Блейк Пирс

Il Sussurratore delle Catene


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sono Raymond Alford, Capo della Polizia di Reedsport, New York. Abbiamo un vero problema qui. Le andrebbe bene fare una video chat? Penso che forse potrei spiegarmi meglio. E ho delle immagini che farebbe meglio a vedere.”

      Riley ne fu incuriosita e rispose: “Certamente”. Diede ad Alford le informazioni necessarie per contattarla. Pochi secondi dopo, parlava faccia a faccia con lui. Era un uomo snello e stempiato, che sembrava avere già una certa età. In quel momento, la sua espressione era ansiosa e stanca.

      “La scorsa notte, qui c’è stato un omicidio” Alford le disse. “Davvero un brutto omicidio. Le mostro subito.”

      Apparve una fotografia sullo schermo del computer di Riley. Mostrava quello che sembrava essere il corpo di una donna appeso con una catena sopra dei binari ferroviari. Il cadavere era avvolto in una moltitudine di catene, e sembrava essere abbigliato in modo strano.

      “Che cosa indossa la vittima?” Riley chiese.

      “Una camicia di forza” Alford le rispose.

      Riley era scioccata. Guardando più attentamente la fotografia, vide che era vero. Poi, la fotografia sparì, e Riley si trovò di nuovo di fronte il viso di Alford.

      “Capo Alford, apprezzo la sua preoccupazione. Ma che cosa le fa pensare che questo sia un caso per l’Unità d’Analisi Comportamentale?”

      “Perché la stessa cosa è avvenuta quasi cinque anni fa” l’uomo rispose.

      Apparve allora un’immagine di un altro cadavere femminile. Anche questa vittima era completamente incatenata e indossava una camicia di forza.

      “Allora si trattava di un’impiegata part-time della prigione, Marla Blainey. Il modus operandi è identico, tranne per il fatto che lei fu gettata sulla sponda del fiume, non appesa.”

      Riapparve il volto di Alford.

      “Stavolta, invece, si tratta di Rosemary Pickens, un’infermiera locale” la informò. “Nessuno riesce ad immaginare un movente, per nessuna delle donne. Erano entrambe benvolute.”

      Alford fece un profondo respiro e scosse la testa.

      “Agente Paige, io e i miei uomini siamo davvero in alto mare qui. Questo nuovo omicidio è opera di un serial killer o siamo di fronte ad un’emulazione.

      Il problema è che nessuno delle due opzioni ha senso. Non abbiamo questo tipo di problema a Reedsport.

      Siamo solo una piccola cittadina turistica sull’Hudson, con una popolazione di circa settemila abitanti. A volte, dobbiamo risolvere una rissa o tirare un turista fuori dal fiume. E questo il massimo è del crimine che in genere affrontiamo qui.”

      Riley ci pensò. In realtà, questo sembrava proprio un caso per il BAU e forse Alford si sarebbe dovuto rivolgere direttamente a Meredith.

      Ma, guardando in direzione dell’ufficio di Meredith, vide che non era ancora ritornato. Lo avrebbe aggiornato dopo. Nel frattempo, forse poteva essere di aiuto.

      “Quali sono le cause della morte?” lei chiese.

      “Gola squarciata, per entrambe.”

      Riley provò a non mostrarsi sorpresa. Uno strangolamento o un colpo secco erano molto più comuni dello squarcio.

      Questo sembrava un killer davvero insolito. Ma, nonostante tutto, era il tipo di psicopatico che Riley conosceva bene. Era specializzata in casi del genere. Era un peccato che non riuscisse a sfruttare le sue capacità ma, alla luce del suo recente trauma, non intendeva accettare questo incarico.

      “Avete portato via il corpo?” Riley chiese.

      “Non ancora” Alford disse. “E’ ancora appeso lì.”

      “Allora non prendetelo. Lasciatelo lì per ora. Aspettate l’arrivo dei nostri agenti.”

      Alford non sembrò contento.

