via dell’aria fredda.
“L’albero di Natale!” dichiarò.
Daniel guidava. Il tempo non era ancora cambiato del tutto, anche se faceva molto più fresco di prima. Non c’era neanche ghiaccio, il che era normale in quel periodo dell’anno. Emily era grata che il tempo avesse retto finora. Voleva dire che Evan, Clyde e Stu erano stati in grado di lavorare all’isola spediti.
Il vivaio di alberi di Natale era piuttosto fuori da Sunset Harbor. Potevano, certo, andare semplicemente al deposito di Ellsworth, ma quella sarebbe stata difficilmente un’esperienza magica per Chantelle! Perciò andarono ancora più in là, a quello di Taunton Bay.
Mentre percorrevano la stradina accidentata e piena di buche che conduceva al vivaio, Emily vide che era valsa la pena di fare quel viaggio extra. Il vivaio era enorme, e grazie al versante spiovente che correva giù dalla strada fino al lago avevano un panorama fantastico degli alberi.
“È come un’intera foresta di Natale,” disse Chantelle, meravigliata.
Daniel posteggiò nel parcheggio arrangiato, che in realtà era solo un appezzamento di terra raso coperto di fieno perché non si formasse il fango. C’era una piccola casa in pannelli di legno da un lato, con un cartello fatto a mano che proclamava: alberi di Natale!
Emily guardò Patricia sul sedile posteriore, accanto a Chantelle. Aveva addosso la sua solita espressione altezzosa, e scrutava fuori dal finestrino con un’espressione spaventata in vista del terreno sul quale stava per mettere piede. Ma teneva a freno la lingua, ed Emily sorrise tra sé. Quella, di per se stessa, era una piccola vittoria.
Smontarono tutti dal pick-up, proprio nello stesso momento in cui si aprì la porta della casa. Ne uscì un uomo, che li salutò con la mano. Sembrava molto allegro, con una pancia rotonda. Emily si chiese se non avesse mai preso in considerazione l’idea di fare Babbo Natale; sicuramente ne aveva l’aria.
“Salve, gente!” disse sorridendo apertamente. “Io sono Terry. Siete venuti per prendervi un albero?”
“Certo che sì,” disse Daniel.
Chantelle corse dall’uomo. “A dire il vero ce ne servono cinque. Abbiamo una locanda, sai, e un ristorante e una spa, e a tutti serve un albero. Così come alla sala da ballo.”
“E se cominciassimo con uno solo?” propose Emily pensando al fatto che non c’erano ospiti alla locanda in quel momento che avrebbero potuto godersi gli alberi. “Poi, se ce ne serviranno altri, potremmo tornare qui a fare un altro giro.”
La cosa parve piacere a Chantelle, che annuì.
Terry mostrò loro gli strumenti di cui avrebbero avuto bisogno, poi lo salutarono e si inoltrarono nella foresta di alberi. Emily pensò al vivaio che avevano visitato l’anno precedente, che era molto pieno, gestito più come un parco divertimenti, con giri in trattore e cioccolata calda in vendita. Le piaceva di più questa esperienza essenziale, soprattutto dato che nel momento in cui entrarono nella foresta tutto si fece molto tranquillo.
“È come se fossimo le uniche persone al mondo,” disse, le mani a cullare protettivamente il pancione.
Si guardò indietro per vedere come se la stesse cavando Patricia. Nonostante camminasse sulle punte e avesse un’espressione leggermente sparuta, non si lamentava per nulla. Emily si chiese se magari non si stesse divertendo, pur essendo troppo orgogliosa per ammetterlo.
“Nonna Patty,” disse Chantelle correndo da lei e afferrandole la mano. “Penso che ce ne siano di davvero, davvero verde scuro qua. Vieni!”
Emily sorrise tra sé guardando la figlia trascinare sua madre. Non riuscì a riportare alla memoria un momento in cui Patricia fosse stata così accondiscendente, così disposta a unirsi a un’attività. Chantelle chiaramente la stava contagiando.
