utile in futuro.” rispose Titus.
“Quindi vuoi che gli faccia il lavaggio del cervello così righerà dritto per il resto della sua vita?”.
Titus alzò un sopracciglio “Non è una cattiva idea… convincilo che fa parte del mio branco e che quello di Luca è il branco nemico. Poi, se non ti dispiace, vorrei che facessi la stessa cosa con le altre quattro guardie che abbiamo preso.”.
“Potresti provare la sua lealtà e poi rimandarlo da Luca come spia.” suggerì Damon, sapendo che Titus poteva sentirlo.
L’altro esitò prima di premere di nuovo il pulsante “Potrò fidarmi di lui completamente?”.
“Alicia?”. Damon sorrise compiaciuto, sapendo che lei, in realtà, moriva dalla voglia di costringere quel tipo a cavarsi gli occhi da solo e ingoiarsi la lingua.
“Sì, ho capito.” rispose lei con un sorriso impertinente.
Titus sorrise soddisfatto quando Alicia aggiunse un paio di regole personali… visitare un locale per motociclisti gay nelle serate libere e non sentirsi mai più attratto da una femmina di nessuna razza.
“Accidenti.” disse Micah con un sorriso smagliante.
“Non ho mai visto niente di simile.” mormorò Tasuki.
Micah sogghignò “Benvenuto nel nostro mondo. Questo non è niente in confronto alle altre cose che succedono qui.”.
“Sembra che abbia finito.” disse Titus, e si scostò dal muro proprio quando la porta si aprì.
“È andata bene?” chiese Alicia con un sorriso.
“Tutto perfetto come sempre.” la elogiò Micah.
“Ti porto al distretto così puoi lavorare sugli altri.” le ricordò Titus, guardando Damon per la sua approvazione.
Alicia si avvicinò e diede un altro abbraccio a Micah. “Grazie per avermi permesso di dare una mano. È stato davvero bello sentirsi utile perciò, se prendete altri cattivi che potrebbero essere raddrizzati, fammelo sapere.”. Si divincolò rapidamente dal suo abbraccio e seguì con impazienza Titus fuori dalla porta.
Micah sorrise mentre lei si allontanava, ma la sua espressione svanì quando vide Damon che lo fissava. Con un sospiro pesante, scosse la testa e roteò gli occhi prima di allontanarsi da lui. Micah si appoggiò al falso specchio per dare un’occhiata al lupo mannaro e rimase sorpreso quando una piccola crepa apparve all’improvviso proprio davanti ai suoi occhi.
Tasuki fece un passo indietro quando vide una sfumatura dorata nei suoi occhi. Vedere quegli occhi risvegliò i suoi ricordi e la visione dell’uomo dagli occhi dorati, che Kyoko aveva chiamato ‘angelo’, tornò a perseguitarlo. I rumori nella stanza svanirono e Tasuki scacciò la visione quando Micah diede un pugno al falso specchio. Il vetro andò in frantumi, facendo sussultare il lupo mannaro ancora rinchiuso nella stanza degli interrogatori.
“Calmati.” disse piano Tasuki.
Micah scosse la testa “Tiene Alicia lontana dalla sua famiglia e pensa che tutti vogliano portargliela via.”.
Tasuki lasciò la stanza e si diresse verso la sala pausa, dritto alla macchina del caffè. Aveva la sensazione che, con tutti quei ricordi, dormire sarebbe stata probabilmente una pessima idea. Erano due giorni che non dormiva… uno in più non avrebbe fatto differenza. Non era impazzito all’improvviso, anzi… solo chi è sano di mente può resistere.
Dopo alcuni minuti di totale silenzio, Tasuki si diresse verso le celle di detenzione ma si fermò quando la porta d’ingresso si aprì e vide Titus che sorrideva.
“Damon sembra andare un po’ di fretta, perciò sta ‘riprogrammando’ tre guardie mentre Alicia lavora sull’ultima.” disse.
“Ovviamente.” borbottò sarcasticamente Micah dalla stanza degli interrogatori.
Tasuki ignorò il commento. “Che mi dici del “motociclista gay” là dentro?” chiese, facendo cenno verso la stanza degli interrogatori in cui il lupo mannaro era ancora incatenato alla sedia.
