Juan Moisés De La Serna

Depressione


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affinché recuperi uno stato d’animo “normale”, come prima di soffrire di disistima. Tra le terapie psicologiche utilizzate:

      – Psicoterapie cognitive, orientate a fornire gli strumenti necessari per far fronte alle necessità quotidiane, per combattere i pensieri negativi su sé stessi, sul mondo che ci circonda o sul futuro (pilastri del pensiero depressivo).

      – Psicoterapie comportamentali, per aumentare l’attività del paziente, fornendogli esperienze soddisfacenti, incrementando così la sua autostima e la sensazione di indipendenza; inoltre si lavora con tecniche di rilassamento per controllare lo stress.

      – Psicanalisi, come metodo di auto scoperta, che secondo questa corrente esplora i traumi responsabili della sintomatologia della disistima, all’origine della quale si trovano le relazioni stabilite durante le prime fasi di vita.

      Oltre a quanto esposto in precedenza, queste psicoterapie sono spesso accompagnate da un intervento farmacologico, sotto supervisione medica, dove si prescrivo antidepressivi, che nel caso di alcuni pazienti dovranno essere assunti per tutta la vita.

      Tra le azioni che possono essere portate a termine per prevenire la disistima possiamo segnalare:

      – Realizzare quotidianamente qualche tipo di attività sportiva moderata, anche solo passeggiare, preferibilmente all’aria aperta;

      – Alimentazione adeguata, per evitare eccessi o diete prolungate;

      – Mantenere un livello moderato di attività (lavoro/studio) quotidiana, evitando situazioni di stress, in cui la persona possa sentirsi utile con quello che fa.

      – Curare le relazioni sociali, familiari o di amicizia, consolidando relazioni emotive durevoli o di qualità.

      – Dormire circa otto ore al giorno, tempo che può variare in funzione dell’età, tenendo conto che deve essere sufficiente per recuperare energie ed avere rendere una resa adeguata il giorno seguente.

      CAPITOLO 4. DEPRESSIONE STAGIONALE

      È normale sentire sonnolenza e stanchezza i primi giorni, quando si cambia stagione, soprattutto all’inizio del periodo del freddo, ma se questi ed altri sintomi persistono forse ci troviamo di fonte ad una Depressione Stagionale.

      Sicuramente in alcuni momenti dell’anno avremo percepito alterazioni nel nostro organismo, soprattutto durante i cambi di stagione, anche se normalmente li imputiamo alla diminuzione della temperatura o all’aumento dell’umidità, quando ci avviciniamo all’inverno; o ad un rialzo della temperatura e riduzione dell’umidità quando l’estate si avvicina.

      Forse abbiamo sperimentato un incremento di sonnolenza o stanchezza nell’interesse per la realizzazione delle attività quotidiane, in alcuni casi come se addirittura ci mancassero le energie.

      Fin qui saremmo di fronte ad un processo normale e naturale di adattamento alle nuove condizioni di luce e temperatura proprie di ogni cambiamento stagionale, ma se questi sintomi persistono o ne compaiono altri nuovi correlati, forse si tratta di un caso di Depressione Stagionale.

      Il termine tecnico per questa spossatezza è Disturbo Affettivo Stagionale e fa riferimento alla comparsa di alterazioni dello stato d’animo associati ai cambi di stagione, specialmente frequenti in autunno e inverno.

      Questo disturbo colpisce soprattutto le donne, che di solito presentano una maggiore incidenza dei disturbi dello stato d’animo; ed i giovani dato che il loro organismo è coinvolto in un continuo processo di maturazione e cambiamento.

      Esiste una distribuzione diseguale delle persone colpite nella popolazione mondiale, a causa dell’effetto della luminosità originata dalla posizione della Terra rispetto al Sole, che influisce in misura minore sulle popolazioni che vivono in zone vicine all’Equatore, che ricevono una maggiore quantità di luce durante l’anno. Il numero dei casi si incrementa quando ci avviciniamo a latitudini più esterne; che sono quelle che subiscono maggiori cambiamenti della quantità di luce ricevuta durante l’anno.

      Un esempio di tutto questo sarebbe ciò che accade ai poli, dove durante il lungo inverno di sei mesi si produce una notte senza giorno, mentre in estate, nei sei mesi restanti, c’è un giorno continuo senza notte.

      Tra i sintomi più comuni che di solito si presentano nei primi giorni del cambio di stagione, e che possono essere collegati all’origine del Disturbo Affettivo Stagionale abbiamo:

      – La comparsa di spossatezza e perdita di interesse per le attività quotidiane;

      – Cambiamenti nelle abitudini alimentari, con un incremento dell’ingestione di carboidrati nella stagione fredda;

      – Alterazioni nel peso, associate al cambio di alimentazione;

      – Rallentamento psicomotorio;

      – Aumento della sonnolenza, che si manifesta con il rifiuto di scendere dal letto;

      – Irritabilità e stato ansioso, soprattutto nella stagione calda;

      – Apatia e ritiro sociale.

      La comparsa di qualcuno di questi sintomi è frequente e naturale nei cambi di stagione, dato che l’organismo deve adattarsi alle nuove condizioni climatiche e di luminosità; si tratta dunque di un processo normale che si supera in pochi giorni, e non per questo dobbiamo pensare di essere affetti da un disturbo depressivo.

      La gravità dei sintomi, la comparsa congiunta di vari tra essi, e soprattutto la persistenza di questi trascorsi alcuni giorni dal cambio di stagione, può darci un indizio della necessità di ricorrere ad uno specialista che realizzi una diagnosi clinica, per escludere la comparsa di qualche disturbo dello stato d’animo.

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