Daniel le mise un braccio attorno alle spalle, avvicinando i loro corpi.
“È meraviglioso, vero?” le disse. “Adoro come si fa prendere dall’entusiasmo per queste cose. Non vedo l’ora di vedere quanto le piacerà l’Hanukkah.”
“Che giorno comincia quest’anno?” gli chiese Emily.
“Il sedici.”
“Quindi dopo l’arrivo di Charlotte?” chiese, con un largo sorriso, pensando al fatto che avrebbe avuto in casa una neonata durante quel meraviglioso momento dell’anno, quando tutti celebravano qualcosa.
“Magari persino il primo giorno,” disse, sorridendo. “Non sarebbe adorabile?”
Emily annuì. Sarebbe sicuramente stato delizioso per Daniel che sua figlia nascesse in un giorno così significativo.
Proprio allora udirono Chantelle chiamarli tra gli alberi.
“Mamma! Papà! L’abbiamo trovato!”
Si sorrisero l’uno con l’altra, poi arrancarono verso la voce. Chantelle si trovava accanto a un meraviglioso albero dagli aghi più scuri che Emily avesse mai visto. Era anche meravigliosamente simmetrico, il tipo di albero perfetto che sarebbe stato usato per le riviste. E, ovviamente, era enorme.
“L’ha scelto nonna Patty,” disse Chantelle guardando fieramente Patricia.
“Adesso?” chiese Emily, contenta di vedere che le due stavano legando.
Persino Patricia sembrava tranquillamente contenta.
“In questo caso,” disse Daniel, “Il primo colpo lo deve dare la nonna Patty.”
“Oh, Signore, no,” disse Patricia scuotendo le mani quando Daniel le offrì la sega.
“Sì!” esclamò Chantelle saltando su e giù, battendo le mani. “Ti prego, nonna Patty! È davvero divertente. Ti prometto che ti piacerà.”
Patricia esitò, poi alla fine cedette. “Oh, allora va bene. Se insistete.”
Prese la sega e fissò l’albero come fosse un nemico. Daniel si curvò in avanti e le scostò gli ampi rami da davanti, esponendo il tronco che lei avrebbe dovuto tagliare. Patricia si accovacciò, in un chiaro tentativo di evitare di toccare il terreno fangoso col ginocchio. Emily non poté evitare di ridere tra sé e sé. Sua madre sembrava una rana!
Patricia si avvicinò e segò il tronco dell’albero. Lanciò un gridolino, esultò, e si voltò a guardare la famiglia che la osservava.
“Hai ragione,” disse a Chantelle. “È davvero divertente!”
Emily rise sonoramente. Appena pochi giorni nel Maine con la sua famiglia e Patricia aveva mangiato una smores e tagliato un albero!
A quel punto arrivò Terry con il trattore e vi caricò su l’albero.
“Tutti a bordo,” disse.
Montarono tutti su con l’albero, ma Patricia non si mosse. Sembrava sconvolta.
“Volete che salga su quel coso?”
Chantelle saltò su e giù sulla panca di legno. “È divertente! Devi fidarti di me!”
“Ho scelta?” chiese Patricia.
Chantelle scosse la testa, ancora sorridendo esageratamente.
Patricia sospirò e salì sul rimorchio del trattore.
Quando si furono tutti sistemati, Terry li riportò alla loro macchina e aiutò Daniel ad assicurare l’albero, davvero grosso, sul tettuccio del furgoncino. Poi lo pagarono e lasciarono il vivaio, tutti euforici.
“Non vedo l’ora di addobbarlo,” disse Chantelle. “Ci aiuti, nonna Patty?”
Patricia annuì. “Sì, ma dopo dovrò partire. Okay?”
Chantelle mise il broncio, un pochino triste. “Se proprio devi. Però mi è piaciuto averti qui. Tornerai per Natale?”
Emily osservò la madre sullo specchietto retrovisore. Non riusciva proprio a ricordare l’ultima