trovò d’accordo riguardo al trattamento che doveva aver subito da Luca. La sua pelliccia, così scura e bella, in alcuni punti era sporca e opaca, segno che non tornava nella sua forma umana da un bel po’. I cuscinetti delle zampe erano graffiati e ruvidi, ed erano visibili anche alcuni segni di escoriazione da pungolo per bestiame.
Sapeva perché si era rifiutata di trasformarsi e ammirava la sua testardaggine. Se l’avessero catturata nella sua forma umana… l’avrebbero violentata. Aveva usato l’unica arma che aveva contro di loro… cioè il fatto che una femmina di lupo mannaro non può rimanere incinta nella sua forma animale. Ciò non dimostrava soltanto la sua forza di volontà ma anche la sua intelligenza.
Mantenendo il controllo, Titus uscì dalla cella e chiuse la porta a chiave. Al suo risveglio sarebbe stata ancora di pessimo umore ma, almeno, quella cella era molto meglio della gabbia in cui l’avevano fatta entrare.
“Non dovremmo iniziare ad interrogare la guardia che abbiamo preso e vedere se sa dove tengono gli altri ostaggi?” chiese Tasuki mentre si avviava verso la stanza degli interrogatori.
Titus stava per rispondere quando uno degli agenti che non aveva partecipato al raid entrò dalla porta principale e si diresse verso le celle.
“Philip, dove diavolo stai andando?” gli chiese Titus.
L’agente, uno dei lupi più giovani della squadra, si bloccò e sorrise timidamente. “Non ho partecipato alla missione, perciò volevo vedere se era già tornata in forma umana.”.
Micah diede una gomitata a Tasuki “Capisci cosa intendevo?”.
L’altro si accigliò e incrociò le braccia sul petto “Purtroppo sì.”.
La motivazione dell’agente mise in allarme Tasuki, facendolo infuriare di nuovo. Se la lupa fosse tornata nella sua forma umana non avrebbe avuto alcuna privacy, poiché si sarebbe ritrovata nuda. Ciò era la prova che Micah aveva ragione riguardo all’istinto dei lupi.
“È un essere vivente come te, non uno spettacolino a luci rosse.” ringhiò Tasuki, prima di precipitarsi nella stanza degli interrogatori.
“Quel ragazzo ha fegato, devo ammetterlo.” mormorò Micah.
Titus, perplesso, si rivolse a Phillip “Penso che tu abbia avuto la tua risposta. Manterrete tutti le distanze da questo dipartimento fino a nuovo ordine… chiaro? Anzi, perché non sorvegli tu la porta e ti assicuri che a nessun altro venga la tua stessa idea?”.
“E cosa dico?” chiese Phillip stupidamente, poi indietreggiò subito di alcuni passi quando Titus si diresse verso di lui.
“Di’ loro che staccherò la testa io stesso al primo idiota che ficca il naso oltre quella porta.” tuonò Titus. Poi lanciò un’occhiataccia a Phillip, che praticamente inciampò nei suoi stessi passi mentre si affrettava a uscire.
“Ti hanno mai detto che sei un alfa da paura?” gli chiese Micah, poi rise e gli diede una pacca sulla spalla.
L’altro scosse la testa e disse “Forse dovremmo bloccare tutte queste porte e finestre, nel caso in cui si presenti qualche lupo coraggioso. Non voglio distrazioni dopo che avremo iniziato con quell’idiota incatenato nell’altra stanza.”.
“Forse dovremmo interrogarlo a turno, in modo che qualcuno sarà sempre qui a sorvegliarla.” propose Micah. “Però adesso, se non seguiamo Tasuki, penso che si sfogherà sul nostro uomo.”.
Titus alzò un sopracciglio “Buona idea.”.
Nella stanza degli interrogatori, Tasuki si afferrò allo schienale della sedia e fissò il lupo mannaro dall’altra parte del falso specchio. Chiuse gli occhi, incapace di impedire che quel maledetto ricordo tornasse a perseguitarlo. Era l’ultimo sogno che aveva fatto su di lei… ed era stata anche l’ultima volta che aveva dormito.
C’era una gabbia al centro di un’enorme caverna e Kyoko era intrappolata all’interno. Nel sogno era stata portata via da un mostro. Tasuki girava freneticamente attorno alla gabbia, alla ricerca del chiavistello per aprirla, ma c’erano solo sbarre di ferro. Aveva promesso di salvarla… ma come avrebbe potuto farlo se non c’era neanche una dannata porta?
