di che cosa stessero facendo.
Caleb si avvicinò e puntò con il dito.
“Sono macine per il vino,” lui disse, leggendole la mente, come sempre. “E macine per le olive. Le usano per schiacciare l'uva e le olive, per estrarre vino e olio. Vedi quelle manovelle?”
Caitlin osservò attentamente e ammirò l'artigianato, le lunghe lastre di calcare, il complesso meccanismo degli ingranaggi. Fu scioccata nel vedere quanto i loro macchinari fossero sofisticati, persino per quell'epoca e quel luogo, e di quanto fosse antica l'arte di vinificare. Eccola lì, migliaia di anni indietro nel tempo, e le persone già producevano vino, olio d'oliva, proprio come avveniva nel secolo XXI. E non appena guardò le bottiglie di vetro, mentre venivano lentamente riempite di vino ed olio, si rese conto che assomigliavano proprio alle bottiglie di olio e vino che lei stessa aveva utilizzato.
Un gruppo di bambini corse, passando loro davanti e rincorrendosi tra loro, ridendo, e non appena lo fecero innalzarono nubi di polvere, coprendo il volto di Caitlin. Lei guardò verso il basso e si rese conto che le strade non erano lastricate in quel villaggio – probabilmente era, comprese, troppo piccola per potersi permettere delle strade lastricate. Ed in ogni caso, sapeva che Nazareth era stata celebre per un motivo in particolare, e la infastidiva di non riuscire a ricordare che cosa fosse. Ancora una volta, incolpò se stessa per non aver prestato più attenzione durante le lezioni di storia.
“E' la città in cui visse Gesù,” Caleb disse, leggendole la mente.
Caitlin si sentì arrossire ancora una volta, perché lui riusciva a leggerle i pensieri così facilmente. Non negava alcunché a Caleb, ma non le piaceva il fatto che lui le leggesse la mente, quando si trattava di comprendere quanto lei lo amava. Poteva essere imbarazzante.
“Lui vive qui?” lei chiese.
Caleb annuì.
“Se siamo arrivati in questa epoca,” Caleb disse. “Chiaramente, siamo nel primo secolo. Posso vederlo dal loro abbigliamento, dall'architettura. Sono stato qui una volta. Sono un'epoca e un luogo difficili da dimenticare.”
Gli occhi di Caitlin si spalancarono a quel pensiero.
“Pensi davvero che lui potrebbe essere qui adesso? Gesù? Camminare qui in giro? In questo tempo e in questo luogo? In questa città?”
Caitlin riusciva a malapena a concepirlo. Provò ad immaginare di svoltare l'angolo e imbattersi casualmente in Gesù, per la strada. Il pensiero sembrava inconcepibile.
Caleb aggrottò il sopracciglio.
“Non lo so,” lui disse. “Non sento che lui è qui ora. Forse lo abbiamo mancato.”
Caitlin era esterrefatta al pensiero. Si guardò intorno con un nuovo senso di stupore.
Poteva essere lì? lei si chiese.
Era senza parole, e sentì un senso d'importanza persino maggiore della loro missione.
“Potrebbe essere qui, in questa epoca storica,” Caleb disse. “Ma non necessariamente a Nazareth. Ha viaggiato molto. Betlemme. Nazareth. Cafarnao—e Gerusalemme, naturalmente. Non so nemmeno di sicuro se siamo nella sua epoca esatta o meno. Ma se lo siamo, lui potrebbe essere ovunque. La Palestina è grande. Se fosse qui, in questa città, lo sentiremmo.”
“Che cosa vuoi dire?” Caitlin chiese, curiosa. “Come sarebbe?”
“Non so spiegarlo. Ma tu lo sapresti. E' la sua energia. E' diversa da qualsiasi altra cosa tu abbia vissuto prima.”
Improvvisamente, nella mente di Caitlin si formulò un pensiero.
“Lo hai davvero incontrato?” lei chiese.
Caleb scosse lentamente la testa.
“No, non da vicino. Una volta, ero nella stessa città, nello stesso tempo. E l'energia era sorprendente. Diversa da qualsiasi altra cosa abbia mai provato prima.”
Ancora una volta, Caitlin fu stupita da tutte le cose che Caleb aveva visto, di tutte le epoche ed i luoghi in cui era stato.
