le si avvicinò.
“Ho appena ricevuto due lamentele da parte dei piani alti su di lei” le disse.
Il cuore di Riley sprofondò. Sapeva bene che cosa intendesse Meredith per “piani alti”. Le lamentele provenivano dal Capo, l’Agente Speciale Carl Walder: un piccolo uomo spregevole, che l’aveva già sospesa più di una volta per insubordinazione.
Meredith brontolò: “Walder mi ha riferito di aver ricevuto una chiamata dal preside di un piccolo college.”
“Sì, il Byars College. Ma, se mi desse un momento per spiegare …”
Meredith l’interruppe di nuovo.
“Il preside ha detto che lei è entrata nel suo ufficio e ha fatto delle accuse insensate.”
“Non è esattamente ciò che è successo, signore” Riley osservò.
Ma Meredith proseguì.
“Walder ha anche ricevuto una chiamata dalla Deputata Hazel Webber. Lei ha detto che è andata in casa sua a molestarla. Le ha mentito, facendo riferimento ad un caso non esistente. E poi, ha assalito due membri del suo staff. Li ha minacciati con una pistola.”
Riley s’irritò all’accusa.
“Non è affatto ciò che è accaduto, signore.”
“Allora, che cos’è accaduto?”
“Era la pistola della guardia” disse d’impulso.
Non appena le parole uscirono dalla sua bocca, Riley realizzò …
Non è andata affatto bene.
“Stavo provando a restituirgliela!” aggiunse.
Ma comprese immediatamente …
Non è stato di alcun aiuto.
Ci fu un lungo silenzio.
Meredith fece un respiro profondo. Dopodiché disse: “Farebbe meglio ad avere una buona spiegazione per le sue azioni, Agente Paige.”
Riley fece anche lei un respiro profondo.
“Signore, si sono verificate tre morti sospette al Byars College, proprio durante questo anno scolastico. Sono state considerate come suicidi. Io non credo che lo siano.”
“Questa è la prima volta che ne sento parlare” Meredith osservò.
“Capisco, signore. E sono venuta qui proprio per parlargliene.”
Meredith rimase in silenzio, in attese di ulteriori spiegazioni.
“Un’amica di mia figlia aveva una sorella che frequentava il Byars College, Lois Pennington, al primo anno. La famiglia l’ha trovata impiccata nel garage domenica scorsa. La sorella non crede che si sia suicidata. Ho interrogato i genitori, e …”
Meredith gridò abbastanza forte da farsi sentire nel corridoio.
“Ha interrogato i genitori?”
“Sì, signore” Riley rispose tranquillamente.
Meredith si prese un momento per provare a tenere la sua rabbia sotto controllo.
“Occorre che le dica che questo non è un caso del BAU?”
“No, signore” Riley rispose.
“Infatti, per quanto io ne sappia, questo non è affatto un caso.”
Riley non sapeva che cosa aggiungere per controbattere.
“Allora che cosa le hanno detto i genitori della ragazza?” Meredith chiese. “Pensano che sia suicidio?”
“Sì” Riley rispose con una voce sommessa.
Ora Meredith non sembrava sapere che cosa dire. Scosse la testa con sgomento.
“Signore, so come può sembrare” Riley disse. “Ma il preside al Byars stava nascondendo qualcosa. Ed Hazel Webber mi ha mentito sulla morte della figlia.”
“Come fa a saperlo?”
“Lo so e basta!”
Riley guardò il capo in modo implorante.
“Signore, dopo tutti questi anni, senz’altro saprà che ho un buon istinto. Quando sento che mi parla, non sbaglio quasi mai. Deve fidarsi di me. C’è qualcosa che non va con la morte di queste ragazze.”
“Riley, lei sa che non è così che funziona.”
Riley rimase scioccata. Meredith raramente la chiamava per nome, solo quando era davvero preoccupato per lei. Sapeva che lui la stimava, apprezzava e rispettava, e quel sentimento era ricambiato.
Si poggiò contro la scrivania e sollevò tristemente le spalle.
“Forse ha ragione e forse no”, disse con un sospiro. “In ogni caso, non posso renderlo un caso del BAU soltanto per via del suo istinto. Deve esserci molto di più dietro.”
Meredith la osservò con un’espressione preoccupata.
“Agente Paige, ne ha passate tante ultimamente. Ha lavorato a casi pericolosi e il suo partner è stato avvelenato quasi a morte durante l’ultimo caso. E ha un nuovo membro della famiglia di cui occuparsi, e…”
“E che cosa?” Riley chiese.
Meredith fece una pausa, per poi aggiungere: “Le ho concesso delle ferie un mese fa. Sembrava pensare che fosse una buona idea. L’ultima volta che abbiamo parlato, mi ha persino chiesto di avere dell’altro tempo. Penso che sia la cosa migliore. Si prenda tutto il tempo necessario. Ha bisogno di ulteriore riposo.”
Riley si sentì scoraggiata ed abbattuta. Ma sapeva che non poteva opporsi. La verità era che Meredith aveva ragione. Non poteva in alcun modo aprire un caso sulla base di quello che gli aveva riferito. Specialmente non con un viscido burocrate come Walder, pronto a mettergli il fiato sul collo.
“Mi dispiace signore” rispose. “Andrò a casa immediatamente”.
Si sentì terribilmente sola mentre lasciava l’ufficio di Meredith, diretta all’esterno dell’edificio. Ma non era pronta a mettere da parte i propri sospetti. L’istinto era molto più forte al riguardo. Sapeva di dover fare qualcosa.
Seguiamo le priorità, pensò.
Doveva ottenere maggiori informazioni. Doveva provare che qualcosa non andava.
Ma come poteva farlo da sola?
*
Riley tornò a casa circa mezz’ora prima di cena. Andò in cucina e trovò Gabriela, che preparava un’altra delle sue specialità guatemalteche, gallo en perro, uno stufato speziato.
“Le ragazze sono a casa?” Riley chiese.
“Sí. Sono in camera di April a fare insieme i compiti.”
Riley si sentì un po’ sollevata. Almeno le cose a casa sembravano procedere bene.
“E Ryan?” Riley chiese.
“Ha telefonato. Farà tardi.”
Riley si sentì a disagio. Questo le ricordava i brutti momenti vissuti con Ryan. Ma si disse di non preoccuparsi. Il lavoro dell’uomo era impegnativo, dopotutto. E inoltre, il suo stesso lavoro la teneva lontana da casa più a lungo di quanto avrebbe voluto.
Andò di sopra, e si mise al computer. Fece una ricerca sulla morte di Deanna Webber, ma non trovò altro che le notizie che già conosceva. Poi, cercò delle informazioni su Cory Linz, l’altra ragazza che era morta. Anche in questo caso, trovò pochissime informazioni.
Allargò la ricerca ai recenti necrologi che menzionavano il Byars College, e presto ne vennero fuori ben sei. Uno di questi ricordava qualcuno che era morto in ospedale dopo aver perso una lunga battaglia contro il cancro. Degli altri, riconobbe le foto di tre giovani donne. Si trattava di Deanna