sua fronte una linea rossa che si estendeva attraverso l’attaccatura dei suoi capelli.
Fu benedetta con il sacro polline giallo, ricevendo la purificazione e il potere femminile di portare prosperità e salute al suo popolo, che la festeggiò con gioia e devozione.
I profumi delle verdure, delle zuppe e delle carni, che nel frattempo si erano lentamente grigliate alla brace, si era diffuso in tutto l'accampamento, preannunciando la fastosità del banchetto.
Mentre prendeva posto accanto alla sua migliore amica, Luna Rossa, la ragazza ripensò alle parole della madre. Chiuse gli occhi un istante per ascoltare il suo cuore, l'immagine che si rivelò lo fece palpitare, li riaprì e... la visione era proprio lì, davanti a lei, e la guardava compiaciuto. Era Vento che Soffia…
Bello e carismatico, di statura piuttosto alta e con muscoli scolpiti, gli occhi scuri gli conferivano uno sguardo magnetico e i bei tratti del suo viso erano incorniciati da lunghi capelli neri. Ne era innamorata fin da bambina. Gli fece un timido sorriso che lui ricambiò con una strizzatina d'occhio.
La festa in onore di Falco Dorato si stava rivelando un vero successo: i cibi erano squisiti e l'atmosfera serena e gioiosa.
- Pensi che si dichiarerà un giorno? - chiese alla sua amica.
- Hai dei dubbi su questo? - rispose incredula Luna Rossa. - Non lo vedi come ti guarda?
Vento che Soffia non riusciva a toglierle gli occhi di dosso e lei sembrava proprio apprezzare.
- Non lo senti? - le chiese Luna Rossa inspirando l’aria con il naso.
- Sentire cosa? - chiese Falco Dorato.
- Il profumo dell’Amore! - Luna Rossa rise, scuotendo la testa. - Sono d'accordo con tua nonna, quando dice che dovranno costruirlo presto il tepee per il tuo matrimonio! -
Mentre i due giovani continuavano a scambiarsi sguardi e sorrisini, Occhio di Lince, si avvicinò al ragazzo e gli chiese quando si sarebbe dichiarato.
- Quando tornerò dalla mia Visione - gli confidò Vento che Soffia.
- Sono sicuro che lo apprezzerà molto - commentò l'amico.
- Mi auguro solo che la fila non sia troppo lunga fuori dal suo tepee - rivelò con un’ombra di preoccupazione il giovane.
- Dubito che qualcuno osi tanto! - rispose Occhio di Lince, ridendo.
Tutti i ragazzi sapevano che a lui piaceva e visto il rispetto di cui godeva all'interno della Tribù, nessuno avrebbe osato sfidarlo nella conquista di quella giovane donna, anche perché i due si erano scelti fin da quando erano bambini…
A quindici anni, Vento che Soffia aveva già la stoffa di un grande guerriero: ottimo arciere e cavallerizzo, era senz’altro il miglior cacciatore della Tribù.
Con l'arrivo della pubertà, arrivò anche il momento più importate della sua vita, la ricerca della Visione.
Suo padre, Cervo Chiazzato, lo invitò a sedersi intorno al fuoco del loro tepee, mentre sua madre, Ruscello Danzante, riempiva una bisaccia con dei viveri.
L'uomo riempì la pipa, con un gesto la offrì al cielo e alla terra, poi la accese e cominciò a parlare.
- Figlio mio, per tutti gli uomini arriva il tempo della ricerca della Visione. Nessun uomo sarà mai se stesso, se non ha ancora avuto la propria Visione [1] -
Fece una pausa per una lunga boccata, quindi passò la pipa al figlio e proseguì.
- Ti isolerai in un luogo sacro, veglierai in solitudine digiunando per 4 giorni e aspetterai pazientemente di ricevere, attraverso un sogno o una visione, il tuo Spirito Protettore che ti guiderà nella vita. -
Il ragazzo ascoltò le parole del padre in rispettoso silenzio.
Cervo Chiazzato svuotò la pipa e la appese alla parete del tepee, poi si rivolse nuovamente al figlio.