“Esiste un solo modo per scoprirlo,” Caleb disse. “Dobbiamo scoprire in che anno ci troviamo. Ma naturalmente, il problema è che nessuno ha cominciato a contare gli anni, proprio come facciamo noi, se non dopo molto tempo dalla morte di Gesù. Dopotutto, il nostro calendario annuale si basa sull'anno della sua nascita. E quando lui viveva, nessuno contava l'anno basandosi sulla nascita di Gesù—la maggioranza delle persone non sapeva nemmeno chi lui fosse! Perciò, se chiedessimo alla gente in che anno siamo, penserebbe che siamo pazzi.”
Caleb si guardò attentamente intorno, come se fosse alla ricerca di indizi, e anche Caitlin lo fece.
“Senso che lui si trova in questa epoca storica,” Caleb disse lentamente. “Non solo in questo luogo.”
Caitlin esaminò il villaggio con un nuovo rispetto.
“Ma questo villaggio,” lei disse, “sembra così piccolo, così umile. Non è come una grande città biblica, come avrei immaginato. Sembra solo una qualunque altra città del deserto.”
“Hai ragione,” Caleb rispose, “ma è qui che lui visse. Non era affatto un luogo grandioso. Era qui, in mezzo a queste persone.”
Continuarono a camminare e finalmente, svoltarono dietro un angolo, giungendo ad una piccola piazza posta proprio al centro della città. Era una semplice piazzetta, intorno alla quale c'erano piccoli edifici, e al centro era scavato un pozzo. Caitlin si guardò intorno e scorse pochi uomini anziani seduti all'ombra, appoggiati a bastoni, che guardavano in direzione della piazza cittadina, vuota e polverosa.
Si diressero verso il pozzo. Caleb si avvicinò e girò la manovella arrugginita; lentamente la corda rovinata dalle intemperie tirò su con un secchio d'acqua.
Caitlin si avvicinò anche lei, raccolse l'acqua fredda con le mani e si bagnò il viso. Era così rinfrescante nella calura. Si bagnò di nuovo il viso, poi si bagnò i lunghi capelli, e fece scorrere le mani dentro. Erano pieni di polvere ed erano unti, e l'acqua fredda sembrava il paradiso. Avrebbe dato di tutto pur di fare una doccia. Poi, si abbassò a prendere dell'altra acqua, e bevve. La gola era secca, e ciò fu un toccasana. Caleb fece lo stesso.
Alla fine si appoggiarono entrambi con la schiena al muro del pozzo, e si guardarono intorno. Non sembravano esserci edifici particolari, segnali speciali o indizi su dove recarsi.
“E ora dove si va?” lei chiese infine.
Caleb si guardò intorno, strizzando gli occhi al sole, tenendosi le mani sugli occhi. Sembrava non avere idee, proprio come lei.
“Non lo so,” lui disse piattamente. “Sono disorientato.”
“Nelle altre epoche e negli altri luoghi,” lui proseguì, “sembrava che chiese e monasteri contenessero sempre indizi. Ma in questa epoca storica, non ci sono chiese. Non c'è la cristianità. Non ci sono cristiani. Fu solo dopo la morte di Gesù, che le persone cominciarono a creare una religione in suo nome. In questa epoca storica, esiste una sola religione. La religione di Gesù: il giudaismo. Dopotutto, Gesù era ebreo.”
Caitlin provò ad elaborare il tutto. Era tutto così complesso. Se Gesù era ebreo, lei si rese conto, dunque questo doveva significare che doveva stare pregando all'interno di una sinagoga. Improvvisamente, ebbe un pensiero.
“Perciò allora, forse il miglior posto in cui cercare è dove Gesù pregava. Forse dovremmo cercare una sinagoga.”
“Penso che tu abbia ragione,” Caleb disse. “Dopotutto, l'altra unica religione praticata all'epoca, se vogliamo proprio definirla così, era il paganesimo—l'adorazione degli idoli. E sono certa che Gesù non pregherebbe in un tempio pagano.”
Caitlin si guardò di nuovo intorno nella città, strizzando gli occhi, cercando un qualsiasi edificio che sembrasse una sinagoga. Ma non ne trovò nessuno. Erano tutte semplici case.
“Non vedo niente,” lei disse. “Tutti gli edifici mi sembrano uguali. Sono solo tutte delle piccole case.”
“Nemmeno io,” Caleb esclamò.
Ci