“Stiamo per trasferire lui e le altre guardie nel carcere più grande all’altro capo della città. Peccato che avranno la meglio sull’autista e fuggiranno lungo il tragitto.” rispose Titus con un sorrisetto.
Tasuki si accigliò “E se Luca sospetta di loro?”.
“Se lasciassimo andare una sola guardia, allora sì… Luca sarebbe molto sospettoso. È per questo che li lascio fuggire tutti. Probabilmente Luca gli darà una promozione per esserci riusciti.” rispose Titus, ringraziando dentro di sé Damon per l’idea. “A proposito, mi serve un favore.”.
“Cioè?” chiese Tasuki.
Titus estrasse dalla tasca la boccetta di spray vuota “Fermati al The Witch’s Brew e prendi un’altra boccetta di questa roba.”.
Tasuki la prese e notò le sue piccole dimensioni “Vuoi che ne prenda più di una?”.
“Non è una cattiva idea.” rispose Titus, poi girò la testa quando sentì Micah ringhiare. “È meglio se entro e gli do qualcosa da fare, prima che sfoghi le sue frustrazioni su quel poveretto.”.
Capitolo 5
Jade sussultò quando sentì il rumore di vetri rotti e aprì appena gli occhi. Aspettandosi di vedere la gabbia in cui era rinchiusa da un mese, si sentì confusa per un momento quando si ritrovò su una branda. Era stata drogata di nuovo… non sapeva altro. Ricordava ancora la puntura del dardo tranquillante con cui era stata colpita.
Inspirò lentamente, annusando l’aria per capire l’ambiente circostante. Gli odori erano diversi, lì… erano più puliti, non cattivi come nel magazzino in cui si trovava prima.
Quando gli effetti del tranquillante svanirono e la vista iniziò a schiarirsi, Jade notò che le sbarre erano diverse e sembravano più lontane. Rimanendo immobile per non far capire di essere sveglia, spostò lo sguardo quel tanto che bastava per vedere che aveva ragione… era in una cella di prigione invece che nella sua gabbia. Non era un grande salto di qualità ma, almeno, avrebbe potuto allontanarsi abbastanza dalle sbarre se le si fossero avvicinati di nuovo con quel dannato pungolo per bestiame.
Sentiva voci smorzate in lontananza e rimase immobile, in attesa che tutti i suoi sensi si riprendessero completamente per capire cosa stessero dicendo. Riconobbe l’odore dell’umano che voleva liberarla dalla gabbia e si sentì rincuorata dalla sua presenza. Non aveva percepito né paura né preoccupazione in lui.
Arricciò leggermente il naso quando, nelle immediate vicinanze, sentì l’odore di una delle guardie del magazzino, ma non era niente in confronto all’inconfondibile odore di un alfa. Represse un ringhio, lei odiava tutti gli alfa per una buona ragione… era finita in quel casino per la presunzione di alcuni di loro, tanto per cominciare.
Attraverso le palpebre socchiuse vide uno degli uomini, l’alfa ovviamente, uscire da una stanza sulla destra e passare davanti alla sua cella. Ricordò di averlo visto accanto al vecchio lupo che le aveva sparato con la pistola tranquillante. Sentendo il suo forte odore dovette trattenere di nuovo un ringhio. Probabilmente era stato lui a ordinare di sedarla.
Non lontano c’era il maschio umano. Jade trattenne il respiro quando lui si fermò a guardarla e sospirò, per poi proseguire.
“Portalo fuori da qui.” ordinò Titus. “E cerca di non litigare con Damon se è ancora nei paraggi. Lui e tua sorella ci sono stati di grande aiuto.”.
Jade aspettò mentre sentiva dei movimenti e una voce nuova che borbottava qualcosa a proposito di una vacanza, prima che i passi iniziassero a muoversi verso la sua cella. Vide prima il felino… un maschio dall’aspetto possente, con capelli biondo cenere e degli strani occhi blu, che camminava insieme a una delle guardie del magazzino.
Tutto intorno a lei sembrava appartenere alle forze dell’ordine, eppure il suo rapitore era libero mentre lei era ancora rinchiusa. Incapace di controllare la propria reazione, Jade saltò giù dalla branda e caricò le sbarre che li separavano.
“No!”