. Quando mise in moto l'auto, si obbligò a pensare ad altro, e sorrise al pensiero della conversazione al cellulare avuta con sua sorella Becky. In seguito, quel pomeriggio, Cindy l'avrebbe aiutata a dare una grande festa di compleanno per la sua bambina di tre anni, inclusi torta e palloncini.

      Pensò che sarebbe stata una bella giornata.

      Capitolo 6

      Riley era seduta nel SUV accanto a Bill, mentre quest'ultimo scalava le marce, spingendo il veicolo 4X4 del Bureau più in alto sulle colline, e lei si asciugava i palmi sui suoi pantaloni. Non sapeva come risolvere il problema del sudore, e non sapeva come comportarsi in tale circostanza. Dopo sei settimane lontana dal lavoro, aveva difficoltà a decifrare il linguaggio del proprio corpo. Essere tornata sembrava surreale.

      Riley fu disturbata da quell'imbarazzante tensione. Lei e Bill si erano parlati a malapena durante il loro viaggio di più di un'ora. Il loro vecchio cameratismo, la loro giocosità, il loro rapporto  inusuale, era tutto svanito ora. Riley era sicura di sapere per quale motivo Bill fosse così distante. Non era diventato scostante, era molto preoccupato. Anche lui sembrava nutrire dubbi sul suo ritorno in campo.

      Arrivarono al Mosby State Park, dove Bill le disse di aver visto la vittima dell'omicidio più recente. Mentre proseguivano, Riley assimilò tutta la geografia intorno a lei e, lentamente, il suo vecchio senso di professionalità emerse. Sapeva di doversi riprendere.

      Trova quel figlio di puttana e uccidilo per me.

      Le parole di Marie la perseguitavano, la guidavano affinché andasse avanti, rendendo semplice la scelta.

      Ma niente ora appariva così semplice. Perché, da un lato, lei non poteva fare a meno di preoccuparsi per April. Mandarla a vivere da suo padre non era l'ideale per chiunque fosse coinvolto. Ma quel giorno era sabato, e Riley non intendeva aspettare fino a lunedì per vedere la scena del crimine.

      Il silenzio profondo cominciò ad aggiungersi alla sua ansia, e sentì il desiderio disperato di parlare. Si stava massacrando il cervello alla ricerca di qualcosa da dire e alla fine se ne uscì:

      “Allora vuoi dirmi che cosa succede tra te e Maggie?”

      Bill si voltò verso di lei, uno sguardo sorpreso dipinto sul suo volto, e lei non riuscì a dire se fosse dovuto al fatto che avesse rotto il silenzio o alla sua domanda tagliente. Qualunque cosa fosse, lei se ne pentì subito. La sua schiettezza, come in molti le avevano detto, poteva risultare sgradevole. Non intendeva mai essere schietta, soltanto non aveva tempo da perdere.

      Bill espirò.

      “Lei crede che io abbia una relazione.”

      Riley fu colta da uno scatto di sorpresa.

      “Come?”

      “Con il mio lavoro” Bill disse, ridendo un po' aspramente. “Pensa che abbia una relazione con il mio lavoro. Pensa che io ami tutto questo invece di amare lei. Continuo a ripeterle che è sciocca. In ogni caso, non posso esattamente porvi fine, non al mio lavoro”.

      Riley scosse la testa.

      “Sembra proprio come Ryan. Era sempre geloso da morire, quando stavamo ancora insieme.”

      Si astenne dal raccontare a Bill tutta la verità. Il suo ex-marito non era geloso del lavoro di Riley. Ma di Bill. Lei si era spesso chiesta se Ryan avesse avuto una buona ragione. Nonostante la stranezza di quella giornata, si sentì davvero bene a stare vicino a Bill. Quel sentimento era unicamente di natura professionale?

      “Spero che questo non si riveli un viaggio inutile” Bill disse. “La scena del crimine è stata tutta ripulita, lo sai.”

      “Lo so. Voglio soltanto vedere il posto per me stessa. Foto e rapporti non vanno bene per me.”

      Riley