Amy Blankenship

Pioggia Di Sangue


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cretinate. Aveva avuto a che fare con parecchie figure potenti e, per quanto ne sapeva, nessuna di esse era capace di viaggiare indietro nel tempo.

      «Sta a te decidere a cosa credere.» disse Storm scrollando le spalle, sapendo già cosa sarebbe successo. «Se accetti di entrare nel PIT, avrai l’opportunità di vederlo con i tuoi occhi.».

      Vincent scosse la testa, «Neanche per sogno. Puoi anche riportarmi dov’ero.».

      Storm aveva l’aria preoccupata e non prestò attenzione al suo rapido rifiuto. «Nasconderti tra i demoni non cancella la tua vera natura. Un tempo eri un Cavaliere in uno dei regni più potenti della storia e hai salvato molte vite. Hai protetto i deboli dagli oppressori e, perfino in punto di morte, hai continuato ad affrontare un demone che sapevi di non poter battere... tutto perché volevi proteggere un ragazzino indifeso.».

      «E tu come diavolo fai a saperlo?» mormorò Vincent, mentre quel vivido ricordo gli balenava nella mente.

      «Forse capirai meglio se mi presento per bene.» disse Storm, poco prima di sparire.

      Vincent sussultò quando Storm gli apparve accanto all’improvviso stringendogli un braccio, e il paesaggio cambiò di nuovo. Erano tornati al museo, nascosti in un’alcova buia. Guardò verso la sala principale e vide che i demoni si stavano ancora preparando per l’asta che, ovviamente, non era ancora avvenuta.

      Indietreggiò istintivamente quando David entrò nella sala con gli stessi demoni che lo avevano torturato... poteva persino vedere il proprio sangue fresco sulle loro mani.

      Il museo svanì all’improvviso e apparve di nuovo l’ufficio. «Mi chiamo Storm e sono un Viaggiatore nel Tempo. Per fare un controllo approfondito su qualcuno, vado semplicemente a verificare di persona.».

      Vincent rimase a bocca aperta, combattuto tra lo stupore e il desiderio di tornare da Lacey. Un Viaggiatore nel Tempo... il PIT... quella città era diventata interessante.

      «Ti rendi conto che continui a cercare di proteggere chi è più debole di te? È la tua natura. Facciamo un patto.» propose Storm, senza provare alcun rimorso per aver infranto la sua stessa regola sul fare accordi, dal momento che nessuno di loro due era un demone. «Se accetti di unirti a noi, vado a prendere Lacey. In fin dei conti... lei è già un membro del PIT e il suo posto è qui.».

      Vincent non ci pensò due volte. Onestamente... che aveva da perdere, a quel punto?

      Capitolo 2

      Ren mise una mano dietro la schiena di Lacey e la tirò a sé, sentendo il suo calore fluirgli deliziosamente lungo la coscia. Spinse la propria erezione contro la sua mano e intensificò il bacio, ringhiando e muovendosi ad un ritmo erotico che lei assecondò volentieri. La maggior parte dei demoni era andata via, riducendo così il suo picco di potere paranormale, ma non le avrebbe rivelato quel piccolo segreto perché era preso da altre emozioni.

      Lacey si fermò quando si rese conto di non sentire più i brividi lungo la spina dorsale, erano stati i demoni fuori dalla finestra a provocarli. Pensare ai demoni ebbe un effetto domino su di lei... le fece ricordare che, solo pochi istanti prima, Vincent era scomparso misteriosamente. La scena le balenò nella mente, facendola sussultare.

      Nel momento in cui smise di muoversi e di baciarlo con trasporto, Ren si scostò un po’ per guardarla negli occhi. Vedendo la sua espressione spaventata, abbassò la gamba e fece scivolare Lacey contro il proprio corpo finché non fu in piedi, costretta ad aggrapparsi alle sue spalle per non perdere l’equilibrio.

      «Stavo solo cercando di farti calmare.» gli disse lei senza fiato. Adesso che le sue cosce erano di nuovo in fiamme, sperava che le tornassero quei brividi gelidi. Cercando di distrarsi, guardò il punto in cui prima si trovava Vincent. «Dov’è finito Vincent?».

      Ren si passò una mano tra i capelli quando si rese conto che Lacey l’aveva baciato soltanto per distrarlo. Sospirò e cercò di ignorare che, al piano di sotto, Nick e Gypsy ci stavano dando dentro come conigli. Serrò le labbra, probabilmente stava ancora assorbendo il potere degli altri membri del PIT, visto che i demoni sembravano spariti.