Aveva alzato lo sguardo e incrociato quello di Kyoko proprio mentre un paio di mani uscivano dall’oscurità e lo trascinavano verso la morte… lui ricordava di essere morto.
Tasuki aprì gli occhi mentre il ricordo svaniva. Non importava quante volte avesse fatto quel sogno, finiva sempre allo stesso modo… lui moriva e Kyoko rimaneva intrappolata nella gabbia. Si passò una mano tra i capelli, cercando di riprendersi. Non importava quanto fossero reali i ricordi dei suoi sogni… erano solo nella sua testa ed era lì che dovevano rimanere.
Guardando il rapitore nell’altra stanza, decise di sfogare la propria rabbia sui veri mostri che provavano gusto nel tenere in gabbia le ragazze. Perché no? Non aveva niente di meglio da fare.
Micah seguì Titus nella stanza e trovò Tasuki appoggiato ad una sedia, a fissare la guardia sotto custodia attraverso il falso specchio. Se gli sguardi avessero avuto il potere di uccidere, adesso quel tipo non sarebbe stato altro che una macchia di sangue sulla sedia.
“Possiamo far passare la corrente elettrica attraverso quella sedia e farlo ballare un po’?” chiese Tasuki… non proprio scherzosamente.
“Idea allettante, ma no.” rispose Titus. “La ragione per cui Phillip era venuto ha sollevato una questione importante.”.
Tasuki annuì “Dovete procurarle dei vestiti nel caso in cui si svegli e decida di trasformarsi.”. Guardò i suoi compagni quando nessuno dei due si mosse. “Magari l’agente donna che ha partecipato al raid ha dei vestiti di ricambio nell’armadietto. Volete che vada a controllare?”.
“No, è impegnata con le altre ragazze che devono essere visitate da un medico.” lo informò Micah, poi si strofinò il mento quando gli venne in mente una soluzione ad entrambi i suoi problemi. “Ho un’idea.”.
“Sarebbe la prima volta.” disse Titus, poi sorrise quando l’altro gli diede una gomitata.
“Ah-ah.” borbottò Micah. “Stavo dicendo… chiamo Alicia e le chiedo di portarci dei vestiti.”.
“Chi è Alicia?” chiese Tasuki.
“Sua sorella minore.” lo informò Titus. “Micah è un po’ di cattivo umore da quando lei si è messa con un Dio del Sole.”.
“Dio del Sole?!” esclamò Tasuki confuso. Questa gli era nuova, eppure non capiva il perché della propria sorpresa. Pensava di esserci abituato, ormai.
“Smettila di spifferare gli affari miei.” brontolò Micah, e tirò fuori il suo cellulare. Mentre componeva il numero sospirò, sapendo che Titus aveva ragione. Ultimamente era proprio giù di morale, gli mancava sua sorella e Damon si stava comportando da coglione, tenendola rinchiusa per giorni. Quello era un’ottima scusa per vederla e capire se era ancora felice con Mister Possessivo.
“E tu chiederesti ad Alicia di attraversare l’intera città solo per portarci dei vestiti?”. Titus alzò un sopracciglio. “Sei così disperato?”.
“Che diavolo è un Dio del Sole?”. Tasuki voleva davvero saperlo, per poterlo aggiungere alla sua crescente lista immaginaria di cose strane.
Micah stava per premere il tasto verde quando Titus aveva messo in dubbio le sue motivazioni. Pensando alla svelta, trovò subito una scusa addirittura migliore.
“In realtà, penso che potremmo prendere due piccioni con una fava.” sogghignò. “Alicia mi ha detto che Damon le sta insegnando a lanciare l’incantesimo di obbedienza sulle persone.”.
Indicò l’uomo dall’altra parte dello specchio. “Potremmo pestare a sangue quel demente e non ottenere niente di più di quanto otterrebbe Alicia con un paio di semplici domande. E poi, deve per forza dire la verità… non abbiamo modo di sapere se ci sta sviando per pararsi il culo con Luca.”.
“E va bene.” Tasuki sospirò, accettando il fatto di essere completamente ignorato. “Sono sicuro che alla fine lo scoprirò da solo.”.