- Adesso dormi, domani con il sole nascente ti preparerai per partire. -
Il giovane assentì con il capo e si ritirò nel suo giaciglio per la notte.
Con le prime luci dell'alba si recò alla “capanna del sudore” per una sauna purificatrice. Poi si incamminò verso il luogo sacro che aveva scelto per ricevere la sua Visione.
La terza notte in solitudine, questa gli fu concessa.
Nel cielo una grande Luna d’argento lo vegliava, aveva raggiunto il silenzio interiore, era tutt'uno con la madre Terra e il padre Cielo, l'immagine era nitida, il mondo circostante era un immenso mare, dal nord una sagoma si stava avvicinando, camminando sulle acque: era un lupo.
Un rumore lo distolse dalla meta tanto ambita. Rassegnato aprì gli occhi, a pochi metri da lui c'era lo stesso lupo, dal pelame fulvo. Si guardarono negli occhi per alcuni secondi che parvero interminabili.
Un brivido agghiacciante gli percorse il corpo quando vide il suo viso riflesso negli occhi dell'animale.
Rimase immobile, mentre un leggero soffio di vento accarezzò la sua pelle e il pelo del lupo. Paralizzato dalla paura, trattenne il respiro, pregando intimamente il Grande Spirito di essere risparmiato.
Come se avesse capito il suo disagio, l'animale indietreggiò di alcuni passi e, prima di andarsene, emise un ululato che rimbombò per tutta la vallata. Poi scomparve, nel buio della notte.
Era stata un’esperienza davvero molto forte, era felice e grato, ma non riuscì a chiudere occhio.
Con le prime luci dell'alba si preparò per rientrare all'accampamento, percorse alcuni metri e qualcosa attrasse la sua attenzione, si piegò a raccoglierla, era un dente di lupo. Lo strinse nella mano, rivolgendo il suo sguardo colmo di riconoscenza al cielo, quindi lo ripose con cura nel suo involto di medicina e proseguì il suo cammino.
La luce rossastra del cielo filtrava attraverso la falda del tepee di Vento che Soffia, annunciando l’arrivo del crepuscolo serale.
- Il sole sta tramontando - disse il giovane guardando l’apertura superiore, poi rivolgendosi ai genitori li informò della sua decisione di dichiararsi a Falco Dorato.
Ruscello Danzante si alzò e si diresse verso un canestro, ottenuto dall’intreccio delle canne di fiume e la iucca. Lo custodiva, da un po’ di tempo, accanto al suo giaciglio.
Cervo Chiazzato accese la pipa e ne tirò una profonda boccata prima di parlare, rivolto al figlio.
- La tua scelta è un passo importante nella vita di un uomo, ti stai impegnando a prenderti cura di questa giovane donna e dei figli che nasceranno dalla vostra unione. - Lo guardò intensamente mentre gli passava la pipa. - Questa decisione è motivo di orgoglio per noi - aggiunse l’uomo con espressione fiera, ricevendo in cambio rispetto e gratitudine negli occhi di suo figlio.
La madre sorrise compiaciuta, mentre gli porgeva il canestro.
- Mi sono chiesto più volte che cosa ci fosse qui dentro - disse il giovane mentre ne estraeva il contenuto, dispiegando una coperta dai colori sgargianti.
- L’ho fatta tessere per te da mia sorella, per quando sarebbe arrivato questo giorno - rivelò Ruscello Danzante.
-Grazie! - disse il giovane, rivolgendole uno sguardo amorevole.
- Il sole è tramontato, è tempo che io vada - annunciò mentre si alzava in piedi.
La madre ripiegò la coperta e gliela pose sull’avambraccio, prima che uscisse.
Appena fuori, il giovane, lanciò subito un’occhiata in direzione del tepee di Falco Dorato, appurando che non c’era nessuna fila di pretendenti al suo esterno.
Fece un sospiro di sollievo e s’incamminò, munito, come da tradizione, della coperta del fidanzamento.
Attraversò l’accampamento, era quasi deserto, i pochi