      «Lo ha portato via Storm.» le disse, come se non potesse fregargliene di meno.

      Si rifiutò di scostarsi, costringendola a scivolare tra lui e la finestra. Ren guardò l’impronta insanguinata sulla finestra, poi spostò lo sguardo per seguire i movimenti di Lacey.

      «Portato dove?» sussurrò lei, dandogli le spalle. Sentì un brivido quasi impercettibile quando lui le si avvicinò furtivamente da dietro.

      Ren le poggiò le labbra all’orecchio e sussurrò a sua volta, con voce roca: «Ho sentito che l’Inferno è bello da visitare, in questo periodo. Magari Storm l’ha portato lì per una bella vacanza.».

      «O magari l’ha solo portato al castello.» ribatté Lacey a voce un po’ troppo alta, girandosi subito verso di lui. Dannazione, le aveva fatto tremare le ginocchia. «Avrebbe potuto darci un passaggio.» borbottò, sentendo le proprie guance andare in fiamme mentre si chiedeva se Storm avesse visto il suo slancio sessuale verso Ren e avesse deciso di non interromperli.

      «Come mai tanta fretta?» le chiese Ren, non era ancora pronto a farla ricongiungere con il suo caro defunto. Non riuscì a nascondere un sorrisetto realizzando che avrebbe potuto trasformare quel pensiero in realtà tutte le volte che voleva, visto che quel cretino resuscitava sempre.

      Lacey abbassò lo sguardo, risentendo accidentalmente Gypsy e Nick. Sentì il calore riaffiorarle sulle guance. «In negozio c’è solo un letto e penso che sia occupato. E poi voglio assicurarmi che Vincent stia bene.».

      «Vincent sta bene.» la informò Storm dopo averli teletrasportati nell’ufficio del castello prima ancora che lei finisse la frase. Si teletrasportò velocemente dietro la scrivania, lontano dalla rabbia di Ren per essere stato interrotto. Non era colpa sua se Vincent rimase impavidamente nella zona di pericolo.

      «Venticinque minuti e tredici secondi.» disse Vincent, guardando dritto verso Ren.

      «Cioè?» sbottò Ren, sentendo la rabbia aumentare adesso che aveva di nuovo l’idiota davanti agli occhi.

      «Ecco quanto ci vuole per resuscitare dopo un collo spezzato.» disse Vincent sogghignando. «Scusa se ti ho rovinato la sorpresa.».

      «Ren non era in sé.» disse Lacey mettendosi tra loro, ma il fatto che desse le spalle a Ren la diceva lunga su chi stesse difendendo.

      Vincent osservò il ghigno che apparve lentamente sulle labbra del succubo... peccato che Lacey non potesse vederlo. Bene, lui sapeva come accendere la miccia quando le cose si scaldavano. «Presumo che Ren non sia in sé molto spesso, visto che è un succubo e gira in una città infestata da demoni. Io non mi fiderei neanche lontanamente di lui.».

      «Beh, peccato che stasera ci ha salvati entrambi.» rispose Lacey caparbiamente.

      «Io non ho bisogno di essere salvato... hai dimenticato il mio piccolo difetto?» tuonò Vincent, avvicinandosi per guardarla negli occhi. La vide inspirare a bocca aperta e si pentì all’istante della propria bravura nel ferirla.

      La sua espressione si addolcì quando la vide allungare una mano per sfiorargli una guancia ma, quando invece riecheggiò uno schiaffo nella stanza, si accigliò di nuovo. Beh... magari se lo meritava, eppure non riusciva a capire il perché.

      «Questo è per esserti ucciso davanti ai miei occhi, idiota senza cuore.» disse Lacey duramente, prima di aggiungere un po’ più forte: «E solo perché non te lo ricordi non vuol dire che ti perdono.».

      «Ne prendo atto.» rispose sarcasticamente Vincent quando lei si voltò di scatto e si diresse verso la scrivania dov’era seduto Storm.

      Lacey poggiò i palmi sulla scrivania e si sporse verso di lui sussurrando: «Scusa... non dovevo dire niente a riguardo, vero?».

      Storm cercava disperatamente di guardarla negli occhi ma continuava a vedere comunque la sua scollatura per il modo in cui si era chinata, con quell’abito sexy che lui stesso aveva