      “Agente Paige, questo sarà difficile. E’ proprio vicino ai binari ferroviari, ed è visibile dal fiume. E la città non ha bisogno di questo tipo di pubblicità. Sono sottoposto a molta pressione.”

      “Lo lasci” Riley disse. “So che non è facile, ma è importante. Non ci vorrà molto. Questo pomeriggio arriveranno gli agenti.”

      Alford annuì silenziosamente.

      “Ha delle altre fotografie dell’ultima vittima?” Riley chiese. “Qualche primo piano?”

      “Certo, glieli mostro subito.”

      Riley si ritrovò a guardare una serie di foto dettagliate del cadavere. I poliziotti locali avevano fatto un buon lavoro. Le foto mostravano quanto le catene fossero strette ed avvolte in modo elaborato intorno al cadavere.

      Infine, giunse un primo piano del volto della vittima.

      Per Riley fu come se il cuore le uscisse fuori dalla gola. Gli occhi della vittima sporgevano, e la bocca era chiusa con una catena. Ma non fu quello a scioccare Riley.

      La donna somigliava molto a Marie. Era più vecchia e più pesante, ma, a parte questo, Marie avrebbe finito con l’assomigliarle molto se avesse vissuto per un altro decennio circa.

      Per Riley quell’immagine fu come ricevere un colpo al basso ventre. Fu come se Marie l’avesse chiamata, chiedendole di prendere il killer.

      Capitolo 4

      Peterson guidava la sua auto, ad un’andatura normale, felice di essere riuscito ad individuare la ragazza. Finalmente, l’aveva trovata. La figlia di Riley era lì e camminava da sola verso la scuola, senza neppure immaginare di essere seguita e di stare per morire.

      Mentre la guardava, la vide fermarsi improvvisamente e voltarsi, come se sospettasse di essere osservata. La ragazza restò ferma lì, come indecisa. Qualche altro studente le passò davanti, entrando nella scuola.

      Peterson continuò a guidare, aspettando di vedere la prossima mossa della giovane.

      Non che a lui importasse di lei in modo particolare.

      Il vero bersaglio della sua vendetta era Riley, la donna che aveva rovinato tutto e doveva pagare. Lo aveva già fatto, in un certo senso; in fondo lui aveva spinto Marie Sayles al suicidio. Ma ora, doveva portarle via la ragazza, che era la persona che contava di più per la donna.

      La ragazza, con sua grande gioia, cominciò a tornare indietro e ad allontanarsi dalla scuola. Sembrava che avesse deciso di non andarci quel giorno.

      Il cuore dell’uomo batteva forte, voleva catturarla. Ma non poteva. Doveva sforzarsi di essere paziente. C’erano ancora altre persone in giro.

      Peterson proseguì e girò intorno all’isolato, forzandosi a pazientare, mentre a stento tratteneva il sorriso, pregustando la gioia dell’azione. Quello che aveva in mente per la figlia avrebbe fatto soffrire Riley in un modo che non pensava possibile. Inoltre, per quanto allampanata e goffa, la ragazza assomigliava molto a sua madre e questo gli avrebbe dato ancora più soddisfazione.

      Mentre girava intorno all’isolato, vide che la ragazza stava camminando a passo svelto lungo la strada. Si fermò e rimase ad osservarla per alcuni minuti; infine la vide incamminarsi per una strada, che conduceva fuori città. Se fosse tornata a casa da sola, quello sarebbe stato il momento perfetto per rapirla.

      Col cuore che batteva forte, pregustando il piacere della vendetta, Peterson girò intorno ad un altro isolato con la sua auto.

      Bisognava saper rinviare certi piaceri, Peterson lo sapeva, per cogliere il momento giusto. Una gratificazione rinviata rendeva tutto più piacevole. Lo aveva imparato in anni di crudeltà perpetrata per il suo piacere.

      Vale davvero la pena di aspettare, pensò con soddisfazione.

      Quando tornò indietro e la vide di nuovo, Peterson scoppiò in una sonora risata. Stava facendo l’autostop! Dio era con lui quel